giovedì 8 dicembre 2022
“NOI SIAMO UN’OPERA LIRICA, CIASCUNO DI NOI È UN’OPERA LIRICA” - Vito Mancuso
domenica 27 novembre 2022
GIRAMONDO - RACCONTI DI VIAGGIO IN SCENA
Il gradimento dello spettacolo è un crescendo. I musicisti hanno cominciato a coinvolgere il pubblico con qualche ritornello famoso come quello di “Centro di gravità permanente” di Franco Battiato. La voce narrante di Nino Campisi, entra via via nei personaggi, nelle storie che stava a raccontare, anche nelle più piccole sfumature. I toni della sua voce cominciano a trasmettere al pubblico i cambi di ambientazione nei quali si svolgono i racconti. Il mappamondo compie il suo lento giro spinto dalle storie trasferite in scena.
Brasile, Norvegia, Italia, Stati Uniti, Francia, Russia ed altri luoghi della Terra. Schiavon ha ambientato in tante città le sue storie, arricchite da tanti particolari, dalla sua capacità di raccontare, di immaginare, di saper cogliere "lo spirito" del popolo, del posto dove il racconto è ambientato. Ha anche accompagnato tutto ciò con una meticolosa, puntuale, minuziosa descrizione dei luoghi, vera come una foto. Semplicemente perché, ogni luogo descritto lo aveva calpestato e trascritto nel suo taccuino da reporter.
Mazara del Vallo. Samir è un migrante tunisino, cammina sulla spiaggia, porta sulle spalle uno squalo di plastica. I turisti lo guardano. Lui spera di poter vendere lo squalo a qualche bagnante. Ma i suoi pensieri corrono al momento del suo salvataggio in mare da parte dei pescatori di Mazara. Sta guardando di fronte a sé la costa tunisina, così nitida, così vicina. Un bambino lo richiama alla realtà e chiede quanto vuole per lo squalo, lui lo guarda, glielo vuole regalare, vede nei suoi occhi lo stesso sguardo del suo bambino, perduto laggiù negli abissi marini. Charles Googder e Barbara Truzzi intonano “Com’è profondo il mare" di Lucio Dalla.
Alla fine dell’incontro lo stesso Schiavon, ci ha comunicato che "Giramondo”, e i suoi racconti, con l’ausilio della Giraldi Editore, associato con un cd audio, è già presente in alcune biblioteche italiane sotto la forma dell’audio-libro per ipovedenti, questa è proprio una bella notizia.
Poi si è voluto regalare l’interpretazione, niente
male, insieme ai due musicisti, di Imagine di John Lennon. Immancabili lunghi
appalusi finali.
Salvatore Spallina
Teatro del Navile - Studio Arte -
“Adottato da Lucio Dalla, e dai giovani cantanti della sua scuderia,
la Pressing, il Teatro del Navile nasce come teatro di formazione e luogo
ideale per musicisti, cantanti e giovani talenti”, come recita la didascalia
nell’apposito sito del teatro.
sabato 29 ottobre 2022
IL MONDO VISTO CON GLI OCCHI, IL CUORE E LA MENTE DEI GATTI
Nello Spazio Eventi, davanti alla Libreria Mondadori Bookstore, del Centro Commerciale di via Larga, a Bologna, si è svolta la presentazione del libro di Ida Rubino “Amici gatti”, Racconti di quartiere, Ed. Albatros, marzo 2022.
L’autrice, una dottoressa cardiologa che ha
operato all’ospedale di Lugo di Romagna, inizia a narrarci le sue storie a partire
dal 2001, data dalla quale si è trasferita a Bologna, nel quartiere vicino allo
stadio dall’Ara, dove da sempre giuoca la squadra del Bologna calcio.
Dall’arrivo in città inizia la sua avventura, come amica dei gatti, perché, per quanto strano possa sembrare..... lei è stata “adottata dai gatti” del suo quartiere. Anzi, come lei stessa ha confessato durante la presentazione, da questo incipit l’intreccio reale della sua vita professionale con gli umani è cambiato profondamente perchè è stato modificato quando, in parallelo, questa è entrata in stretta relazione con il mondo di tanti micioni, micette e micetti. Tutto è cambiato..... sicuramente in meglio.
