giovedì 30 giugno 2022

TOM WAITS, POSEIDONE, IL TEMPO, LE CASE, I COLORI DELL' ANIMA

 

Bruno Formosa

   Dopo il discreto successo della prima mostra dei lavori di Bruno Formosa alla Libreria NeaPolis di Annalisa Sansalone, in viale Teocrito, a Siracusa, abbiamo pensato che il vasto pubblico dei suoi curiosi ammiratori meriti di venire a conoscenza di qualche altro elemento in più. In particolare, riguardo la sua ispirazione, come realizza le sue opere, quali pensieri attraversano la sua mente quando va a cercare il materiale da usare, dove lo va a cercare, dove lo trova.   Siamo andati a trovarlo nella sua tana operativa ed abbiamo raccolto quel che segue.

  Per un poco lo abbiamo visto anche all’opera nel completamento di un lavoro.  Infatti l’artista fa passare il suo trapano o la piccola sega là dove li spinge la sua ispirazione o l’idea da realizzare, e lì si fermano. Come fossero colpi di pennello d’autore.  Quando la sua stessa natura è paga del risultato raggiunto, in quel momento, la mano si ferma. Poi fra un tipo di resina, un fornellino a gas, pinze varie per non bruciarsi le dita, fono, a freddo, per far condensare i materiali usati, si avvia a definire.  

   Anche noi guardiamo il lavoro finito e comprendiamo, dal suo sguardo, che sono sempre i colori dell’anima che prendono il sopravvento e lasciano il segno.

   Le infinite possibilità espressive dell’opera d’arte, quando passa, maggiormente, dal legno, com’è il caso del nostro artista, transitano, in primis dalla forma, così come l’ha trovata.

   Il nostro artista si colloca in un filone d’arte, che viene definita da più di  un esperto, come tecnica mista  di assemblaggio polimaterico, una sorta di “Riclicarte”, presente, già da tempo, nel panorama italiano.


                                                    Proiezioni abitative astrali

   Fra vecchia e nuova produzione, cominciamo col dire che questi  materiali assemblati, in una sorta di trama intricata, alla fine si uniscono in un dialogo comunicativo. Pezzi di legno, parti di tronchi d’alberi, trucioli di segatura, chicchi di caffè, resine, pezzi di ceramica, chiodi arrugginiti, chiavi di ogni tipo, vecchie monete, plastiche varie, pezzi di corde, varie forme di pasta cruda, piumini vecchi, scarpe e scarponi sbucherellati, segatura varia e tanto altro.

   Abbiamo cercato di cogliere, in questo dialogo, gli elementi connessi a questo materiale che tratta. In maniera sincera, abbiamo scambiato i nostri pensieri nel merito.

   Come è nato tutto questo?

   “Questa cosa, che è diventata passione, è nata dopo una serie di esperimenti compensativi al mio mixare dischi, per una vita. Il lockdown ha contribuito, però poco. Ancora oggi è così. Ho cominciato a misurarmi con cose che non avevo mai fatto prima e come tutte le cose che nascono per la prima volta, via via, con gli errori che andavo commettendo, si stavano trasformando in una sorta di tirocinio, servivano a migliorare i miei prodotti”. 

      Noi pensiamo che, in fondo, questi materiali possono svelare qualcosa di più di ciò che sembrano a prima vista. Dalla apparente mutabilità delle cose, dalla trasformazione della materia, alla nostra finitezza. È come se la materia, mischiata con altre cose poco conosciute, fuori dal tempo, oppure mischiata col tempo (che concepiamo, a nostro comodo!!!) se la rida della nostra esistenza. Ci sopravvive, si trasforma o resta com’è, per un tempo così lungo che noi non riusciamo a quantificare. Pensiamo ad una pietra, ad un ceppo, ad un pezzo di legno massello. Quasi si fanno beffe delle nostre incapacità di saperci proiettare oltre il mondo piccolo e confuso nel quale viviamo ed oltre il quale non sappiamo lanciare uno sguardo.   

   Il legno di suo ha un carattere, un carattere antico. Si porta dietro una sua identità, dono della Natura. Anche le sue trasformazioni, sia quelle naturali che per opera dell’uomo, fino a che restano nella sua struttura compositiva, originaria, non ne modificano il carattere antico.

    Partiamo dalle immagini. 

    Quando vai in giro, a cercare del materiale, hai qualcosa in mente in modo che quello che trovi possa corrispondere alla tua idea?

   “A volte si, quando cerco ho delle cose in mente, delle immagini di persone e situazioni che mi porto dietro, qualche viso che corrisponde ad un mestiere, ad una identità fisica specifica della persona che lo esercita. Cerco, confessa,  di tenere impressionate quelle forme. Certe volte trovo dei materiali che in qualche modo hanno una certa rispondenza, come è normale, a volte no. Altre volte prendono il sopravvento forme diverse che si fanno strada nella mia mente durante la lavorazione". 

