domenica 31 dicembre 2017

“IL RING E L’AQUILONE” DI ROBERTO CAMELIA E LUCA CIANCI – CREDICI E TI RIALZI




    Il fatto/la storia: Siracusa 02 gennaio 2013. Appena dopo pranzo, Roberto è disteso sul letto, rilassato, fuori c'è freddo. Il fratello Concetto lo invita a fargli compagnia sul furgone di lavoro, ha promesso   di dare uno strappo, un passaggio ad un amico in difficoltà. Invece della solita tuta, Concetto veste quasi sempre in tuta, questa volta si vestì con pantaloni e cintura. Lungo il percorso che stanno compiendo, da Milocca a Fontane Bianche, Roberto (lato passeggero) vede un muretto a secco completamente abbattuto con i segni che la cosa era avvenuta da lì a poco. Chiede a Concetto di fare inversione per vedere se era successo qualcosa e qualcuno si fosse fatto male. Le ruote di una macchina cappottata che ancora continuavano a girare erano il segno evidente di quanto accaduto. Roberto si avvicina e vede l’uomo alla guida dentro abitacolo, ancora vigile, ma avvinghiato alla cintura di sicurezza e sotto shock. 
   Senza esitare cerca di estrarre fuori l’uomo e chiede al fratello di prendere una bottiglietta d’acqua dal furgone nel quale viaggiavano. È  sul ciglio della strada accanto all'uomo tirato fuori dalla macchina, cerca di scambiare qualche parola con lui. Concetto non è ancora tornato dal furgone con l'acqua. Un’altra macchina nello stesso punto della precedente esce di strada ed a tutta velocità investe Roberto e gli trancia la gamba sinistra sotto il ginocchio. 
   Da questo momento cominciano una serie di atti, di momenti di allucinazioni raccontati con lucidità, con calore vero, con passione atletica. Passaggi di microstorie succedutesi dopo il trauma che solo una persona autentica e piena di senso di humor, come Roberto, può raccontare. Il suo amico Luca Cianci, è stato il primo a spingere Roberto a scrivere a quattro mani questo libro, convinto com'è, che questa storia avrebbe dato impulso, conoscenze, comportamenti e stimoli a tutti quei  ragazzi, ai loro familiari, ad altri amici che hanno vissuto e vivono momenti come questi. Uscire da un data condizione, pur difficile, si può. Ricominciare a credere negli altri, ma sopratutto in se stessi, si può, a patto che  si cominci  scoprire e mettere in moto tutte quelle risorse nascoste dentro di noi. 


                            


   La prima presentazione dl libro è avvenuta a "La Cittadella dello Sport", "Rosario Lo Bello", di Siracusa, una sorta di tempio dove si esercitano una serie di discipline che anno fatto onore allo sport siracusano, nazionale, mondiale. Il padrone di casa di  domenica mattina 17 dicembre 2017 è stato Valerio Vancheri presidente del Circolo Canottieri Ortigia Siracusa. Ci sono tanti ragazzi dentro "La Cittadella". L'Associazione ha in gestione "La Cittadella dello Sport" e la domenica e nei festivi apre ai minori, ai migranti e a tutti quelli che, nei giorni abitualmente aperta agli allenamenti agonistici, avrebbero poco spazio per esercitare un poco di attività fisica e di sport all'aria aperta. Il sodalizio sportivo ed amicale fra Valerio e Roberto è consolidato e Valerio  ci teneva particolarmente ad aprire la presentazione di "Il ring e l'aquilone", € 12,00, per i tipi di Sport&Passione (nelle principali librerie nazionali ed online).
    La bella presentazione di Daniele Radaelli, Caporedattore della “Gazzetta dello Sport”, inquadra nella giusta misura il personaggio pubblico che è diventato Roberto Camelia, ma indirizza il lettore nella giusta dimensione dentro la quale Roberto si vede e si legge, senza esaltazioni, cioè quella di un “meraviglioso eroe quotidiano”.
  È presente Alberto Francescut, giornalista e collaboratore della “La Gazzetta dello Sport”. In una rubrica tutta sua ha raccontato e  racconta storie di atleti paralimpici,  con Roberto è nata una sintonia ed un’amicizia dopo aver raccontato la sua storia sulla Gazzetta dello Sport.  