Felicità, ansie, bisogni,
fantasie ed amore ricambiato sono diventati un tutt’uno.
Questa fusione di mondi ha reso la sua vita migliore. Ha intrapreso un viaggio fatto di allegria e tristezza, gioia e dolore dalla quale non sente la necessità di tornare indietro. Però fermarsi si, a meditare, per vedere come tutto è cambiato, perché adesso può guardare il mondo con altri occhi ed altre prospettive, come gli hanno insegnato i suoi amici gatti che hanno trasformato la sua vita e quelle di tante persone con le quali è entrata in contatto dal quell’inizio in poi. Questo ci ha confessato alla fine della presentazione del libro.
Un micetto vero da adottare - I calendari da tavolo e da appendere al muro
Noi in queste brevi note vogliamo esternare questo amore condiviso per
questo animale speciale quale è il gatto.
Vogliamo cominciare con le due dediche che l’autrice riserva “a Cinzia", che mi regalava libri e sorrisi”, amica cara che il destino ha chiamato a sé presto, troppo presto e con un proverbio Irlandese che a noi piace tanto: “A cat eyes are windows enabling us to see into another world” (gli occhi di un gatto sono finestre che ci permettono di vedere in un altro mondo). Di questo secondo mondo siamo in grado di testimoniare a nostra volta.
Ida Rubino ha il merito di aver destinato gli introiti della vendita del
libro alle tante associazioni che si occupano di gatti ed hanno bisogno della
attenzione e del trasporto di tanti volontari e donatori per far vivere in
maniera decente i tanti gattini di vari quartieri di tante città che hanno risposto
al suo appello.
Proprio in virtù di questo atto del donare e di amore riversato e
ricambiato verso questo “mondo felino”, dopo aver iniziato questo piccolo/grande
tour, sta continuando perché le richieste di presentazione del libro con la devoluzione
del ricavato ha già raggiunto una ventina di associazioni.
Il libro, come abbiamo potuto constatare durante la presentazione di Patrizia
Franceschini, è ricco di tante storie ed intreccia la vita vissuta di un quartiere popolare con le storie vere delle
persone e quella dei gatti. Questi ultimi, ci racconta nel libro Ida, nei modi più impensati, riescono ad entrare in
relazione con gli abitanti. In tutte le stagioni, sia quando d’estate si vive
in terrazza, nei balconi, in strada, davanti all’uscio di casa, che di inverno quando le relazioni
passano attraverso i vetri delle finestre e dei balconi, in un multiforme mondo fatto
da persone vere: ingeneri, casalinghe, impiegati, vedove, camionisti ed altra
varia umanità e da tanti gatti, bianchi, grigi, neri, pezzati o con le stelline in fronte.
Il libro è arricchito dai bei disegni, in bianco e nero, all’inizio di ogni capitolo, di Vania Bellosi. Poi non va messo in secondo piano, il capitolo del libro dedicato allo “Epistolario felino”. Trattasi, fra l'altro, del dialogo epistolare, molto interessante, divertente, a tratti commovente, fra Similpepe e Mamma Gatto.
L’epistolario è figlio della fantasia di Ida, non molto lontana da una realtà immaginata cui ha dovuto far ricorso dopo la morte di alcuni gatti. L'espediente letterario è stato lo strumento necessario per mantenerli in vita e poterli offrire ai lettori, ma anche agli abitanti che si erano molto affezionati a loro. Condito da sottile ironia, attraverso le lettere, questi felini innamorati continuano ad aggiornare i vecchi amici umani su una serie di eventi che li vedono ancora protagonisti. In una lettera c'è pure la trascrizione della famosa ricetta ORIGINALE della Torta di Mele di Nonna Papera, captata da una emittente telespaziale. Non sembra vero ma fungono da portalettere due e più camionisti amici del gruppo originario di Miciolandia, nato intorno allo stadio dall'Ara di Bologna.