 
                                                               Spiro

   "Per esempio, ecco, quella particolare bruciatura, quel buco là in mezzo a quella tavola bruciacchiata, di “Spiro”, (era una porta d’ingresso in un antico casolare, mi piace pensare, di qualche sperduta campagna di chissà dove e che il mare mi ha fatto trovare in uno degli anfratti che vado visitando abitualmente, mi ha fatto subito pensare a Nico, detto “Spiro”. Il bottegaio/putiaru di vino sfuso,  olive sott'olio, pane  di casa, cipolle, solo rosse ed altri prodotti da mangiare e gazzose, da mischiare col vino. La forma del legno era perfetta per la sua fronte bruciata dal sole. Perché devi sapere che Spiro lavorava in campagna ed il vino che vendeva lo produceva lui. Era orgoglioso del suo, Nero d'Avola. Fumava solo sigari toscani fino alla fine dell’incartamento del sigaro…fino a bruciarsi le labbra. Ecco perché era detto "Spiro", perchè tutti, a vederlo sempre con il toscano in bocca, mattina e sera, gli chiedevano se riuscisse a respirare bene..... e lui spiro, spiro, respiro, non ti preoccupare”.

   Quali sono i temi ispiratori?

   “Prevalentemente le realtà che mi circondano. I paesaggi urbani, le strade abitate della periferia che portano verso il mare che è sempre il luogo cui guardo principalmente, pensando a tante canzoni che parlano del mare, in particolare a “Come è profondo il mare”, a “Caruso” di Lucio Dalla, a “Chi tene 'o mare” di Pino Daniele".

   "Sono cose che mi hanno sempre affascinato, filari di case, i lungomare, così come sono stati “abusati” dalla cementazione selvaggia e dalla noncuranza delle amministrazioni locali che hanno lasciato che tutto questo imbarbarimento avvenisse. Sotto il profilo squisitamente tecnico ho cercato, sperimentando,  nello sviluppo dei miei lavori, di inserire  elementi nuovi come la ceramica e la resina, naturalmente, oltre la materia prima che è il legno. Case  sospese fra sabbia, pietrisco, ed acqua. Piccoli isolotti pieni di case. Pesci multicolori che riflettono tutto quello che hanno mangiato come rifiuti gettati in mare da noi.  Un presente che si manifesta con i rumori, i simboli, il “frastuono urbanistico” dell’oggi, che faccio fatica ad accettare  e denuncio con alcuni dei mei lavori". 


                                                                     La sibillina

   Passiamo adesso alle persone, ai personaggi

   “I mie punti saldi sono sempre la ricerca dell’espressività, perché la scommessa è questa: cioè non tanto realizzare una faccia, ma dare a quella faccia l'incisività che, in quel momento, sento di farle esprimere, puntualmente, (sorride!!). Magari non si verifica, non mi riesce bene. Qualche volta è capitata che me ne viene subito in mente un’altra che in qualche modo appaga il mio bisogno primario nel forgiare quell’espressione. Allora, tutto sommato, mi va bene lo stesso.  Essendo una tecnica che vado acquisendo cerco di accontentarmi di ciò che realizzo, ma non sono sempre appagato del risultato finale. Eppure ho imparato, anche rovinando dei lavori quasi completi!!. Tutte le volte che cercavo di migliorare un viso, finivo per perdere “lo spunto originale” che lo aveva generato”.   

  Ma torniamo ai legni trovati nelle zone di risacca del mare. Oltre a “Spiro” qualche altro ritrovamento ti ha suggerito, al volo, qualche personaggio?

“ Si, si, qualche volta è stato così. Una volta trovai un pezzo di legno massiccio. Alcune scheggiature mi avevano suggerito un personaggio di una commedia di Aristofane che avevo visto qualche giorno prima al teatro greco. Lisistrata. Quel legno la rappresentava in pieno. Trascuro di guardare altre cose in quella discarica e vado verso il mio laboratorio.  In un primo momento avevo pensato di costruirle intorno gli altri personaggi della commedia, ma pian piano il progetto  mi scappava dalle mani, anche Lisistrata cambiava volto. Mentre assemblavo i legni, per rappresentare le donne spartane, mi è venuta l’idea di mettere insieme tutti i singoli pezzi e piano piano comincia prendere forma quello che diventerà la Sibillina. Stavo mutando con la lavorazione il progetto iniziale. La sua faccia non aveva più contorni, gli occhi bianchi a denotare l’impossibilità a chi la guardasse di capire qualcosa di lei. La bocca stava diventando inespressiva, alla fine le ho dato, la sua identità, era diventata, appunto, sibillina. Dunque “La Sibillina”. Il progetto iniziale era stato stravolto”.