     Il racconto di tutta la vicenda, di cui Roberto è involontario , ma ora consapevole protagonista, è vibrante, emozionante con momenti che non ti aspetti e con risvolti cui non hai mai minimamente pensato potessero succedere nella vita delle persone. Una sorta di autoanalisi, autoriprogrammazione della vita, di riscoperta del prioprio Sè nascosto, che nel Silenzio di una pacata accettazione della realtà dà l'avvio ad un percorso nuovo di vita con nuovi punti di riferimento e con alcune certezze, a cominciare dalla famiglia, su cui poter sempre contare. Corpo-Mente (Cervello) programmati, secondo le leggi della fisica dei corpi, lo avrebbero aiutato a  sopravvivere, ma è il pensiero che ha vinto questa battaglia della vita di Roberto.
        Perché fermarsi a soccorrere quell'uomo!!! È una domanda che gli hanno fatto in tanti e che si è fatta, subito dopo l’incidente, anche Roberto. Nel procedere della sua degenza non è emersa più perché “sarebbe stato per me molto più difficile convivere con il senso di colpa piuttosto che senza una gamba: vivere deludendo se stessi rappresenta la pena più severa che si possa affrontare. È persino peggio che deludere gli altri, perché non c’è arbitro più severo del nostro io”.
        Nella rinascita di Roberto hanno avuto un ruolo fondamentale i medici ed i reparti coinvolti dell'Ospedale Umberto I di Siracusa e poi il C.R.C. (Centro di Riabilitazione al Cammino) Casalino di Loiano (BO). Un passaggio sentimentale, nato dentro il centro di Loiano, ha esercitato, come una magia, un effetto taumaturgico unitamente alla volontà di voler riprendersi la vita a partire dalla propria per tornare ad essere competitivo e realizzare un record fin'ora ineguagliato: risalire su un ring e dirigere un match di boxe come uno dei tanti arbitri cui viene assegnato un incontro da arbitrare. 
   
   

   Roberto, come testimonia questa foto, è in splendida compagnia con campioni che nella vita e nello sport dei normodotati e dei paralimpici fanno invidia a tutto il mondo (da sinistra Alex Zanardi, Bebe Vio, Martina Caironi, Roberto Camelia, Luigi Valietti, Roberto Bruzzone).

                                
                                              (Roberto mentre firma le dediche)

        E non finisce qui!!

   I tanti che hanno comprato e compreranno il libro daranno una mano a         Roberto per far crescere ed espandere gli interventi che la sua ONLUS         Sport&Mente porta avanti dal 2016. Infatti il ricavato della vendita sarà interamente devoluto a Sport&Mente che continua ad occuparsi dell’inclusione di tanti ragazzi che hanno problemi di varia natura fisica e che trovano difficoltà a poter fruire in maniera agevole di strutture ed attenzioni. Per la prima volta Roberto è riuscito a far svolgere un incontro di Sitting volley (la pallavolo paralimpica) alla Cittadella dello Sport di Siracusa.

       Chi è Roberto Camelia:  era, è uno sportivo agonista. Ama il tennis, ma il suo amore per il pugilato supera tutti gli altri sport. Dal 2010 arbitro giudice della FIP (Federazione Pugilistica Italiana). Oggi, nel mondo dei normodotati, è l’unico arbitro al mondo ad arbitrare con una protesi alla gamba sinistra. È anche atleta paralimpico in varie discipline e Cavaliere dell’Ordine “Al Merito delle Repubblica Italiana”.


       Chi è Luca Cianci: un psicologo specializzato in Human Resources Managemente              (Organizzazione e gestione delle risorse Umane, Preparatore mentale di primo livello della FIT (federazione Italiana Tennis) e responsabile del portale web www.socialjobs.it.


                                                               


   Chi è Concetto Camelia: è l'alter-ego, l'ombra ("bella") di Roberto, una pagina del libro esprime i suoi pensieri nel merito.