E poi un sindagatto,
un sindacato virtuale dei gatti del quale Camilllo è il presidente, che ha tutta l’intenzione
di voler svolgere un ruolo attivo a favore di una sorte di Miciolandia italica, diciamo
noi, che dovrebbe mettere in relazione le comunità feline esistenti dentro le
città al fine di coinvolgere dentro questo mondo, come
una sorta di profilassi maieutica, il mondo degli umani pensando che tutto questo non può che portare tanti benefici alle loro vite ed alle loro reciproche relazioni.
Salvatore Spallina
Ida Rubino, poliglotta, viaggiatrice solitaria, oltre ad amare e giuocare a basket è appassionata giocatrice di ping pong. È anche coautrice in Voci dalla Pandemia (Edizioni Medstage, 2021).
venerdì 14 ottobre 2022
NAUCELLIO, UN SIRACUSANO, POETA E SENATORE NELLA ROMA DEL TARDO IMPERO
Quando dietro ad una pubblicazione storico-letteraria c’è un gran lavoro, c’è sempre da essere soddisfatti. Se a questo si aggiungono un altro paio di elementi, come far venire alla luce, per i più, l’esistenza di un uomo importante, colto, senatore nella Roma imperiale, orgogliosamente siracusano, amante del sapere e poeta, i meriti della fatica per la ricerca e per la pubblicazione si accrescono.
Lo hanno fatto già in tanti, a noi piace aggiungerci alla fila degli
estimatori della pubblicazione “ Naucellio. Un siracusano, senatore di Roma e
poeta misconosciuto” di Franzo Migliore, per i tipi di Algra Editore.
L’autore si schernisce nel dire che la ricerca è nata durante la
pandemia, in quel lasso di tempo, senza tempo, che è stata la pandemia, nel
2020,…..durante la quale, sembravamo tutti “sospesi”.. La verità è che c’è stato impegno,
ricerca, voglia di portare in stampa questo bel lavoro.
Giusto pure il merito attribuito dall’autore, per gli stimoli ricevuti dal compianto Sebastiano (Nello) Amato, presidente della Società Siracusana di Storia Patria che insieme ad Enzo Papa lo hanno incoraggiato nell’avviare la faticosa ricerca documentale.
Il percorso del lavoro di ricerca del professore Franzo Migliore è una
lettura colta ed interessante sia per entrare in alcuni dettagli della storia
di Roma, ma anche per scoprire nell’ambito del mondo letterario quanto
interesse possano suscitare fra gli studiosi documenti inediti o poco
conosciuti.
La scoperta dell’esistenza e l’importanza di Junio Naucellio passa
attraverso la lettura di un articolo del prof. Angelo Luceri “Un poeta
siracusano misconosciuto: Naucellio a sessant’anni dalla scoperta degli
“Epigrammata Bobiensa”. Poi dopo l’articolo del prof. Luceri, docente di Lingua
e Letteratura Latina all’Università di Roma Tre, è stato, per il prof.
Migliore, come un piacevole immergersi, come si deduce da tanti riscontri nel
libro, in un fiume carsico di ricerche.
Poi, ripreso fiato, c’è stato l’incrocio con emeriti ed eminenti
studiosi che hanno risposto ai suoi input per continuare nella ricerca e negli
approfondimenti storico-culturali sulla vita, la congerie storica, la disputa
sul fatto che un gruppo di epigrammi, secondo gli studiosi, non fossero da attribuire
al poeta e senatore siracusano. In questo contesto è venuta fuori la giusta
personalità di Franzo Migliore, che con autorevolezza ed approfondimenti
appropriati esprime il suo punto di vista nel merito.
Junio Naucellio nasce a Siracusa intorno al 310, dopo Cristo, e muore,
verso i 95 anni, intorno al 405, a Spoleto, dove aveva ristrutturato un vecchio
rustico termale di proprietà della moglie. Proprio lì, in quella casa, lasciata
in eredità ad un figlio, aspira giungere alla fine della sua esistenza terrena.
