sabato 24 dicembre 2016

LA PIGNOLATA SI TINGE D’AZZURRO. SIRACUSA-MESSINA 2 A 0




   E tre. Anche il terzo derby, in casa, dopo Akragas e Catania, porta nel paniere della salvezza 3 punti preziosi. Tre su tre dunque. E si sa che i punti in casa nella lotta per la salvezza valgono il doppio. Poi a tutti i tifosi è consentito sognare, fare proiezioni e calcoli. Ma andiamo ben oltre la pignolata. Un panettone, un panettone così squisito e speciale i tifosi azzurri non potevano immaginare di poterlo gustare. E chi conosce e capisce il calcio sa che la metafora del panettone è un must che si porta dentro battute e ragionamenti particolari con destinatari ben precisi. La Ditta che ha fornito i panettoni sui tavoli dei tifosi siracusani è la Cutrufo-Laneri-Sottil & C. 
   Ognuno dei componenti della ditta ci ha messo qualcosa di importante per trasformare la difficile situazione di partenza di questo campionato. All’ottava giornata il Siracusa occupava il quart-ultimo posto, a 6 punti, oggi si trova all’ottavo, posto a 27. I 13 mancanti per i famosi 40 punti della media salvezza sembrano quasi a portata di mano e così si guarda alla trasferta di Foggia, pur difficile sulla carta per assenze importanti, con un altro spirito.



   In questo momento di “dolce” condivisione ci sentiamo di dar merito, per il cammino compiuto insieme, ad un grande uomo che ha sposato e sentito l’Azzurro dentro: Davide Baiocco. La positività di questa situazione di classifica è anche merito suo. Sappiamo tutti che nei momenti più difficili è stato il cemento e lo scudo di questa squadra per farle trovare la sua via migliore. Poi il suo carattere e il suo modo di sentire ed interpretare il calcio l’anno condotto via dal De Simone, pur restando nell'area azzurra, grazie Davide.
   Due brevi note sulla partita. Il Messina ha messo paura al Siracusa nei primi venti minuti della gara ed un brivido è corso nella schiena dei tifosi quando il tiro-cross di Pozzebon ha colpito il palo interno e, a Santurro battuto, è tornato in campo. Poi il Siracusa ha preso in mano il centrocampo e due perle di Catania hanno costruito il risultato. La prima palla per il goal è partita da un preciso lancio di Giordano che trova Cassini smarcato sulla fascia di competenza, questi d’esterno (la sua giocata preferita) pennella un cross che Catania con netto anticipo sul difensore mette dentro. La reazione del Messina c’è subito, ma non punge e dopo dieci minuti Cassini d’esterno lancia Valente che con il suo solito splendido lavoro di gambe fa secco il difensore e la mette al centro per il secondo guizzo di Catania, è il 2 a 0. Il Messina nel secondo tempo è pericoloso solo al 24°, Santurro salva il possibile 2 a 1.
   L’esultanza dello stadio, nei due momenti dei goal, questa domenica è stata colorata dalla presenza di tante scuole di calcio e non solo di calcio che hanno gremito il De Simone.
                                                Emanuele Catania - Pippo Scardina

   Il “Tocco di classe” di questa partita  lo assegniamo ad un immenso Emanuele Catania che finisce la sua partita, fino alla sostituzione, nel recupero, con i crampi. Ad inizio ripresa aveva salvato in area siracusana, nel primo quanto d’ora, la porta di Santurro.

                                                                               Salvatore Spallina

martedì 13 dicembre 2016

SIRACUSA–CATANIA 1 A 0. SCARDINAGOAL, UN TRENO IN CORSA NON SI PUÒ FERMARE



Siracusa–Catania 1 a 0. Scardinagoal, un treno in corsa non si può fermare!!

La facce, i visi della gente mentre si accingono a scendere gli scalini dello stadio Nicola De Simone,dopo questa partita, non li vedevamo da tanto, tanto tempo. Nello sciamare per andare a prendere le auto, le moto o semplicemente tornare a casa, in piccoli gruppi, in quelle persone si vedeva stampata l’immagine della felicità. Uno parlava con la moglie tifosa ed un paio di amici e diceva che questa storica vittoria è stato un regalo di Santa Lucia, che nella tradizione calcistica del Siracusa tanta parte “ha giocato” con il tifo, a nostra memoria. In un altro gruppo della capacità di Sottil di aver saputo dare una quadratura importante alla squadra. Altri dello scampato pericolo del possibile pari. Nei social questo 1 a 0 è dilagato come uno tsunami fino ad ora, mentre stiamo scrivendo, a parte le pretestuose polemiche montate ad arte per la sua tifoseria da Lo Monaco. I 5.000 del De Simone saranno diventati non meno di 30.000 (tanti calcoliamo siano quelli che un’emozione, anche di riflesso, da sabato pomeriggio l’abbiano provata). In tutti i bar della città dove c’era una TV andava in onda la Partita, i tantissimi che vivono nel resto del paese e in altri paesi fuori dall’Italia non hanno voluto perdersi questo appuntamento che non si ripeteva da 24 anni. Poi un tratto di storia calcistica fra le due rivali l’ha concretizzata Scardina con il suo goal segnando, anche a penna e con le immagini il numero 64, cioè tanti sono stati gli anni trascorsi nei quali il Siracusa non si imponeva sul Catania.
Ora un po’ di cronaca della partita. Questa non ha detto granché nel primo tempo. Il nostro taccuino è rimasto quasi vuoto, tranne due spunti da ambo le parti  al 2° per il Siracusa, al 6° per il Catania, poi nulla più di importante, almeno in area di rigore. Il controllo della partita le due squadre lo esercitavano a centrocampo non lasciando grandi margini di manovra ai rispettivi attacchi avversari. Il dinamismo di un Emanuele Catania, super, in gran forma veniva sempre contenuto fuori dai limiti dell’area di rigore. Al 20° la difesa aretusea corre un serio rischio quando Paolucci sfiora il goal. Il boato assordante dei 5.000 esplode un minuto dopo. Cassini, nell’unica azione degna di nota finchè è rimasto in campo, apre sulla sinistra per Valente che con una doppia finta si beve il suo controllore e mette al centro un bel cross, Scardina va incontro al pallone, con un colpo di testa perfetto, anticipando l’intervento del difensore etneo e beffa Pisseri, sotto la Curva Anna. E’ gioia pura, irrefrenabile, in ogni settore del campo. Il Siracusa continua a tenere bene il campo, mister Sottil comincia ad operare i cambi anche se la pressione del Catania comincia a farsi sentire per riprendere in mano la partita. Il pubblico vede tutto questo e fra incitamenti e tanti fischi cerca di esorcizzare i tentativi per raggiungere il pari. Il Catania lo sfiora in due occasioni, la più clamorosa con Mazzarani che solo davanti a Santurro cicca la palla del pari e fa tornare il sorriso nelle facce dei siracusani fino alla fine della gara. Triplice fischio finale!! E’ l’inizio della festa finale allo stadio, per le strade, a casa, su internet.

Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo a Filippo Scardina. Tre goal di fila nelle ultime tre partite. Con lo splendido, in tutti i sensi espandibili, goal di sabato, i tre punti con il Cosenza, il goal del pari a Pagani, sono diventati 7 i punti pesanti che Filippo ha contribuito a mettere dentro la valigia della salvezza. Sabato a Francavilla sulla stessa scia vincente!!!.
                                                                                           Salvatore Spallina

sabato 10 dicembre 2016

EPPUR LEI MUORE…….. PER MANO AMICA, INACCETTABILE STILLICIDIO DI VITTIME

 

   Eppur lei muore……per mano amica. 118 femminicidi ad oggi, mentre scriviamo. Quella stessa mano che ha accarezzato e condiviso parti importanti  di un altro/nostro Essere al mondo, non esita ad assestare i colpi per finirlo. E si uccide ancora e non c’è modo di frenare questo scempio umano. Donne e bambini vittime, uomini carnefici.
  Una sorta di coazione a ripetere contro la quale la società tutta è chiamata a rispondere. A partire dalla responsabilità di una legislazione manchevole e carente (quando c’è) che continua a tenere l’Italia come fanalino di coda nel confronto con la legislazione europea in materia. “La Convenzione europea del 24 novembre 1983 relativa al risarcimento delle vittime dei reati di violenza, elaborata a cura del Consiglio dEuropa, obbliga gli Stati membri a prevedere nella legislazione o nelle pratiche amministrative un sistema di compensazione per risarcire, con fondi pubblici, le vittime……….Lo Stato italiano è l’unico Stato europeo (insieme alla Grecia) a non aver dato attuazione alla Convenzione che ha anticipato di molti anni la direttiva 2004/80/CE……”. Ma non è solo la mancanza di legislazione. Dobbiamo volere con tutte le nostre forze che nel mondo della formazione culturale, nella scuola e in tutte le agenzie educative, si affronti in modo attivo questo problema e si avviino dibattiti attivi in ogni ordine di scuola. Nella strutturazione/costruzione del proprio patrimonio comportamentale solo la cultura può aiutarci a fermare quella mano omicida che tanto scempia.
  Nel corso dell’evoluzione nei rapporti fra le donne e gli uomini, relativamente ai ruoli della donna e all’idea di possesso, con il relativo abuso del possessivo “mio”, a partire dai nuclei familiari, solo la Cultura, in tutte le sue forme, è riuscita a modificare certi atteggiamenti di origine ancestrale. La mente degli uomini sta facendo una fatica enorme ad abbandonare gli aspetti ripetitivi nel comportamento che il modello prevede. Per cercare di tamponare queste falle, ancora aperte, dentro la mente del complesso universo maschile, bisogna saper guardare meglio dentro il modello occidentale di società. Dobbiamo far accettare alla nostra mente, per poter e  saper operare, la scissione fra “vissuto concluso” ed accettazione di un nuovo percorso di vita. Perché quando una storia è giunta al capolinea bisogna solo chiuderla nel miglior modo possibile, pur nutrendo ancora affetto ed amore verso quella parte con cui ormai non si ha quasi nulla da condividere, se non i figli, quando ci sono. Emancipazione e femminicidio. Si può cambiare senza violenza? La strada è lunga, ma dobbiamo contribuire a diffondere e far affermare nuovi modelli culturali.
  E’ in questa contesto, ahimè tragico, che si inserisce il bel lavoro di Angela Davoli e di Carmela Cancellara “Stalking e Stalker Profili Normativi e Criminologici, Rubbettino Editore, luglio 2016, dove “il termine femminicidio non nasce per caso, né per impatto mediatico né per ansia di precisione o predilezione statistica”. Un viaggio, il loro, che va “dallo stalking al femminicidio nel profondo delle radici della violenza,….verso la cultura del rispetto dell’uguaglianza e della parità di genere e della non violenza e discriminazione”.
  Identificazione e tipologia dello stalker ci è sembrato il punto nevralgico del libro. I profili tracciati, frutto di analisi, ricerca, comparazione dei tanti casi esaminati, danno la possibilità di poter inquadrare il comportamento di certi uomini dentro linee ben definite sperando che questo possa servire  a quelle donne che vivono situazioni difficili con relazioni problematiche in corso d’opera, già al limite dello stalking, di poter assumere comportamenti ed azioni cautelative per loro e per i loro figli.