Orologio - Collezione inverno-primavera

   Poi hai dedicato una sezione speciale agli orologi, perché?

   “Ah, io di orologi ne ho tantissimi. È una cosa che mi affascina possederli, di tutti i tipi. Il motivo è presto detto: non sopportando nulla addosso ho orologi dovunque. Esercitano su di me un fascino particolare, rappresentano per me tante cose che hanno a che fare con la malinconia, con il tempo che se ne va, con il vivere nel tempo. Come una forma ansiosa che un po’ va tenuta sotto controllo, è come evitare che qualcosa ti sfugga dalle mani. Immagino siano dinamiche inconsce, certamente, non legate solo alla mia persona. Credo proprio che di questo tipo di, se lo vogliamo chiamare, malessere, siamo in molti a soffrirne".                                    

   Sei selettivo nella ricerca di particolari tipi di legno?

   “A me piacciono molto, quando li trovo in qualche discarica, i famosi tavoloni vecchi che usano i muratori. Ci trovo schegge di cemento incastonato, chiodi arrugginiti conficcati dentro, che non vale la pena togliere, perché danno una sua veste al legno. Questi sono i pezzi migliori, sono legni vissuti. Certo poi io li lavoro poco ma cerco di lasciare l’impronta originaria che mi ha colpito”.

   

                                           Lampada - Favela Illuminata

   Parliamo delle costruzioni, delle case. Quelle ammonticchiate l’una sull’altra a me sono sembrate delle favelas brasiliane 

   “Si, si, una in particolare.  Ero partito con l’idea di comporre una favela brasiliana, (sorride!!) ho finito col farla diventare solo una lampada”.

                  Musicassetta di Tom Waits - Etta, la sua amata cagnetta


     Un discorso, quasi a parte, merita questo sportello di una cucina in massello d’abete. Ci abbiamo fantasticato sopra un poco sulla provenienza, sul dono di Poseidone, sulla sua possibile provenienza e su quello che l'anta di un mobile avesse mai custodito e tenesse in serbo, fra le sue fibre. Magari con qualcosa che avesse a che fare con delle bottiglie di whisky  invecchiate, tanto care a Tom.  

   Per noi che abbiamo amato ed amiamo ancora Tom Waits era poca questa fantasia su questa anta trovata a Siracusa, ma ce la siamo fatta bastare!!!.

   Poi l’artista ha avuto la brillante idea di trasformare l’anta in una musicassetta. Di Tom, infatti,  di musicassette, ce ne siamo scambiate!!!, le prime, inizi anni ’80, in quantità, per arrivare ai cd e poi ai video in VHF, appena Youtube cominciò a farli circolare sul suo canale. Poi quando ha deciso, nel 2018, di incidere  “Bella ciao”, in italiano, il nostro amore per Tom ha smarrito la linea del confine. La canzone di suo è già un pezzo universale, utilizzata nei contesti più vari, ma sempre con il fine di far ruotare il suo profondo significato dentro il concetto, l’idea sacra di Libertà.  Come hanno fatto dentro la metropolitana di Kyiv i ragazzi ucraini, dopo l’invasione russa del 24 febbraio di quest’anno. 


                                              Architetti che fumano male

                                     Architetti che dormono a tratti sognano

   Poi ancora case, strette, asimmetriche, assemblate in un maniera strana….ed un  ripetuto richiamo agli architetti  

   “Quello dello sbizzarrimento sulle case e sugli architetti che fumano, che fumano male, che fumano peggio è stato ed è un giuoco. Non me ne vogliano, giusto per prenderci in giro. Il primo con cui voglio giuocare è il mio alter ego. Per evitare di prendermi troppo sul serio. E poi non posso permettermi di perdere la dimensione giocosa con cui voglio affrontare questi lavori.  In fondo servono a me stesso come segni di ironia e autoironia”. 

 

                                               Architetti....solo pasticche


                                               Architetti che fumacchiano maluccio


                                          Vicini di casa vicini vicini vicini

      Come a ben rappresentare gli abitatori di quei caseggiati!!!!

   Abiti in una villetta fuori città, e vista la produzione abbondante di case, ce l'hai un luogo ideale dove vorresti abitare?

   "Il mio habitat naturale sarebbe quello di vivere in un isolotto sopra una piccola collina, proprio in cima. Magari con una strada sconnessa , difficile da percorrere , giusto per scoraggiare persone che avessero l’intenzione di venirmi a trovare. Da lì osservare la natura, i tramonti, il mare, la luna che sorge, l’ombra delle case proiettata sull’acqua, il sibilo del vento durante le tempeste".


                                         Porfirione, sempre di buonumore

   Nelle facce degli umani non ci sono mai sorrisi, c’è un motivo?