Molte notizie della sua vita familiare, politica, ed anche di parte
della produzione poetica vengono fuori dal carteggio con Simmaco.
Il Colosseo, inframezzato dal colonnato del Tempio di Venere e del Tempio di Roma, visto da via S. Bonaventura
Quinto Aurelio Simmaco fu un importante senatore romano ed un
personaggio di rilievo nella Roma imperiale del IV secolo, sia per importanza
familiare che per ruoli politici di un certo rilievo. Sarà proprio Simmaco, in
alcune lettere a Naucellio, a farci
scoprire, oltre la sincera amicizia con lo stesso Simmaco, il ruolo di Naucellio
nell’ambito politico. Naucellio a questo proposito, anziché ambire a posizioni
o cariche di un certo prestigio politico dice all’amico Simmaco che, pur non
disdegnando le amicizie politiche e le conoscenze per un giusto ruolo che lui
avrebbe potuto avere in quegli ambiti, per sé avrebbe prediletto il solo titolo
di “poeta”.
Naucellio, nella disputa religiosa molto forte che vi fu in quel periodo
fra la forte espansione del cristianesimo e il cerchio, che si andava stringendo, sulla religione pagana, si comporta da vero intellettuale scegliendo quella etica valoriale che mette al centro i temi universali della valorizzazione della
Natura vivente, come fonte del divino, la lode delle piccole cose così come i
grandi poeti classici latini e greci gli avevano insegnato, poi tiene alta la sua
raffinatezza linguistica che trasferisce all’interno delle sue poesie.
Proprio su uno di questi temi vogliamo chiudere le nostre note. Il poeta
Naucellio aveva tratto ispirazione dalla bellezza che emanava e veniva ad assumere “l’opera d’arte vivente”. Ovvero
sulla perfezione inebriante che un’opera d’arte sussume in sé, cioè quando un
fruitore è talmente preso dalla vividezza dell’opera che sta osservando che è
portato a toccarla pensando che compiere quel gesto servisse a “svegliare” il
manufatto. In particolare ci hanno colpito due dei riferimenti artistici: l’opera
in bronzo “La giovenca al pascolo” dello scultore greco Mirone e la statua “La
Menade danzante” di Scopas.
Salvatore Spallina
Franzo Migliore ha insegnato Italiano e Latino nei Licei e ha
collaborato con le cattedre di Storia del Cristianesimo e di Storia della
Chiesa Antica della Facoltà di Lettere dell’Università di Catania. Ha insegnato
altresì presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio” di
Siracusa e collaborato con la rivista di studi mariani “Theotokos”. È autore,
per l’editore Rubbettino, di una Introduzione al Nuovo Testamento (1992)
e, per la casa editrice romana “Città Nuova”, ha tradotto dal greco, nella
collana “Testi patristici”, alcune opere di Eusebio di Cesarea – Teologia
ecclesiastica (1998), Storia Ecclesiastica (2 voll.,
2001, in collaborazione), Dimostrazione evangelica (3 voll.,
2008) e Preparazione evangelica (3 voll., 2012) – e il Protrettico
ai Greci di Clemente Alessandrino (2004).
giovedì 4 agosto 2022
LA TRAVIATA – QUANDO L’AMORE È PIÙ FORTE DEL DESTINO
Presso Largo Autonomia Comunale di Priolo Gargallo, il 29 luglio scorso, L’Orchestra Mediterranea Siracusana e Coro diretti dal maestro Michele Pupillo hanno presentato l’opera La Traviata, di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave.
il soprano Mirella Furnari ed il tenore Alessio TestaIl soprano Mirella Furnari, per alcuni minuti, con gli abiti di scena, ha assunto anche il ruolo di presentatrice della serata. Ha invitato, fra le altre cose, il pubblico a prestare la giusta attenzione alla grafica sul fondo della scenografia per poter entrare, ancora meglio, nel vivo dell’opera rappresentata.
da dx il regista Paolo La Delfa, la vice-sindaco Maria Grazia Pulvirenti, il soprano Mirella Furnari
Mirella ha poi, brevemente ceduto la parola alla vice-sindaco
Maria Grazia Pulvirenti, in qualità di padrona di casa, il sindaco Pippo
Gianni, per impegni istituzionali non ha potuto essere presente. La Pulvirenti ha annunciato
che, con La Traviata, il Comune dava il via alla stagione degli spettacoli
estivi organizzati dall’amministrazione comunale.