     CANCELLARA  CARMELA si è laureata in Lettere nel 1982 , indirizzo sociologico , presso l’università  degli studi di Bari, ha poi conseguito , con il massimo dei voti, nel 1985, la specializzazione triennale in Criminologia Clinica presso la stessa università .
Ha frequentato numerosi corsi presso le Comunità Terapeutiche italiane conseguendo una preparazione relativa alla cultura ed alla riabilitazione dei tossicodipendenti. Dal 1987 al 2003, per conto del Ministero della Giustizia, ha svolto  l’attività di Criminologa  negli istituti penitenziari di Reggio Calabria, Locri, Palmi, Vibo Valentia, Lamezia Terme e Catanzaro . Dal 2003 al 2014 ha ricoperto lo stesso incarico presso l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Catanzaro. Ha ricoperto il ruolo di esperta nel Tribunale di Sorveglianza e in quello dei Minori di Catanzaro. È stata relatrice a convegni  e corsi di aggiornamento. Ha pubblicato articoli su riviste specializzate come Rassegna di Criminologia, Rassegna di Psichiatria. È membro della Società Italiana di Criminologia ( SIC )



ANGELA DAVOLI è avvocata ( laurea in giurisprudenza nel 1984 Università La Sapienza di Roma). È iscritta all’Albo degli Avvocati di Lamezia Terme ed all’ Albo Giurisdizioni Superiori dal 1999. Dal 2009 al 2011 ha ricoperto la carica di Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Soveria Mannelli. Attualmente è Presidente del Comitato Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lamezia Terme, Vice Presidente della Rete dei Comitati Pari Opportunità degli Ordini Forensi della Calabria, membro della Camera Minorile del Tribunale di Lamezia Terme. E’ esperta di Diritto Minorile e problematiche dell’età evolutiva, di diritto di famiglia presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro e abilitata alle difese d’ufficio minorili in sede civile e penale. Ha coadiuvato e relazionato in convegni e incontri di studio. È stata promotrice, con il Comitato P.O. che presiede, dell’apertura presso il Tribunale di Lamezia Terme dello “Sportello di Informazione e di Orientamento in materia di Pari Opportunità e Tutela Antidiscriminatoria e Antiviolenza”. Svolge con continuità la professione di avvocato civilista e penalista con prevalenza di indirizzo in diritto minorile e di famiglia.

                                                                                                 Salvatore Spallina

domenica 4 dicembre 2016

IL CATANZARO FINISCE IN 9, MA PERDE 1 A 0. MARTEDÌ A PAGANI CON TANTA FIDUCIA IN PIÙ.



                                
             

Il Catanzaro finisce in 9, ma perde 1 a 0. Martedì a Pagani con tanta fiducia in più.

  Siracusa-Catanzaro ha tenuto sulle spine tutti i tifosi siracusani fino al 49° del secondo tempo, con il Catanzaro ridotto in nove uomini. Le azioni più pericolose dei calabresi quando sono rimasti in dieci, con Santurro che toglie al 40° con la punta delle dita un pallone indirizzato al sette e di non facile lettura perché aveva preso, in volo, uno strano effetto. Ma ricominciamo da principio. Mister Sottil che aveva studiato gli avversari ed aveva messo sull’avviso, nella conferenza di presentazione della gara, i suoi uomini, dopo aver studiato gli avversari. Non sarebbe stata una partita facile. In realtà il Catanzaro ha una classifica bugiarda, è relegato all’ultimo posto ingiustamente, secondo il nostro modesto parere. È stata la squadra, da quando il Siracusa ha trovato la quadratura per stare bene in campo, che lo ha fatto giocar male. I loro esterni alti non si scostavano dalla linea laterale, il loro numero 20, Matta, pronto a distribuire palloni con gli avanti che si proponevano arretrando. Era ormai evidente che lo sblocco della gara poteva avvenire solo con una palla inattiva. 36°, Valente pennella benissimo, alla destra di Leone, una punizione da fuori area procurata da Scardina. Il Catanzaro non fa giocare bene il Siracusa, dicevamo. Secondo noi c’è anche un motivo tattico: Cassini. Tiene male la fascia di competenza cercando sempre il centro dell’area e del campo. È sempre in ritardo sulle ripartenze avversarie e sull’uomo che dovrebbe tenere sotto controllo. Ha bisogno del costante richiamo dell’allenatore per tenere la posizione. Nel secondo tempo ancora peggio, almeno fino all’ingresso di Palermo che è entrato per sostituire Scardina che aveva dato tantissimo e con una ammonizione che pesava. Palermo esterno, ora Cassini al centro del campo si muove meglio, ma tende alle azioni individuali e al momento della sostituzione ha tirato fuori un carattere di piccolo provocatore niente male, beccandosi una ammonizione (come domenica scorsa).  Pensiamo che un turno di riposo se lo meriti tutto mettendo sulla bilancia svantaggi e vantaggi per la squadra. Fortuna che ad impensierire in maniera proficua e costante ci sono stati Valente e un signor Catania in splendida forma. Una sbavatura difensiva di Pirrello un minuto dopo il goal di Valente aveva messo in apprensione la squadra e il pubblico. Poi per fortuna è stato un crescendo da parte del ragazzo. Scardina ha avuto il merito di conquistare la punizione per il goal di Valente, il demerito di averne sbagliato uno solo davanti a Leone, dopo uno svarione difensivo dei calabresi, per il resto ha lottato su ogni pallone sino al cambio con Palermo. Come spesso succede nel calcio dopo l’occasione fallita da Scardina il Catanzaro fa lo sforzo di riprendere la partita e si butta in avanti. Per strano che possa sembrare, ma nel calcio non lo è, dal 34° del secondo tempo quando restano in dieci per il secondo giallo di Prestia, sempre su Scardina, come nel primo tempo, i ragazzi di Zavettieri ci credono di più e mettono un po’ in affanno il Siracusa con alcuni palloni in area e con un velenoso tiro di Cunzi che Santurro devia in angolo dall’incrocio dei pali con la punta delle dita. La seconda espulsione di Patti nei minuti finali non incide più di tanto. L’arbitro ha fatto un po’ di fatica a contenere un nervosismo che nel corso della partita aveva serpeggiato e nei minuti finali si è acuito ancor più.
                                       
  Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo a Nicola Valente per il bel goal-partita su calcio piazzato e per essere stato una spina nel fianco per la difesa catanzarese.
  La difficile trasferta di Pagani non mette paura a questo Siracusa ritrovato ed anche il Catanzaro con la cura Zavettieri crediamo che possa riprendersi dai bassifondi della classifica.