“Fra la felicità dei volti che cerco di rappresentare e quella degli animali preferisco sempre quella degli animali in primis. Laddove ci riesco, punto a far esprimere agli umani altri sentimenti ma non certo la felicità. Ma cosa cui punto soprattutto è quello di fargli esprimere un umorismo involontario, ho una sorta di risentimento recondito nei riguardi degli uomini in generale, mentre guardo con amore lo sguardo degli animali. Voglio sempre realizzare cose che quanto meno suscitino un sorriso ”.  


Salvatore Spallina

Le precedenti "Formose Creazioni" - 

https://youtu.be/7X1akF7Axho: musica di sottofondo - Tom Waits & Bruce Springsteen (live) - Jersey Girl

Gli ultimi lavori di Bruno Formosa

https://youtu.be/kiolKv1xY3s: musica di sottofondo - Cesaria Evora – Angola – Live in Bataclan, Paris 1995

https://www.youtube.com/watch?v=Ga0Z41hfl8w: Tom Waits and Marc Ribot - Bella Ciao (Goodbye Beautiful)..!!!!

 


                                    


 
























giovedì 23 giugno 2022

L’AMICIZIA, LA COMUNITÀ, LA FAMIGLIA, LE GRANDI ALI DI UN ANGELO, LA CONDIVISIONE DI VALORI FONDATIVI….. “PER UN PUGNO DI BBABBI……..” E TANTO ALTRO

 


                                                          Giorgia Ortisi      



    

   Nel tardo pomeriggio di giorno 17 giugno,  nello spazio adiacente la Scuola Media “Salvatore Quasimodo”, di Floridia, si è svolta la presentazione di questo libro. Alcuni passi del libro erano stati anticipati da Egidio Ortisi, sul suo profilo fb. Egidio, insegnante di Latino e Greco nei Licei Classici, è stato sindaco di Floridia, parlamentare e tanto tanto altro. Ha due figlie, Oriana e Giorgia, Giorgia è venuta a mancare il 14 febbraio del 2021. 

   “Per un pugno di bbabbi, tra memorie, riflessioni, minkiate fuse, sfuse e confuse”, giugno 2022, Sampognaro & Pupi Edizioni. Il ricavato della vendita del libro è stato destinato a due famiglie floridiane in difficoltà economiche.


   Non è stato facile nemmeno per i tanti “coinvolti” nella presentazione districarsi dentro il labirinto dei contenuti del libro e stare “nei tempi assegnati” per poter portare a termine, al meglio, la presentazione. C’è stato un alternarsi di sentimenti e di emozioni, fra ricordi, valori, musica, commozioni, affetti, afflati amicali e di comunità. Il libro, scritto a più mani, le principali quelle di Egidio e di Giorgia, è una sorta di “Summa” : sempre interessante nel suo cammino, a momenti coltissima, appassionata e semplice, ma di quella semplicità profonda che tende a trasportarti, come le baccanti dietro Dioniso in un vorticoso giuoco di affezioni, memorie, salti emozionali, ed un rincorrersi di foto reali ed immaginate.


da sx Salvatore Cantone, Marco Carianni, Egidio Ortisi, Emilio Terranova, Daniela Tralongo

   Apre la presentazione  il padrone di casa, il dirigente Salvatore Cantone che con un filo di emozione rammenta il suo prof (in quel pomeriggio era difficile trovare chi fra i presenti non fosse stato alunno o collega del prof Ortisi!!!) e passa la parola al giovane sindaco Marco Carianni che dice al pubblico del suo impegno politico  nato da un casuale incontro con Egidio!!. Poi la parola passa ad Emilio Terranova, medico, amministratore pubblico, grande amico di Egidio. Il passaggio del microfono a Daniela Tralongo, editrice del libro, è quasi un dovere di famiglia, perché come ha ricordato Egidio non c’è stata pubblicazione di suoi scritti che non sia uscita con i tipi dell’Editore Tralongo, prima con il papà, adesso con Daniela!!.


                             da dx, in prima fila, Salvo Sequenzia e Frankie Terranova

   Di Egidio Ortisi non diciamo, ha interloquito con tutti quelli che sono intervenuti sul palco, anche se brevemente e guardando l’orologio nei suoi passaggi.    

   Ai singoli interventi si sono alternate sul palco tre voci recitanti, legate in maniera forte ai due autori, anche un musicista di qualità.

   Sabina Rizza, Simona Cannistraro, Elisabetta Ferdinandi. Hanno offerto al pubblico passi del libro di vario contenuto, strappando dei sorrisi o trasportando i visi del pubblico a più profondi pensieri.


