lunedì 31 luglio 2017

MICHELE PUPILLO “BOHEME È STATA ED È SEMPRE RIMASTA UN’OPERA GIOVANE” – A NOTO IL 15 AGOSTO





 Michele Pupillo “Boheme è stata ed è sempre rimasta un’opera giovane” 


L’Orchestra Mediterranea Siracusana e Coro diretti dal maestro Michele Pupillo con la regia di Paolo La Delfa porteranno in scena a Noto, Il 15 agosto alle ore 21,00, a Palazzo Ducezio, di fronte alla scalinata  della Cattedrale, la Boheme,  opera lirica in quattro quadri di Giacomo Puccini.
Il maestro Michele Pupillo con la “sua” Orchestra e Coro e con i protagonisti che saliranno sul palco sta completando il lavoro preparatorio senza trascurare nessun dettaglio. L’Opera sotto le stelle. Dopo i successi di Tosca e Traviata, il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, ha rinnovato la scommessa, anche per quest’anno con la Boheme, contando su un riscontro che non potrà essere inferiore alle due precedenti opere.
Noi abbiamo incontrato il maestro Michele Pupillo per scambiare due battute sulla scelta di Boheme e su quali temi principali verte quest’opera.

Maestro la scelta quest’anno è caduta su Boheme ci dica perchè
“La Boheme è l’amore, tout court.  In particolare, le dico di più, è l’amore in tutti i sensi. Sprigiona sentimento in ogni momento della sua messa in scena. E’ l’amore in assoluto.

Ci dica qualcosa sulle musiche di quest’opera
“Le melodie sono così belle che non si può fare a meno di piangere. Puccini ha dato grande prova in queste melodie d’amore ed è rimasto insuperato. Quando studiavo composizione, con la mia insegnante, io già amavo moltissimo quest’opera, ero e sono sempre innamorato di Puccini.
Ho scelto quest’opera perché la sento dentro di me in maniera particolare, quest’opera commuove”.

I protagonisti sono giovani ed anche il contenuto rispecchia temi molto vicini al mondo dei giovani
“ I giovani d’oggi possono vedere in essa rispecchiati i loro sentimenti, quelli che loro vivono oggi, adesso. Bhoeme è stata completata nel dicembre del 1895, nel febbraio del 1896 è andata in scena, ma è stata ed  è sempre rimasta un’opera giovane. I protagonisti sono ragazzi che sperimentano la vita e credono in essa, cercano il successo tentando di realizzare i loro sogni. Vivono una dimensione della vita nella quale si progettano idee ed aspettative. Loro vivono in una soffitta e dividono, condividono tutto. Amori, passioni, delusioni e rinascite”.

A chi viene a vedere, a sentire per la prima volta Boheme lei cosa dice
“Io pur essendo già grande continuo ad amarla perché mi offre stimoli e mi fa ritrovare sempre quella parte della mia spiritualità che mi ha consentito di vivere la mia esperienza di musicista e di uomo senza rimpianti, con lo stesso amore per la musica che avevo quando ero giovane. Giacomo Puccini è sempre molto moderno. Sa alternare le fasi musicali che riescono a prenderti, a coinvolgerti durante l’esecuzione”.


L’opera si sviluppa, si svolge  in quattro quadri. Nella soffitta (il primo), al caffè Momus (il secondo), alla barriera d'Enfer, un passaggio doganale dove si viene controllati (il terzo), di nuovo in soffitta (il quarto)
“E’ un’opera difficile da mettere in scena perché ha dieci parti principali, è complessa nella sua composizione. Oltre ai protagonisti principali ci sono una serie di altri personaggi, compresa una banda, che hanno ruoli importanti. L’opera si colloca, temporalmente intesa, come stagione, alla vigilia di Natale. Noi faremo di tutto, sotto il profilo scenografico, degli effetti e quello musicale, per poter trasferire mentalmente ( e sarà uno sforzo non indifferente!!) il pubblico dentro quelle scene, dentro quei quadri. Splendidi le arie “Che gelida manina”, “Sì, mi chiamano Mimì” ed il duetto “O soave fanciulla”, giusto per fare qualche citazione”.

                                                              Salvatore Spallina