Al centro il maestro Michele Pupillo
L'omaggio e gli applausi finali del pubblico
La Traviata a Noto, un successo cercato,
voluto, inseguito ancorchè una conferma della bontà delle scelte sia
dell’amministrazione comunale netina con a capo il sindaco Corrado Bonfanti, il
vice Frankie Terranova, il dirigente Salvatore Ricupero unitamente al dott.
Biagio Armaro, presidente/patron dell’Orchestra Mediterranea Siracusana e Coro
e al maestro Michele Pupillo, mente, anima e corpo di questa Orchestra. Al
momento della presentazione della serata Alessandra Gatto ha voluto sul palco
il sindaco Bonfanti il quale ha preso atto che le sinergie fra pubblico e
privato, quando le scelte sono mirate, concordate e volute fino in fondo, danno
risultati importanti. La sfida era stata vinta, come per Tosca l’anno
precedente, scegliendo per “Effetto Noto”, tra le altre attrattive, l’inserimento di
un’opera lirica nel calendario degli eventi. Il pubblico, tanti gli
anglosassoni presenti e partecipi, con una serie di applausi durante lo
spettacolo e con un interminabile applauso finale, ha decretato il successo di
questa messa in scena de La Traviata.
Palazzo Ducezio e La Cattedrale di Noto
hanno offerto lo scenario dove Paolo La Delfa (regia), Maurizio Amaldi
(scenografia), Simona Gatto ( coreografie), Pina Fontana (costumi), hanno
permesso ai protagonisti di poter esprimere il loro talento a cominciare da
Violetta Valery- Esther Andaloro – Soprano ; Flora Bervoix- Valeria
Fisichella – Mezzosoprano; Annina – Francesca Mazza – Soprano;
Alfredo Germont – Antonino Interisano – Tenore; Giorgio Germont(Padre) – Paolo
La Delfa Baritono; Gastone Visconte di Letorieres- Riccardo Palazzo – Tenore;
Il Barone Douphol- Lino Calafiore – Baritono; Il Marchese D’Obigny-
Giuseppe Lo Turco – Basso; Il Dottor Grenvil- Emanuele Cordaro – Basso;
Giuseppe Servo di Violetta – Francesco Fontana – Tenore. Maestro Sostituto –
Maria Grazia Di Giorgio – Biagio Lo Cascio, Aiuto Regia – Maria Grazia Di
Giorgio, Direttori di Scena Enzo Vittorino – Elisa Mangano. Una menzione
speciale va riconosciuta al Corpo di ballo del Centro Musical Siracusano
diretto da Simona Gatto che, con Nadia Rotondo, Marta Celesia, Desiree Roccaro,
Arianna Privitera, Mattia Luparelli e la solista Barbara Rizza, hanno dato
vita, nel seno della rappresentazione operistica, a momenti di alta classe e
vera professionalità.
Il regista Paolo La Delfa con Margherita e Salvatore Imbesi
A fine spettacolo abbiamo sentito
brevemente i protagonisti e visto il successo ottenuto con potevamo che
raccogliere soddisfazioni e note positive. A cominciare dalla regista Paolo La
Delfa che aveva cercato di dare nella preparazione dello spettacolo un’impronta
particolare, come aveva dichiarato il giorno prima, “portare il pubblico sul
palco”. Infatti “ la recita – dichiara – ha centrato gli obiettivi che ci
eravamo prefissi. La presenza del pubblico sulla scena l’ho avvertita in più di
un momento nel corso dello spettacolo. Ho visto gli artisti immedesimati nelle
loro parti. Personalmente ho vissuto momenti di viva commozione”.
Ci può indicare in quali momenti? “ Quando la
situazione nella quale Violetta costruisce il suo sogno che prelude alla sua
morte e sta rivivendo la sua storia con ì personaggi che facevano parte della
sua vita, ed anche durante l’altra scena forte quando Alfredo con disprezzo le
butta in faccia il denaro”.
Protagonista “regina”, come nell’opera,
così sulla scena, è stata Esther Andaloro che per la prima volta interpretava
il personaggio di Violetta nella sua terra. “E’ stato meraviglioso, sono molto
felice, emozionata, commossa”. “Tutto questo è successo in Sicilia, tra la mia
gente , – continua – un pubblico caloroso nell’arco di tutta la
rappresentazione”.
C’è stato qualche momento nel quale
ha sentito il pubblico più vicino?
“ Si. Nell’ultimo atto. A me fa
impazzire l’ultimo atto. Personalmente lo sento in maniera troppo forte anche
perché dal punto di vista vocale è quello che mi coinvolge di più”.
Le sensazioni di Antonino Interisano
sono improntate alla natura del personaggio di Alfredo che “come me è un
romantico per natura, mi assomiglia (per sentimento), è un ingenuo, non è
cattivo. Insieme a Violetta vogliono amarsi a tutti i costi e contro le regole
morali/borghesi di quel tempo, ma anche di questo tempo, perché noi dobbiamo
immaginare che “La Traviata” è amata e vista in tutte le nazioni del mondo,
dove piace l’opera lirica, e in ogni nazione vigono regole morali e di
comportamento differenti”. “Al di là delle volontà individuali –
continua Nino – è il fato che questa volta decide la sorte delle persone. Però
lei non si vuole arrendere e vuole continuare ad amarlo oltre la morte”.
Mente, corpo e anima dell’Orchestra: il
maestro Michele Pupillo. “ L’applauso finale – esordisce – mi ha ripagato di
tutte le fatiche e le energie spese per portare a compimento questa Traviata.
Questa gratificazione è passata dalle vibrazioni che dalle spalle arrivavano a
me, ai musicisti, ai cantanti. Belle sensazioni. Ci è riuscita una splendida
Traviata. Sono contento del cast e l’orchestra ha dato il massimo. Non voglio
aggiungere altro perché è giusto che sia il pubblico a dare i giudizi sulla
serata. Noi siamo grati al sindaco Bonfanti per aver creduto in noi e di aver
accettato, per il secondo anno di seguito, di voler offrire alla sua città
un’opera lirica attraverso il nostro contributo”.
Abbiamo captato al volo il parere del primo violino (da sempre) dell’Orchestra, Giovanni Cucuccio : “la buona la lucidità dell’orchestra e una eccellente amplificazione, grazie ai fonici, hanno contribuito al successo della serata, ma non possiamo trascurare l’abilità e il carisma del mastro Michele Pupillo che risolve sempre in maniera brillante ogni passaggio musicale”.
Il presidente dott. Biagio Armaro
Le ultime battute spettano al dott. Biagio
Armaro mente operativa e “cuore pulsante” di tutta l’Associazione: “ mi sono
commosso, si vedeva che gli artisti in scena provavano le emozioni che
esprimevano, sono contento della qualità espressa sulla scena. Peccato che dopo
le tante spese affrontate non riusciamo a replicare l’opera e ci si fermi ad
una sola rappresentazione. Speriamo di poterla replicare a dare ad un altro
pubblico tutte quelle belle sensazioni che ha provata il pubblico presente su
questi famosi gradini questa sera”.
(luglio 2015)
Salvatore Spallina