Sabina Rizza, giornalista. Presente alle presentazioni di tutti i libri di Egidio



                                                  Simona Cannistraro

                   Elisabetta Ferdinandi legge un passo della lettera a Giorgia che trovate nel libro. Giorgia è stata testimone delle fedi al suo matrimonio

   I due interventi di Salvo Tempio, al sax, hanno scandito due momenti importanti. Al brano “La vita è bella” , di Nicola Piovani, era collegata la lettura del ricordo della visita al campo di concentramento di Auschwitz e alle riflessioni su quella esperienza.

                                 Il musicista  Salvo Tempio

   Con la colonna sonora “Per un pugno di dollari”, di Ennio Morricone, eseguita al sax, Salvo Tempio ha introdotto uno dei temi portanti del libro: le riprese del film, "Per un pugno di bbabbi", ideato da Nunzio Bruno, da Paolo Ortisi, fratello di Egidio, da Egidio.

   Girato da Nunzio Bruno con la collaborazione di tanti amici e di tanti altri personaggi marginali, “i bbabbi”, emarginati dai più, invece, diventano il centro del cortometraggio, dove sia nella trama che nella recitazione non si capisce più chi siano veramente i bbabbi, se quelli considerati tali o se quegli altri che tali non lo sono, nella realtà. Questa apparente confusione dei ruoli e dei veri protagonisti del film, (entrato in una sorta di fama crescente, passando di bocca in bocca nei racconti in città) è uno dei punti più alti nel racconto che ne fa Egidio. Con orgoglio degli autori, ne diventano i veri protagonisti. Perché, in realtà, con loro gli stessi autori amavano trascorre intere serate ricevendone in cambio affetto, estrosità e quella spontaneità che solo chi è semplice riesce a far uscire dal proprio cuore.


                                          Cetty Bruno, figlia di Nunzio Bruno

   Un passaggio importante del ricordo di papà Nunzio è toccato, dal palco, a Cetty Bruno. Oltre a ribadire la profonda ed eterna amicizia fra Egidio e Nunzio, Cetty ha annunciato al pubblico, annuncio accolto con un grande applauso, la notizia che il restauro del film “Per un pugno di bbabbi” è in corso d'opera e spera di portarlo in proiezione prima possibile.

   In un passaggio molto applaudito Egidio esemplifica un aspetto della sua prima esperienza di Sindaco della città. La sua vita pubblica, pur con gli errori riconosciuti ed ammessi, la impronta, nell’eterna competizione dentro le fasce sociali che compongono una città, al mito dell’inclusione. Cerca di far vincere, ogni tanto, anche chi non arriverà mai primo. Lui guarda dal secondo in poi……fino agli ultimi, i bbabbi. Uno di loro, Paolo "Pidocchio", il 25 dicembre ha pranzato a casa del Sindaco, quando stava male, in ospedale, erano questi amici ad andarlo a trovare, così come i fiori sulla sua tomba li portavano questi stessi amici.

   Omettiamo per scelta il rapporto che ci ha legato nei due anni nello stesso Corso E al Liceo Classico Gargallo di Siracusa e la partecipazione mia e dei miei studenti alle prime manifestazioni volute da Egidio sindaco (Festivallu e James Brown compresi),  coincise con la permanenza del sottoscritto al Liceo Scientifico di Floridia, "Leonardo Da Vinci", dal 1992 al 1995.

  

   

                                                        Frankie Terranova

   Egidio dà la parola a Frankie Terranova, che nella veste di filosofo, ha voluto soffermarsi sul ruolo di insegnante, svolto, per una vita da Egidio. In particolare ha parlato della maieutica ortisiana e del proficuo riscontro che lui stesso ha avuto modo di appurare, visto che tanti suoi cari amici e colleghi sono stati allievi di Egidio. Lo stesso Egidio, allora, non si è fatta scappare la battuta, rivolta alla moglie, in prima fila, dicendo: “allora ne dovremmo dedurre che tu sei Santippe"!!( moglie di Socrate).  Risate!! Poi Frankie ha scovato fra le pieghe del libro degli elementi di carattere filosofico-religioso per mettere in dubbio le certezze agnostiche/atee di Egidio. Ma non c’era tempo e spazio perché Egidio potesse raccogliere gli spunti per una interessante replica.

       
                                                     Salvo Sequenzia
 

  Dopo è stato invitato a parlare Salvo Sequenzia. Tutti i presenti conoscono la sensibilità e la grande cultura di Salvo, il suo attaccamento, da sempre, alle vicende della città ed il suo legame personale con Egidio. Infatti è stato chiamato per esporre un breve quadro, presente anche nel libro, della persona più ammirata ed amata da Egidio sotto il profilo amministrativo e non solo, il famoso, mitico, “assessore a tutto”, Carmelo La Rosa. Nel libro troverete pure, per la sensibilità poetica che contraddistingue Salvo Sequenzia, una bellissima poesia dedicata a Giorgia.