                                                                                                 Salvatore Spallina

giovedì 1 dicembre 2016

SIRACUSA–COSENZA 1 A 0. VITTORIA DI MISURA, TORNA LA SICUREZZA. OBBLIGATI A RIPETERSI SABATO COL CATANZARO



Siracusa–Cosenza 1 a 0. Vittoria di misura, torna la sicurezza. Obbligati a ripetersi sabato col Catanzaro


Cadono i lupi nella tana dei Leoni.  E’ nato, così, per gioco, sui gradoni della gradinata questo titolo, a fine partita, insieme a Michele Buonuomo,  ad Angelo Vinci, a Fabio Aliano, insomma un pezzo del nucleo storico del Club Azzurro “Nicola de Simone”. Una battuta che sta avendo una buona eco anche sui social. A dire il vero, considerato il grado di felinità, fra i due contendenti, la partita era già vinta in partenza, ma ricordiamo bene che più di qualche volta “i lupi” hanno fatto soffrire i Leoni mordendoli a sangue!!. Per questo giro è stata ripristinata la superiorità di appartenenza, ma anche quella sul campo.
Finalmente Scardina si è ricordato come bisogna far girare la testa quando si colpisce per far goal su una palla alta. Ha fatto esplodere il De Simone, dopo che qualche minuto prima era stato coperto di improperi e da facce, a dir poco, stranite, da smorfie indescrivibili, quando aveva mandato abbondantemente fuori, sempre di testa, una palla per una facile occasione da goal. Anche noi siamo contenti per lui. Finalmente ha materializzato il gran lavoro di supporto alla squadra che ormai continua a dare tutte le volte che mister Sottil gli offre una maglia dal primo minuto. Forse aspettava questa occasione per aprire un ciclo, anche breve di goal, Magari sabato col Catanzaro vorrà ripetersi!!. In Scardina sono cambiati  due cose principalmente: gli occhi con cui segue lo svolgersi delle azioni dove possibilmente sarà coinvolto, e la testa, cioè il nuovo modo di approcciarsi alle gare nelle quali viene chiamato a dare il suo contributo. La stessa cosa non possiamo dire per Cassini. Certo oggi non è più il ragazzo inconcludente delle prime apparizioni in squadra. Domenica ha confermato le qualità che non scopriamo noi ora, avrebbe potuto anche segnare, ma ancora, pur se in possesso di indubbia tecnica, è indisciplinato tatticamente. Il compito che Sottil gli aveva assegnato di stare molto largo in fascia, tante volte, l’ha dimenticato andando a cercare i dribbling, il centro dell’area, i falli (finti). Quando rincorreva il suo avversario di fascia era sempre un po’ in ritardo e non lo puntava direttamente,tutte cose che ci dicono che ancora non si è messo al servizio della squadra.
Il pubblico ha confermato la sua presenza, quasi tremila, perché ha capito che a Caserta la sconfitta è stata immeritata e che almeno un punto non avrebbe fatto gridare allo scandalo.
Con il Cosenza a fare la conta delle azioni veramente pericolose il Siracusa è in grande credito. Il Cosenza non ha brillato ed almeno due altri goal ci stavano di certo. I Calabresi non hanno giocato male, ma stavolta il Siracusa ha giocato decisamente meglio. Complessivamente la squadra cresce e tutti i tifosi aspettano conferme sabato col Catanzaro.


Il “Tocco di classe” per questa partita lo assegniamo a Filippo Scardina sia per il goal-partita che per il suo impegno proficuo nel corso delle ultime settimane, con l’augurio che possa ripetersi sabato.


Questa foto è figlia di una nostra trasferta in terra calabra ed il risultato non ci sorrise!!.



                                                                                                    Salvatore Spallina

sabato 19 novembre 2016

SIRACUSA-AKRAGAS 4 A 2. CONTINUITÀ E SICUREZZA, ORA IL FUTURO È MENO INCERTO










Siracusa-Akragas 4 a 2. Continuità e sicurezza, ora il futuro è meno incerto
Due sberle in due minuti. Al quindicesimo minuto il Siracusa, al De Simone, domenica 13 novembre, è sotto di due goal.
Ma partiamo da Reggio Calabria, dalla domenica precedente. La vittoria e il giuoco espresso a Reggio contro la Reggina non erano state delle folate di aria leggera in un campo solitamente sferzato da forte vento e dalla fragilità di una squadra che sta perdendo troppe partite, anche in casa, ma evidenziavano una condizione trovata, finalmente, e confermata anche in questa gara interna. La presenza di tifosi più numerosa del solito è stato un segno evidente delle aspettative riposte in questa partita.
La maggior presenza di pubblico, si capisce bene, che è stata figlia della visione di quella gara, dei commenti positivi e propositivi anche di chi è andato a Reggio in macchina e durante la partita,  e nel post partita, sui social, aveva commentato la gara per gli amici impossibilitati ad andare. Questo è segno che il popolo aretuseo la squadra la segue ed ha a cuore la sorte del “Leone Azzurro”. Ci ha creduto e sperato nel corso della settimana che questo cambiamento fosse confermato al De Simone con l’Akragas, voleva vedere dal vivo, con i propri occhi, ed alla fine non è rimasto deluso. Ci hanno creduto ancor più le fasce dei tifosi attivi fra curva e gradinata continuando ad incitare la squadra dopo quella scoppola iniziale.
Poi lo scampato pericolo del 3 a 0. Il merito va attribuito all’80% dell’esperienza e della freschezza atletica di Davide Baiocco che ha impedito a  Chocis di trovare la giusta concentrazione per calciare dentro la palla. Il cambio di modulo da parte di Sottil  ha fatto il resto. Arretrato più stabilmente Dentice dentro la linea difensiva e coperta quella falla sulla nostra linea sinistra, gli avversari trovano meno spazi nei quali far partire i loro contropiedi e dopo sette minuti dal mancato/possibile 0 a 3 il Siracusa si porta sulla parità per merito di Turati che corregge in porta un angolo ben calciato da Longoni e di Catania che su una punizione calciata sempre da Longoni impatta involontariamente il pallone che inganna Pane, il portiere avversario.
Ma ancor prima della nuova disposizione tattica si capiva che la squadra non si era disunita, scomposta  e stava cercando, meglio che nelle gare precedenti, di riprendere in mano una partita che le stava sfuggendo. Palermo e Toscano supportavano molto bene Baiocco, lungo la linea di centrocampo, Longoni (entrato decisamente in condizione!!) fra le linee della difesa avversaria, teneva bene la posizione di raccordo con Talamo e Catania fornendo assist e buone giocate. Non vedevamo un Longoni  così concentrato  neanche nella passata esperienza azzurra (speriamo che non perda questa splendida condizione!!).
La partita è tutta qui, in questa compattezza ritrovata, in questa maggior sicurezza nelle giocate, nel saper bene cosa fare quando si sviluppa un’azione. Un esempio? Il goal del 3 a 2 di Valente. Quattro scambi, quasi mai visti nelle gare precedenti,  da Palermo a  Longoni, da Longoni a Catania, da Catania a Valente che solo davanti al portiere mette in rete.

Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo a Mister Sottil. Finalmente i giocatori cominciano ad essere bravi esecutori dei compiti assegnati in settimana durante la preparazione delle partite. La grinta che da sempre lo caratterizza, un po’ alla volta, i suoi giocatori la stanno introitando tutta. Avanti così. Dalla trasferta di Caserta, di questa domenica a venire, tutti attendono continuità per questa ritrovata forza, compattezza, verve realizzativa. 


Salvatore Spallina

mercoledì 12 ottobre 2016

SIRACUSA-MATERA 2 A 1-TRE PUNTI D’ORO CON SFUMATURE AZZURRE


Siracusa-Matera 2 a 1-Tre punti d’oro con sfumature azzurre

Diciamo subito che le sfumature azzurre dentro questa partita c’erano tutte. I quattro moschettieri che guidano il Matera erano tutti di casa al De Simone (fra tuttiequattro solo mister Loreno Cassia ha avuto nella sua storia calcistica meno “rapporti” con il De Simone), gli altri tre, Mister Gaetano Auteri, il preparatore Giuseppe Di Mauro e l’allenatore dei portieri Luca Aprile con questo campo hanno avuto per anni un rapporto viscerale. Ma in questa partita i nostri ospiti “azzurri”, e il Matera, non ci hanno regalato niente, come è giusto che fosse. A partire da quel regalatore di sogni che corrisponde al nome di mister Asterix-Gaetano Auteri. Si lo definiamo regalatore di sogni, perché  a quelle società e a quei tifosi che “sognavano/sognano”, “coltivano un sogno”,  un salto di categoria, di vincere un campionato, magari mai vinto, lui è in grado di far materializzare questo sogno. Ma è il giusto appellativo, conquistato sui campi.  Ebbene lui Asterix-Auteri tanti di questi sogni li ha fatti realizzare.
 Per noi resterà per sempre mister Asterix-Auteri. Così lo battezzammo nel lontano campionato del 2004/2005 (diede/mise le ali ad una squadra mal ridotta fino al suo arrivo per poi trasformarla poi in una farfalla con sette vittoria consecutive ed undici risultati utili consecutivi) e poi nel 2008/2009 quando il Siracusa stracciò, con la sua guida, anche dei record europei per poi andare a vincere il campionato con il ritorno in C2. Per quei due campionati  lo abbiamo seguito studiandone le tattiche, il linguaggio, i comportamenti, la capacità di motivare le squadre, le letture puntuali e rigorose di ogni singola azione della sua squadra e di quella avversaria per poter individuare i punti deboli e quelli di forza ed apportare le dovute correzioni nel suo schieramento a gara in corsa. I sogni ha cominciato a regalarli a partire dall'anno calcistico 1999-2000 quando portò dalla Serie D alla C2 L’Igea Virtus per finire all’anno passato con il Benevento, dalla Lega Pro alla Serie B, senza trascurare le brillanti esperienze di Gallipoli e Nocerina (ancora Serie B).
Il Matera è sceso in campo con le qualità e le trame di gioco delle squadre allenate da Asterix-Auteri, cioè alto livello tecnico e applicazione di schemi che vengono ripetuti fino all’ossessione, in una battuta, i Lucani erano scesi in campo per vincere la partita. Ma questa domenica 9 ottobre il Siracusa di mister Sottil ha sfoderato una prestazione super e pur non brillando nelle azioni atte a costruire gioco ed entrare nell’area avversaria, la squadra azzurra ha mostrato una carica agonistica ed una migliore qualità interdittiva rispetto a tutte le gare fin’ora disputate. Il Matera per tutto il primo tempo non mette eccessiva paura al Siracusa. Questa volta le frasi di circostanza che giocatori ed allenatori pronunciano in settimana prima della partita, del tipo “ce la giochiamo per vincerla”, sperando magari di portare a casa un risultato “positivo”, si sono dimostrate rispondenti a ciò che abbiamo visto in campo. I tifosi con il cuore, dal pareggio in poi, i ragazzi in campo con le gambe e la testa hanno messo in cassaforte una bella vittoria e tre preziosi punti. Finalmente si è visto uno come Scardina, ancorchè inconcludente sottoporta, mostrare tanta di quella grinta e una dose di cattiveria, nella fase di interdizione, che non ha mai tirato fuori in tutte le precedenti gare.  
Il Matera con Iannini, al 18° del secondo tempo, su un ripetuto errore della difesa azzura (i difensori guardano la palla, si scordano gli uomini!!!) si era portato sull’1 a 0. Mister Sottil indovina il cambio Cassini-Palermo e dal piede di quest’ultimo parte un cross ben tagliato, velenoso, che consente ad Emanuele Catania di portare la squadra sull’1 a 1. Il pareggio ha spostato l’inerzia della gara a favore del Siracusa.  L’appoggio incondizionato di tutto il pubblico, fino a fine gara, ha dato sostegno nervoso alla squadra che con uno strepitoso Emanuele Catania, dopo tre minuti dall’1 a 1, su un corner di Giordano, Catania, con prontezza davanti a Bifulco, trova il 2 a 1 trasferendo tensione e nervosismo, in negativo, nella squadra di Auteri. Questi pur mettendo dentro tutti i suoi attaccanti, non riuscirà più a mettere sul piano della parità la partita. Asterix-Auteri non sappiamo quanto si sia consolato per le mancate vittorie di Lecce e Foggia e per la sconfitta della JuveStabia. In ogni modo questi risultati sono stati utili al cammino che dovrà percorrere il suo Matera per poter regalare anche a questi tifosi il sogno che due anni fa si interruppe nella partita dei playoff in casa, ai rigori, contro il Como (ricordiamo ancora il rigore calciato alto dal difensore Ferretti).