         

               Salvatore Spallina



domenica 24 dicembre 2017

SIRACUSA-TRAPANI 2 a 2 - DERBY BELLO E COMBATTUTO PIPPO SCARDINA TORNA A SCALDARE IL CUORE DEI TIFOSI AZZURRI






    È da questo calore che vogliamo partire nel nostro commento. Perché di vero calore sportivo si tratta, anche se ce n’era bisogno di calore ieri sera al De Simone!!! Per un quarto d’ora s’era alzato un vento gelido che ha sferzato le facce e i corpi dei tifosi azzurri, poi si è calmato. Ma anche se il freddo si è patito valeva la pena esserci in questo derby. Troppi gli assenti in questa giornata azzurra!!, era la sera dei tantissimi juventini (nel giusto rispetto del turno!!! sic!!). Hanno perso l’occasione di poter vedere un Siracusa pimpante e voglioso di fare proprio il risultato. Nella prima parte della gara, compreso l’autogoal del Trapani(16° p.t.)  su cross di Liotti, il Siracusa aveva fatto la partita, con Mancino, autore di belle giocate e proposte di scambi nella trequarti avversaria e con Parisi che solo davanti a Furlan, al 28°, calcia fuori la palla del 2 a 0, al 43° il goal del pari di Murano su azione manovrata.
    Il 3-5-2 ha funzionato bene, in verità nella fase difensiva diventava spesso un 4-4-2, ma ha retto bene per tutta la gara. Quando il Siracusa ha concesso al Trapani di dialogare e non aggredire il portatore di palla, per recuperare la seconda palla, ha subito le due reti del Trapani, una alla fine del primo tempo, l’altra all’inizio della ripresa, per opera dello stesso Murano ed ha corso anche qualche altro rischio.
    Sia nel primo tempo, dominato dagli azzurri, che anche dopo il 2 a 1, si vedeva, ed il pubblico lo sentiva, che la squadra era viva e vogliosa di riprendere la partita e magari di andare oltre il pari. Tutto questo è bastato a dare sensazioni che da qualche tempo nelle partite in casa il Siracusa non riusciva più a creare. Tutto ciò in considerazione del fatto che l’uscita di Mancino ha privato il Siracusa di un apporto tecnico non indifferente dal momento che Sandomenico non è entrato mai in partita ed ha fallito(22° s.t.), solo davanti a Furlan, la palla del 2 a 2. Positivo l’ingresso di Mangiacasale che da sempre nella fase offensiva incide e crea occasioni pericolose.
   Subìto (8° s.t.) il 2 a 1 gli azzurri cercano di riprendere la partita e sfiorano il pari con Catania, stoppato in area dopo uno scambio con Parisi. Poi tre minuti dopo, su cross di Liotti, Scardina mostra il suo pezzo forte, torsione con colpo di testa che va a finire sul palo interno e poi fuori. Poi l’errore di Sandomenico, ma il Siracusa c’è ed il pubblico “lo sente” che è vivo e vuole il pari a tutti i costi. Ed è esplosione di gioia al 38° quando Pippo conclude un’azione impetuosa con un batti e ribatti che si conclude con il 2 a 2.
   L’ingresso allo stadio dei tifosi trapanesi e il modo con cui è avvenuto non meritano commento, meglio parlar d’altro. Manifestazioni antiche e squallide alle quali non bisogna dedicare spazio né tempo. Sentito da tutto lo stadio invece il minuto di silenzio dedicato alla morte della bambina di Pagliarulo, il centrale difensivo del Trapani.

   Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo a Pippo Scardina. È tornato ad essere incisivo e a regalare emozioni il centravanti azzurro. Goal del 2 a 2 a parte, si è esibito in uno dei suoi colpi speciali, la spizzata di testa, palo su cross di Liotti, una bella triangolazione al 40° del primo tempo con Mancino e Catania. Anche nella partita al Massimino del 17/12, contro la Sicula Leonzio, aveva messo in mostra, dopo aver sostituito Bernardo, la sua voglia di far bene ( un rigore procurato e l’azione più pericolosa della partita).


   Salvatore Spallina

martedì 12 dicembre 2017

SIRACUSA-JUVE STABIA 0 a 0 - EMOZIONI AL PALO, CLASSIFICA SOLIDA, PUBBLICO ASSENTE TROPPO ESIGENTE - NICOLA SEMPRE PRESENTE