Giorgia Ortisi e Simona Cannistraro amiche del cuore per sempre


Le mani di Giorgia e di Simona nell'ultima stretta

 Simona Cannistraro: “è una serata particolare, sono presente “per la coautrice”. Giorgia è la mia migliore amica da ventisette anni, e dico è, perché Lei è sempre fra noi, con me. È stata la mia sorella minore che non ho avuto, la quarta figlia di mio padre ed io la terza figlia di Egidio. Siamo cresciute insieme e siamo sorelle dell’anima. Questo libro è stato pensato quando lei era lucida ed attiva. Era una promessa che si erano fatti vicendevolmente con Egidio e dunque la pubblicazione è una logica conseguenza".





Tre compagne di classe del Liceo Classico Gargallo, in rappresentanza della classe della Terza E 1985-86, leggono, emozionate, "La lezione che ci manca" che chiude il libro.          
                                

      Nel racconto del capitolo dedicato “alla confessione”, al “Commiato”, “alle cose inconfessabili”, lei Giorgia, in quel bar di piazza del Duomo, a Siracusa, racconterà, come un fiume in piena, una serie gravi vicende  personali che l'avevano fatta soffrire molto, ma delle quali il padre non ne aveva piena conoscenza. Incassato il primo pugno allo stomaco Egidio si prepara all'ascolto, senza più interromperla, rimanendone sconvolto. Noi abbiamo pensato dal primo racconto, Egidio ne ha parlato sulla sua pagina fb, che lei fosse/si comportasse come un Angelo. La breve nota che segue è la nostra personale lettura di quei fatti e della "confessione delle cose inconfessabili".

                                                    Egidio e Giorgia

     L’Angelo le sue ali le ha dispiegate quando aveva capito che era il momento giusto per aprirle, ancorchè fragili/tenere e non ancora avvezze ad impegni così gravosi. Nel tempo  ha continuato a saperle  tenere ben salde, nel turbinio dei venti avversi e nelle alterne avvicendarsi delle tempeste successive. Sentiva che quelle ali, rimaste aperte fino ad allora, a protezione del suo adorato papà e della sua famiglia, adesso, era giunto il tempo di doverle chiudere, per sempre. In una forma diversa, noi crediamo che l’angelo continuerà a vegliare su papà Egidio e sulla sua famiglia, ( consigliamo la lettura di un bel lavoro, a cura di Dario Scarfì, “Fruscio d’ali”, Lombardi Editori).

        Comprendiamo la costernazione profonda che, tutt’oggi, invade l’animo di Egidio nel non riuscire a darsi pace per questa inversione dei ruoli.

   Andiamo a chiudere rinviando agli spunti di pagina 48 del libro relativamente alla voce CURARE, AMORE, a prescindere ed il nostro richiamo al "Fruscio d'ali" degli Angeli.



Salvatore Spallina


https://www.youtube.com/watch?v=UuCx5jRy5XA: Lucio Dalla - Se Io Fossi Un Angelo

https://www.youtube.com/watch?v=cLJp-YJeuzc:  Franco Battiato - La Cura



 

 

martedì 7 giugno 2022

GIOVANNI MARINO, IL PROFESSORE DI MATEMATICA E FISICA DEL LICEO EINAUDI DI SIRACUSA, FRA RIGORE SCIENTIFICO E DOLCEZZA NEGLI OCCHI E NEL CUORE

    Bartolo Mozzicato (Scienze) in una sua performance alla Marina, Giovanni Marino sorridente. Post-cena di maturità 5B anno 1997


    Il prof Marino al centro. Cena di maturità anno 1980. Riconoscibili Mario Bonomo, Corrado Falla, Salvatore Giansiracusa (un poco nascosto), il mitico prof Antonio Cannarella, anche lui presente giorno 4 scorso


      Sono tantissimi le ragazze e i ragazzi che rendono ancora omaggio, onore e ringraziamenti al Prof. Giovanni Marino, per la sua figura di uomo e di insegnante di Matematica e Fisica. Tanti i punti fermi dai quali non volle mai allontanarsi, come recita un passaggio della targa dedicatagli: "Ricercare, sperimentare, perseverare, non accontentarsi mai dei risultati raggiunti ma mirare sempre in alto". Il professore è stato sempre un chiaro e fermo punto di riferimento. Stimato, ammirato, seguito.

   Su iniziativa di un gruppo di studenti della 5B del 1998, è partita la richiesta di voler intitolare un’aula di Fisica nella nuova sede del Liceo Scientifico “Luigi Einaudi” di Siracusa (oggi Istituto Istruzione Superiore "Luigi Einaudi"). La richiesta è stata accolta a braccia aperte  dalla dirigente Teresella Celesti e dall’intero Consiglio d’istituto della scuola.