Inseriamo questa foto di un biglietto che ci ricorda una  stessa sfida (stagione 1981/82) di qualche decennio fa con i Lucani, si concluse a vantaggio del Siracusa per 1 a 0. L’abbiamo trovata nella busta dei ricordi azzurri.

Assegniamo il “Tocco di classe”, di questa partita, e che classe, ma faremmo meglio a dire, stavolta, tocchi!!! ad Emanuele Catania (insieme nella foto a Marco Palermo). Il Siracusa per guardare al futuro con una certa serenità avrà ancora tanto bisogno dei suoi goal.

                                                                                               Salvatore Spallina

giovedì 29 settembre 2016

IL SIRACUSA RICOMINCIA DA MELFI, QUALCHE NUOVA CERTEZZA



Il Siracusa ricomincia da Melfi, qualche nuova certezza 


Siracusa –Lecce  0-2. Metabolizzato l’imbambolamento difensivo che ha portato in vantaggio il Lecce al De Simone ed incanalata la gara verso la sconfitta  la preparazione della trasferta di Melfi ha fatto dichiarare a mister Sottil che il nostro campionato ricomincia da lì, da Melfi. L’incapacità di saper andare a rete per tutto l’arco della gara, delle gare precedenti,  non crea grande entusiasmo nella tifoseria. Tornare con un risultato positivo, sarebbe già una gran bella cosa. La partita con il Lecce, fino al primo goal, ha dimostrato che il Siracusa ha preso consapevolezza di una cosa: se sta più attento in difesa il campionato si potrà incanalare su un binario che non lo porterà verso qualche certezza in più nel poter conservare la categoria. Almeno tanti fra quelli che non sono catastrofisti abbiamo visto nella partita con il Lecce uno schieramento ed un atteggiamento che fanno ben sperare per il prosieguo del campionato. Nel senso che pur arrancando in attacco e senza prendere troppi goal si potrà aprire uno spiraglio per la salvezza. 
Ormai è sotto gli occhi di tutti che nutrire troppe speranze nella conquista della salvezza confidando nelle segnature e pertanto nel gruppo degli attaccanti in rosa sarà un problema serio. Prima della gara, ragionando con il mio amico e collega giornalista Paolo Scatà concordavamo sul fatto che i nostri tre leoni (con la minuscola) non riescono nemmeno lontanamente ad approcciarsi alle capacità tecniche, tattiche, di movimento e visione di gioco di Giovanni Ricciardo.  A distanza di due giorni il campo ha finito per confermare i nostri ragionamenti. Non si propongono con movimenti che gli esperti difensori di questa categoria non leggano in anticipo, non hanno dimostrato (non avendone neanche i trascorsi) di “sentire la porta”, non riescono a dialogare se non su basi di livelli scontati con l’unico giocatore di livello superiore che abbiamo in squadra nel nostro attacco: Emanuele Catania. Non ce ne vogliano De Respinis, Scardina, Talamo, ma il Siracusa per potersi salvare avrà bisogno di ben altre teste e piedi. Gradiremmo che a partire da Melfi ci smentissero e contribuissero con un bel filotto di vittorie a tirarci fuori dai bassifondi nei quali ci troviamo dall'inizio del torneo. Antonello Laneri che la sa lunga su tante cose, forse, ha perso anche lui questa scommessa su questi tre giovani attaccanti senza tanta grinta ed esperienza di livello. Vogliamo sperare possa risolvere questo spinoso problema. L’anno passato quando ancora non era entrato in forma, Ricciardo, dimostrava, però sul campo che possedeva le giocate, le intuizioni di gioco, qualche numero, cose che poi mise in mostra nel momento più delicato del campionato zittendo i suoi critici e contribuendo alla vittoria del campionato.

Il "Tocco di classe" di questa partita con il Lecce lo assegniamo a Claudio Sciannamè che ha mostrato delle qualità che nel prosieugo del campionato potranno essere utile alla squadra.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                        Salvatore Spallina