   Pubblico assente, troppo esigente. E’ con questa rima che sentiamo di cominciare questo commento sulla partita Siracusa-Juve Stabia. E lo diciamo con franchezza ed anche con amarezza. Ci farebbe piacere vedere al De Simone il pubblico che meriterebbe una squadra in una posizione di classifica invidiabile, come quella del Siracusa, in questo scorcio di stagione. Le duecento presenze in più della media, ahimè, stagionale (1.700/800) hanno dato un poco di lustro a questa domenica che ricorda il mai dimenticato Nicola De Simone. Un ragazzo di Castellammare di Stabia che ha militato nel Siracusa e che con quella maglia addosso, sul campo, ha lasciato la sua giovane vita. Atleta e uomo autentico nel cui ricordo non si festeggia solo un incontro di calcio, ma tanto, tanto di più. Per molti di noi è qualcosa di più, molto di più di una semplice partita. Sono passati trentotto anni ed il suo ricordo è ancora vivo e forte. Domenica è stato un momento bello e sentito prima durante e dopo la partita, indipendentemente dal risultato. Lo stesso Nicola avrebbe meritato ancora più pubblico come in altre occasione è successo.
   Torniamo al punto. Gli spettatori restano a casa con la scusa che di partita in partita c’è qualcosa di meglio da vedere in tv, perché a turno mancano i milanisti, gli interisti, gli juventini. Nelle partite del Siracusa in casa manca quel quid, quella aspettativa per cui vale la pena andare allo stadio, oltre il fatto di essere tifosi azzurri. Mancano i goal di Pippo Scardina che oramai non accenna più, se non sporadicamente, a far pressing anche da solo, perché guardandosi intorno vede che nessuno lo segue nella sua iniziativa (perché il Siracusa di quest’anno non pratica il pressing!!). A Pippo mancano quei cross tesi dalla linea laterale che tanti bei goal gli hanno procurato nella passata stagione e che tanti tifosi hanno infervorato.  Per uno di quei goal valeva la pena pagare un biglietto e poi parlarne durante la settimana. Forse è proprio questo che manca in quest’anno calcistico. Quasi sempre le partite, tranne qualche eccezione, si concludono domenica sera o al massimo lunedì sera. Non c’è il trascinamento di belle immagini che il tifoso si porta dentro, una bella azione tecnica, di qualità superiore che ti fa andare a cercare l’amico anche al telefono, se non è venuto al campo, per riprendere una discussione il giorno dopo e magari invitarlo/costringerlo la successiva domenica, in casa, a venire a guardare i Leoni, anche se i Leoni meritano sempre di essere guardati e seguiti.                                                              
  Da questo punto di vista lo spettatore siracusano che ha giuocato al calcio o che ama il calcio tecnico, di qualità prova/trova scarse occasione per ammirare tutto ciò.  Poi l’unico calciatore che è in rosa e che ha dimostrato di averle le qualità per inventare giuoco e creare le premesse per azioni pericolose, che è Nicola Mancino, non ha ancora un ruolo definito. Questa domenica scorsa è stato schierato sulla fascia esterna dove ha reso pochissimo e da dove ha poche possibilità, per le qualità che possiede, di rendere al massimo. Infatti uscito lui nel secondo tempo il livello tecnico della squadra è calato di molto rispetto al primo tempo. Se vogliamo parlare di emozioni l’unica di tutta la gara è stata quella relativa al cross di Mangiacasale ed il tocco sottoporta di Emanunele Catania che il pipelet Branduani d’istinto manda in angolo. Per onor di cronaca, a parti invertite, nella parte finale della gara, l’incrocio dei pali di Calò, con Tomei fuori causa, è l’altra emozione di tutta la gara.

   Però mister Paolo Bianco mastica amaro, già prima della partita ed anche il giorno dopo, per la debole affluenza e per i mormorii di parte del pubblico verso la squadra. Non si capacita perché non viene tenuto nel giusto conto il fatto che questo bottino di 30 punti (quarta in classifica) è un bottino meritato, per prestazioni e per numeri di tutto rispetto. Noi siamo convinti sostenitori di mister Bianco e siamo certi che, al rientro di Turati, con un Magnani nelle migliori condizioni, e con l’affidare a Mancino un ruolo più centrale in mezzo al campo, con il 3-5-2,  nella seconda parte del campionato e nei play off saprà regalare a tutto il pubblico del De Simone quelle emozioni e quelle aspettative che anche la presidenza Cutrufo merita. Poi pensiamo che con qualche  intervento nel mercato di gennaio il sapiente Antonello Laneri saprà trovare quel tassello che manca per rendere la rosa ancora più competitiva. 



     Sono in tanti quelli che seguono il Siracusa in trasferta, ovunque, e non fanno mai mancare il calore del tifo, fra questi, in particolare c’è un piccolo gruppo, gli amici del “Club Azzurro Nicola De Simone” guidati da sempre dall’imperterrito Angelo Vinci (presidente da sempre).  

                                            

   Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo alle due tifoserie gemellate nel nome e nella memoria di Nicola De Simone.


         Salvatore Spallina