   Il 4 giugno la programmata cerimonia della scoperta della targa alla presenza della famiglia del professore, di tanti colleghi della scuola,  di tanti studenti ha avuto luogo. Erano presenti, in piccola rappresentanza, studenti che avevano avuto il professore nelle sedi precedenti nelle quali il Liceo era cresciuto nei numeri e nella qualità dell’ offerta formativa, fino alla sede attuale in Via Canonico Nunzio Agnello, 17, 96100 Siracusa. Attraverso i social tanti studenti che sono stati suoi allievi hanno espresso il rammarico, per vari motivi, di non poter presenziare alla cerimonia.

                        La dirigente dell'IIS "Luigi Einaudi" Teresella Celesti

   L’incontro è stata aperto dalla preside Teresella Celesti, lei da studentessa, per percorso di studi, non lo ha incrociato. Ha tracciato, però, un ricordo del professore sulla scia della fama e dell’onore di cui era ed  è circondata la sua figura. Adesso, con orgoglio, ne onora la memoria.

  La preside passa la parola al professore Salvatore Spallina che ha avuto modo di conoscere il professore Marino nell’anno scolastico 1979/80, come supplente e membro interno della maturità di quell’anno. Poi, dopo il suo trasferimento definitivo all’Einaudi, hanno trascorso gli ultimi due anni della lunga carriera del professore Marino, dal 1996 al 1998, nello stesso Corso B, dal quale è partita la richiesta degli studenti. 

  

                                                 Salvatore Spallina

   Il professore Spallina ha parlato della personale accoglienza ricevuta da parte di Giovanni il primo giorno di servizio nella scuola e del piacere di potersi ritrovare insieme nello stesso Corso B, come 16 anni prima. Poi un altro piccolo dettaglio del loro bel rapporto personale. 

   Giovanni non era mai andato in nessun viaggio di istruzione in compagnia degli studenti. Su specifica richiesta di Spallina di unirsi con gli insegnanti accompagnatori per andare a visitare, al Museo di Reggio Calabria, i Bronzi di Riace, disse di si!!. Fu una bella giornata di sole  e di allegria. Per i ragazzi, una ulteriore scoperta del carattere del professore, per lui stesso una scoperta nuova e piacevole di una parte del suo sé.

   

                                                      Marco Onorati

   Poi è toccato a Marco Onorati, oggi professore associato di Biologia all'Università di Pisa, allievo di primo piano della senatrice a vita, nonché scienziata internazionale, Elena Cattaneo, dare una immagine del rapporto diretto, costante e di amore scientifico intercorso fra alcuni studenti della classe ed il professore Marino. Ci limitiamo a riferire qualche dettaglio: “prima degli esami della maturità con Eleonora Ferrante studiavamo, ripassavamo,  approfondivamo insieme il programma di matematica. Superammo con successo lo scritto di matematica. Quando lo abbiamo incontrato ci ha abbracciati dicendoci: “sono l’uomo più felice del pianeta”.   Questa è stata la sua reazione, poche parole che ci hanno veramente fatto capire quanto il successo di un docente viene in qualche modo ricambiato con il successo dei suoi studenti. Sono stato veramente felice di aver avuto Giovanni Marino come docente”.  

                      da sx, Elisa D'Amico, Sabrina Bencivinni, Marco Onorati


   Sabrina Bencivinni, accanto a Marco, esprime il suo rapporto con Marino così: “io non avevo lo stesso rapporto che aveva Marco con il professore Marino, però ci faceva vedere una certa dolcezza che si portava dentro. Era una persona pura, seria, serissima, raramente faceva una battuta, però dagli occhi traspariva quello che aveva nel cuore. Con alcuni di noi riusciva a capirsi meglio, tutti gli altri eravamo un po’ indietro, ma questo non limitava la nostra consapevolezza di vivere un rapporto speciale con il professore”. 


                                                         Mario Bonomo

    Un saluto ed un ricordo breve, ma bello, del professore ha voluto esprimere Mario Bonomo, maturità 1980, associando il prof Marino ad un'altra colonna dell'Einaudi di quegli anni, il professore di Lettere, Giuseppe Di Rosa.



Il logo, sul petto, e la scritta "L'Einaudi è sempre quello, da via Dalmazia, a via Pitia, a via Agnello. Alè"

  Non a margine della cerimonia, ma proprio nel bel mezzo Marco Onorati e Salvatore Spallina, prima andare in aula di fisica a scoprire la targa, danno vita ad un momento particolare.  
   Per l’occasione avevano fatto stampare, rispetto alla maglietta ufficiale della scuola, delle maglie con il logo della scuola molto grande sul petto ed una lunga scritta dietro le spalle, esemplificativa della identità dell’Einaudi sia con le sue due sedi storiche, che compresa l’attuale, per farne dono al mitico preside Cantone, che la indossa, seduta stante, ed alla professoressa  Marcella Cannarella, moglie del professore Marino.
 