Questo capolavoro di Giuseppe Verdi, come si
sa, ha superato tutti i confini geo-politici sulla terra dal momento che è apprezzata,
vista, riproposta sotto ogni latitudine. Alcuni temi dell’opera, nel nucleo centrale,
esprimono, un’idea dell’amore eterno che va oltre la vita ed il suo destino. Infatti
andare anche contro il destino è il valore/bellezza del sentimento dell’amore
verso l’altro, un sentimento “umano”, semplice, ma di una profondità della
quale non se ne conoscono ancora i confini. Questi pensieri li esprime Violetta/Verdi, prima
con la musica, oramai immortale, poi con le parole e le voci di tutte le
Violette, protagoniste sul palco, che nel corso del tempo hanno portato in
scena l’opera.
Questo concetto dell’amore oltre i confini
della vita, che è un concentrato della possibilità umana di poter esprimere la
propria libertà, il pubblico di tutto il mondo lo ha fatto proprio perchè riesce ad
andare oltre il profilo di quel romanticismo, che era stato, al momento della
creazione, ed è, il motivo che appassiona il pubblico.
Sistemato un piccolo problema tecnico iniziale con i microfoni, il palcoscenico si è animato entrando via via nel vivo dell’opera.
Orchestra Mediterranea Siracusana e Coro
il maestro Michele Pupillo
Bella, appassionata, molto applaudita la direzione del maestro
Michele Pupillo. Tutti i protagonisti sono stati apprezzati e sostenuti dal
pubblico che non ha mai fatto mancare il suo plauso.
Giorgio Germont (Padre) - il baritono Tetsuji Yamaguchi
Il Coro delle Zingarelle
Paolo La Delfa (regia), Tony
Fanciullo (scenografie) e Simona Gatto ( coreografie), hanno permesso ai
protagonisti di poter esprimere il loro talento a cominciare da Violetta Valery: Goncia Dogan – Soprano; Flora Bervoix/Annina: Chiara Salerno – Soprano; Alfredo
Germont: Antonino Interisano – Tenore; Giorgio Germont (Padre): Tetsuji
Yamaguchi - Baritono; Gastone Visconte di Letorieres: Filippo Micale – Tenore; Il
Barone Douphol: Natale Calafiore – Baritono; Il Marchese D’Obigny: Fulvio
Bumbalo – Basso; Il Dottor Grenvil: Maurizio Muscolino – Basso; Giuseppe
Servo di Violetta: Francesco Fontana – Tenore.
Coro Lirico “Maria Grazia Di Giorgio” diretto
dal soprano Rita Patania – Una menzione speciale va riconosciuta al Corpo di ballo “ADS
(Associazione Sportiva Dilettantistica) Tersicore Danza” del Centro Musical
Siracusano diretto da Simona Gatto - Coro
delle zingarelle: Carmen Mangano , Martina Cataldi , Emma Caraffa, Martina
Accolla , Chiara Aglieco , Gabriele Scata’. Maestri Sostituti: Francesco Drago
e Cristina Gianino - Direttore di palco Massimiliano Ricciardo.
Noi alla fine abbiamo sentito, brevemente, Alfredo Lo Faro, apprezzato produttore e promotore musicale di grandi artisti siciliani nel mondo. E poi due esordienti sul palco Tetsuji Yamaguchi e Chiara Salerno.
Ospite della serata con la famiglia, Lo Faro così si esprime: "bravi tutti i protagonisti sulla scena. Voglio spendere due battute per la bellissima pasta vocale di Violetta. Un veramente bravo per il baritono giapponese Yamaguchi. E poi faccio io un applauso al pubblico, numeroso fino alla fine, perchè ha saputo distribuire la giusta intensità di applausi ad ogni protagonista".