giovedì 8 settembre 2016

IL SIRACUSA IN CASA STECCA LA PRIMA




            Il Siracusa in casa stecca la prima 

Siracusa – Foggia 1 a 2. Vogliamo offrirvi  uno schema di riferimento emblematico per commentare questa partita: la fase del riposo dopo i primi 45 minuti di gioco. Il primo tempo si è concluso con il Foggia in vantaggio per 1 a 0. I giocatori della panchina del Siracusa trascorrono il tempo a palleggiare, a fare piccoli scambi ed un po’ di torello. Gli atleti del Foggia con il preparatore atletico in campo fanno un riscaldamento mirato e professionale, è ben chiaro ed evidente che Stroppa (l’allenatore del Foggia) è venuto a Siracusa per fare bottino pieno. Cassini entra al posto di Catania e fallisce l’1 a 1, Padovan sostituisce Mazzeo e dopo qualche minuto fa il 2 a 0.
Ci guarderemo bene dal dedurre che Cassini ha sbagliato il goal del pari per il tipo di riscaldamento nell’intervallo!!! Volevamo rimarcare solo la mentalità di una squadra e del suo staff.
“Il Foggia è una squadra costruita per vincere, - sono parole di Sottil – noi ci dobbiamo salvare”. Questo ce lo hanno ben chiaro anche tutti i tifosi del Siracusa. E forse per questo la rabbia di Sottil si fa doppia quando dice che certi errori in difesa non vanno commessi, infatti nell'azione  del goal di Chiricò, che ha portato in vantaggio il Foggia, quattro difensori azzurri guardavano tutti la palla sui piedi di Mazzeo scordandosi l’esterno foggiano che tutto solo sul passaggio di ritorno di Mazzeo insacca l’1 a 0. E poi ancora mister Sottil avrà da lavorare sodo su come i tre giocatori del suo schema casalingo (4-2-3-1) non possono restare dietro la linea della palla quando la squadra avversaria comincia la propria azione offensiva. Nel primo tempo è successo tante volte con la brutta conseguenza di far spompare troppo Baiocco e Giordano che alla lunga risentono di questa fatica e, soprattutto, di non tenere corta la squadra. Amnesie tattiche, appunto, su questo dovrà lavorare l’allenatore quando sostiene “bisogna tenere la concentrazione alta, altrimenti si viene puniti”.
Tutti quanti, tifosi e calciatori, si sono aggrappati a quel secondo tempo, che ha visto un leggero calo di ritmo nel Foggia ed un crescendo del Siracusa, per archiviare al meglio questa prima sconfitta in casa e guardare con maggior fiducia e positività alla trasferta di domenica a Taranto. Il  goal di Turati nel recupero è servito a dare un pizzico di morale in più. “Andiamo a Taranto con la volontà di fare risultato. Stiamo migliorando la nostra condizione e l’intesa fra i reparti” dice Carmine Giordano nell'incontro con la stampa di mercoledì pomeriggio, insieme a Marco Turati. Tutti e due in maniera convinta sostengono che se fosse entrata in porta la palla di Cassini i commenti sulla gara non sarebbero stati così negativi e la partita avrebbe potuto prendere un’altra piega.

Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo a Nicola Valente. L’esterno siracusano ci è sembrato il più vivace dell’intera squadra ed è stato capace di tenere impegnata la difesa foggiana mettendola in apprensione in tante occasioni.
                                                                                                                 
                                                                                          Salvatore Spallina


lunedì 25 luglio 2016

“UN TUFFO DOVE L’ACQUA È PIÙ BLU” E…TUTTI A RICORDARE STEFANO



               “UN TUFFO DOVE L’ACQUA È PIÙ BLU” E…TUTTI A RICORDARE STEFANO


“Un tuffo dove l’acqua è più blu”, questo il motto di questo  “PRIMO TROFEO DI NUOTO A MARE “STEFANO PULVIRENTI” organizzato dal Circolo Canottieri Ortigia Siracusa in collaborazione con: AICS (Comitato Provinciale di Siracusa) – Liceo Scientifico “L. Einaudi di Siracusa) – Il gruppo “Einaudi: un ruggito da via Pitia” - Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada onlus di Siracusa – Associazione Nuova Acropoli.  Nella zona di mare antistante il solarium Zen di Siracusa si sono dati appuntamento tutti quelli che hanno dato l’adesione a partecipare a questo primo trofeo di nuoto a mare, non competitivo, dedicato a Stefano.
“Un tuffo dove l’acqua è più blu”, niente di più…. ma che soddisfazione……  avrài provato caro Stefano a vedere tutta la preparazione, il tuffo in mare di mamma, papà, fratello, sorella, zii, zie, compagni di classe, amici, istruttori di nuoto dell’Ortigia, il presidente della Canottieri Ortigia, Valerio Vancheri, che ha voluto attraversare il tratto di mare della gara insieme a Roberto Camelia che ci ha tenuto ad essere insieme a te, a noi, in questi momenti di gioia e commozione.

Anche gli ospiti del solarium Zen hanno accettato e condiviso questo bel momento di confusione organizzata e molto ben riuscita di questa domenica 24 luglio 2016. Il fraterno amico Liddo Schiavo (che ben conosci) con AICS ci ha messo del suo (in tutti i sensi!!!) per essere presente  e far riuscire al meglio questa mattinata. 

I ragazzi del Ruggito con la “nostra” maglietta dedicata a te, insieme a tanti professori del Liceo Einaudi, a costruire quella macchia di azzurro che con il blu del mare hanno fatto tutt'uno.
Come già sai noi non ci fermeremo qui, abbiamo in cantiere altre iniziative che ti vedranno coinvolto appassionatamente.