Il mitico preside Gaetano Cantone indossa la maglietta


                                                          Gaetano Cantone

   

    Poi tutti i convenuti si dirigono verso l’aula di fisica.



                                    
  la nipotina, Eleonora Marino, scopre la targa dedicata al nonno. Da sx, la preside Celesti, Marcella Cannarella (moglie del professore), Salvatore Spallina



   Ora entriamo dentro l’aula dedicata. Le sorprese non mancheranno per i presenti.

    sul banchetto i libri lasciati in eredità e lavori ancora inediti. Speriamo possano essere condivisi con gli studenti in una prossima pubblicazione.


 

    su ogni tavolo su cui si svolgeranno gli esperimenti dimostrativi, fatti dai ragazzi, in un sostegno in plexiglass  i singoli passaggi dell'esperimento, scritto di pugno dal professore

   La seconda parte della cerimonia si è svolta con grande successo, ora tutti gli ospiti, sotto la targa, sfilano per una foto.

studentesse e studenti del 1980 e del 1998 - Da sx Salvo Giansiracusa, Mario Bonomo, Corrado Falla, Daniella Cannarella, Maria Rosa Iovino, Sabrina Bencivinni, Marco Onorati, Elisa D'Amico, Clotilde Bonarrio. 

 
Professori e studenti insieme


Ilaria Motta, Marcella Cannarella, Marco Onorati


Con la professoressa Ilaria Motta (Matematica e Fisica), in piedi da dx Claudia La Monica, Martina Pisana, Federica Tinè, Mariateresa Italia, Giorgia Papà, Daniele Assenza. In basso da destra: Arianna Paletta, Alessandra Midolo, Cristina Romano

   In basso si trovano i link che rinviano ai singoli esperimenti dimostrativi effettuati dai ragazzi.

   L’incontro volge al termine, un grazie, oltre alla dirigente Teresella Celesti, per la riuscita della mattinata, va alla professoressa Mariuccia Greco, insegnante di Matematica e Fisica in Istituto, degna studentessa del professore e custode dei libri del professore.

   Una menzione speciale la dobbiamo riservare alla professoressa Ilaria Motta, insegnante di Matematica e Fisica in Istituto, insieme ai ragazzi della 5B hanno curato tutti i dettagli nella preparazione dell’aula di Fisica e la sistemazione sui tavoli di tutti gli strumenti con i quali i ragazzi hanno dato vita alle dimostrazioni ai presenti.

  Un grazie speciale al maestro di chitarra Pierpaolo Monterosso (einaudino doc), ospite anche lui della cerimonia, e al professore Salvo La Delfa, insegnante di Scienze dell'Istituto, per aver saputo cogliere con i loro servizi fotografici i momenti salienti della mattinata. 

Salvatore Spallina

   A seguire i link di brevi video nei quali i ragazzi illustrano alcuni esperimenti di fisica con accanto le note originali, scritte di pungo dal professore e con i dispositivi originali della scuola. 

  1. https://youtu.be/66C5fWVO1Ek: scopertura della targa con la quale l'aula di Fisica dell' Istituto Superiore "Luigi Einaudi" sarà dedicata al professore Giovanni Marino, insegnante fino al 1998 presso il Liceo Scientifico "Luigi Einaudi" di Siracusa
  2. https://youtu.be/-kRnI1_dxTg: Federica Tinè parla del principio di Archimede e calcola la spinta idrostatica per solidi di materiali diversi
  3. https://youtu.be/k3ewGK12pBM: Cristina Romano e Alessandra Midolo parlano di elettromagnetismo con l’esperimento di Oersted, l’esperimento di Faraday, il principio del motore elettrico e l’elettrocalamita
  4. https://youtu.be/xEFh_t-z660: Daniele Assenza e Arianna Paletta descrivono gli effetti della pressione atmosferica utilizzando una pompa a vuoto, prima collegata ad una campana pneumatica, poi al tubi di Newton e infine agli emisferi di Magdemburgo
  5. https://youtu.be/hkpZq1Dh3K8: Martina Pisana presenta il celebre Stomachion di Archimede, l’allungamento elastico di una molla e la legge di Hooke
  6. https://youtu.be/5JN3C5_7bBI: Maria Teresa Italia illustra il paradosso meccanico del doppio cono    
  7. https://youtu.be/ab9VWLpuoBQ: MariaTeresa Italia illustra il mirascopio                
  8. https://youtube.com/shorts/XgRYJEvuz68: Giorgia Papa illustra la formazione delle immagini con una lente convergente
  9. https://youtu.be/o7M1WafAxA0: Claudia La Monica descrive leve e carrucole mobili.