Salvatore Spallina

martedì 12 luglio 2016

INTRIGO DI ANIME, FRA ROMANTICISMO E CRUDA REALTÀ



 Intrigo di anime, fra romanticismo e cruda realtà


Studi classici, laurea in lingue, varie esperienze di lavoro dalla scuola all’area manageriale, però Rosanna Vivacqua si è fatta prendere dal lato più forte che la Magna Grecia ci ha lasciato in eredità. Oltre l’arte, la musica, la pittura, la scultura, la poesia, la filosofia, la letteratura e la matematica quest’area geografica, ed in particolare l’area calabrese, da sempre ha subito, nel senso positivo del termine l’influenza della scuola pitagorica. Quella sui numeri è parte consequenziale della scuola stessa, ma ancor più forte è quella relativa alla metempsicosi (la cosiddetta trasmigrazione delle anime).
Lo stesso Platone in uno dei suoi viaggi a Siracusa effettuato dal versante di Taranto conobbe Archita, insigne matematico, gran filosofo e cultore/depositario del pitagorismo e della teoria della metempsicosi. Platone subì quell’influenza ed i segni sono rimasti evidenti nelle sue opere successive. Nel Museo Nazionale di Reggio Calabria un vaso riporta dipinto, in maniera netta, il mito platonico del carro alato (biga alata).
Questa piccola digressione ci sta servendo per condurvi dentro questo romanzo, il primo di Rosanna Vivacqua, “Intrigo di anime”, Herkules Books editore, che dei percorsi dell’anima, delle anime ne è depositario e cuore pulsante.
La storia, il racconto intriga perché la nostra autrice ci mette passione, capacità, abilità a far parlare queste anime che spesso, in un incrocio psicosomatico, trasferiscono nei corpi e nelle gestualità dei protagonisti tutte quelle capacità e risorse di cui dispongono e la gran voglia di voler, comunque, di condurre il gioco, anche quando il corpo sembra prendere il sopravvento. In realtà in alcuni personaggi del romanzo, nella descrizione di un incontro, i corpi d’un tratto diventano pura σομα (grezza corporeità allo stato puro) e la nostra autrice fa subito parlare le anime come se solo esse fossero le vere dominatrici, nel bene e nel male, di quelle entità psicosomatiche corrispondenti a quelle persone.  La  città dove, principalmente,  si muovono i protagonisti ha grandi risorse finanziare, posizioni politiche di un certo prestigio, ed è anello di incrocio di attività commerciali ed imprenditoriali.
Probabilmente l’autrice non ci avrà pensato (ma se ci ha pensato ha fatto bene a seguire lo schema!), ma le anime dei suoi personaggi si prestano in maniera quasi perfetta ad impersonare gli elementi classici che caratterizzano il carro alato. Ad  esempio l’anima nera, quella che rappresenta il cavallo nero (l’anima concupiscibile, quella legata ai più oscuri desideri ed alla malsane passioni) è ben impersonificata dall’anima di Francesca Malti, la manager che entra a far parte del nucleo iniziale dei soci “ della   RO.DE.MA.PI. “Tu sei il demonio”, la apostrofa il suo amante, senatore Francini. Alla stregua del mito platonico il cavallo bianco(l’anima irascibile, portata a compiere azioni buone anche a costo di rimetterci, a difendere il bene comune, a considerare gli altri parte integrante dei propri progetti di vita) non lascia spazio ad interpretazioni nell’identificare il personaggio che lo incarna. E’ Iliana Rocci, bella, limpida, solare, con gli impeti dei propositi tipici di chi butta il cuore oltre l’ostacolo e si spende per gli altri. Per la propria fragilità è costretta a pagare i prezzi più cari. La sua sensibilità l’autrice ce la dispiega quando, avuta notizia della morte in un incidente della sua amica più cara, le crolla il mondo addosso proprio nel momento più complicato che sta vivendo anche dentro la società dove lavora. La rinascita di quest’anima passerà attraverso una sorta di rigenerazione biogenetica, a contatto con la natura e il mare. Il travaglio interiore e il dramma della perdita è come se l’avessero fatta rinascere  per essere pronta a rimettersi in gioco dopo aver raggiunto (unica fra tutte) la “Pianura della Verità” dove le anime tentano di giungere aimè invano. Iliana apre e chiude il romanzo con quel suo “far tamburellare le proprie dita sulla pelle morbida della borsa”.
L’autrice non nutre animo propositivo nei riguardi delle altre anime, sembra abbandonarle ad un destino di reincarnazione con il pollice verso. Ci è sembrato che la Vivacqua voglia offrire, dalle sfumature del racconto, e noi ne condividiamo la scelta, alle anime di Carla Vanni e di Tiberio Francini un percorso di vita che il cambio secco di rotta offre loro per purgarsi definitivamente dalle precedenti esperienze.

Le 430 pagine scorrono veloci e piacevolmente ci si sofferma su quelle dove la penna dell’autrice vuole condurci a visitare antichi palazzi dalle architetture interessanti  e con interni descritti così bene nei particolari che sembrano piccole sequenze fotografiche oppure luoghi paradisiaci, come alcune zone della Calabria, che sono in grado, ancora oggi, di incantarci con il loro mare e con le loro spiagge.
Per la versione cartacea: www.herkules-store.it,  www.ibs,it, per la versione e-book: www.amazon.it, www.mondadoristore.it


Salvatore Spallina

sabato 18 giugno 2016

TEATRO GRECO DI SIRACUSA - “VERITÀ PER GIULIO REGENI”

        

             “VERITÀ PER GIULIO REGENI”
Teatro Greco di Siracusa. Dopo la rappresentazione di Elettra di Sofocle, nella serata del 16 u.s. è andato in scena un dibattito/processo,  AGON 2016, organizzato dall’“ISISC”, l’Istituto superiore internazionale di scienze criminali, dalla Fondazione INDA, dall’associazione  “Amici dell’INDA” e dall’Ordine degli avvocati di Siracusa. 
Oltre a Fedra di Seneca, Alcesti di Euripide è l’altra tragedia del Ciclo di rappresentazioni 2016.  Il tema da dibattere: processo ad Admeto, marito infelice o cinico omicida?.  Centro di questo dibattito, vero cuore di tutta la serata sono le offese, le violenze, i soprusi, fino al femminicidio, che la donna subisce nella realtà che scorre sotto i nostri occhi.

Il Gruppo Italia 85 di Amnesty International di Siracusa, nell’ambito della campagna nazionale ed internazionale denominata “VERITÀ PER GIULIO REGENI”, il giovane friulano ricercatore della università di  Cambridge, sequestrato e trovato morto al Cairo con il corpo martoriato e torturato, ha chiesto ed ottenuto di poter esporre e far scorrere lo striscione con la scritta. E’ a tutti noto che il contenzioso politico-diplomatico fra Italia ed Egitto, per giungere alla verità su questo caso, è ancora ai massimi livelli. I genitori di Giulio continuano la loro battaglia di verità appoggiati da tanti gruppi, associazioni, semplici cittadini.
Amnesty International segue il caso sin dai primi giorni del sequestro e continua a battersi anche in favore di tante altre persone che in Egitto continuano a morire e scomparire sotto il regime dittatoriale di al-Sisi.


Il Gruppo Italia 85 alla fine della rappresentazione di Elettra, all’uscita, ha esposto lo striscione, sostenuto dagli attivisti del gruppo. Poi prima dello svolgimento del dibattito di Agon, dentro la cavea del teatro, lo striscione è stato fatto scorrere nell’emiciclo del palco ed ha raccolto una significativa ed emotiva standing ovation.

Salvatore Spallina