giovedì 28 gennaio 2016

SIRACUSA-FRATTESE UN PUNTO IN CASA CON RAMMARICO - UN LEONE CI LASCIA CON ONORE E DOLORE






Siracusa-Frattese Un punto in casa con rammarico. Un Leone ci lascia con onore e dolore

 

Non possiamo negare di aver assistito ad una bella gara, fra due squadre che si sono affrontate a viso aperto. Però nella conta finale, ai punti la partita l’ha vinta il Siracusa sia per quante volte è andato al tiro e per sia perché non ha permesso agli avversari, quasi mai, quasi…. di entrare in area di rigore, però quelle poche volte che la Frattese è entrata ha fatto male al Siracusa. Un rigore per parte ed 1 a 1 finale. La Frattese ha pareggiato cinque minuti dopo che Sottil, cambiando Longoni per Spinelli, si era messo con i tre centrocampisti. Otto minuti, dopo il gol subìto, con il cambio di Giordano (bella partita!!) per Ricciardo, il Siracusa,  è tornato al modulo preferito dal mister, però il risultato non è più cambiato.

 Molti di noi, sportivi, giornalisti, tifosi non hanno visto quella cattiveria che abbiamo notato in tanti uomini della Frattese, non l’abbiamo vista, specialmente, in quegli azzurri che hanno girato nella trequarti avversaria, tranne che per Tresor  Dezai. Puntualizziamo, perché in questi casi è meglio esser chiari: non è che hanno giocato male, non si sono impegnati, hanno sottovalutato l’avversario, hanno avuto paura dell’avversario, hanno disatteso le indicazioni del mister. Niente di tutto questo. Avevano davanti una signora squadra che era venuta per fare anche la sua partita, a viso aperto.  Abbiamo una rosa di attaccanti importante e che in carriera ha sempre segnato, compresa questa stagione, vorremmo che riscoprissero e risentissero  ” l’odore della porta/del goal” che mette grinta e rabbia nel cercare la rete invece di un compito che ad ogni attaccante viene affidato perché gioca, abitualmente, in quella parte del campo.

Per il pareggio portato a casa dal De Simone, mister Liquidato, ex azzurro che con Paolo Lombardo giocò il campionato 1985/86, ha utilizzato l’espressione,  “un punticino” che muove la classifica, però l’ha  subito corretta  con la parola “un puntone”, come a dire  che la conquista sul campo era stata importante.  

La classifica in vetta è rimasta immutata e questa tornata di Serie D/Moto GP  ha visto sulla linea del traguardo le tre protagoniste arrivare con lo stesso tempo, dunque pari e patta per tutte e tre. Però non potremo sentire più per le restanti domeniche i commenti post-gara da parte dell’autore della metafora SerieD/Moto GP, mister Longo,  che dopo il pareggio interno con l’Agropoli è stato esonerato e la panchina della Cavese è stata affidata ad Aldo Papagni .

Il “Tocco di classe” di questa settimana lo assegniamo, senza ombra di dubbio, a Pippo Imbesi.  “Il Presidente di sempre e per sempre”: per acclamazione, passione, fedeltà, generosità, innamoramento, orgoglio, identità, altruismo, per essere stato e per essere,  eternamente, ruggente. Chi  ama  Siracusa e il Siracusa oggi era presente nella Chiesa di Santa Lucia e poi allo stadio Nicola De Simone per tributargli un omaggio e un addio che già si sono saldati, indelebilmente, con la storia del Siracusa. Grazie Presidente. Ciao Pippo. 

Salvatore Spallina

 

giovedì 21 gennaio 2016

CIAO STE, NON LA VOGLIAMO SMETTERE DI PENSARTI


Ciao Ste (Pulvirenti), come vedi non la vogliamo smettere di pensarti e di starti accanto, ma anche tu non scherzi eh!! Non ci hai mollato più. Questo, tutti quelli che ti volgiamo bene, a cominciare dalla tua famiglia, cominciamo ad assaporarlo ogni giorno di più. Quello di questa sera, le lanterne colorate nel cielo un po’ freddo di questo 20 gennaio 2016, con un capolino di quarto di luna, dopo la messa a Santa Rita, per il tempo della durata dello stoppino, ci hanno fatto alzare gli occhi al cielo e gridare il tuo nome e scoccare qualche applauso, ma soprattutto tanti dolci pensieri. 


Mentre ci avvicinavamo in tanti, tuttinsieme, alla via Paolo Orsi, la tua mamma mi diceva, fra un sorriso e una commozione, che tu  a quest’ora, guardando tutto questo fermento amoroso nei tuoi riguardi forse ti stai meravigliando. Io le ho risposto che tu con i tuoi modi, la tua presenza discreta, mai inopportuna, i tuoi silenzi carichi di attenzione, il tuo modo di essere presente e vivo non potevi non lasciarci questa piccola/grande eredità della quale siamo orgogliosi e fieri. 

Come ben sai, ci sono altri piccoli modi di starti vicino che sono in preparazione e che condividerai con noi. Intanto queste piccole lanterne colorate ci hanno e ti hanno illuminato e riscaldato il cuore. A presto, ciao Ste
Salvatore Spallina

domenica 17 gennaio 2016

CERCARE LA BELLEZZA È DIFFICILE QUANTO CERCARE LA FELICITÀ





   Andrea Magno si è messo in cammino su questi versanti regalandoci, con i suoi versi, dei momenti intensi, anche quando questi momenti sono velati di tristezza e abbandono. Si sa che cercare la bellezza è difficile quanto cercare la felicità. Il suo lavoro poetico interiore non cerca la sola purezza del verso quanto quella del sentimento. I versi di Andrea Magno adescano la mente incrociando il piacere della memoria e del ricordo nei frammenti del vissuto passionale, esistenziale, ma non disdegnano di scoprire oasi di armonia che aiutino a distendere le tensioni, tensioni, a volte, acerbe. 

   La prima volta l’ho conosciuto quando di anni ne aveva sedici. La sua vita, come la nostra ha attraversato montagne russe e acquitrini melmosi. Ma in un cantuccio della memoria la sua mente continuava a coltivare, stilemi, lexemi, baci di vocali, jazzistici incontri di vocali e consonanti. Questo piccolo-grande mondo, dopo anni di conflittualità e convivenza con un mondo parallelo,  fatto di linee, proiezioni logico-matematiche-ortogonali, ha ritrovato la luce. Il cuore pulsante, nascosto e silenzioso della poesia si è affiancato alla razionalità manifesta, dell’oltre cinquantenne Andrea, e non ha più mollato il suo ruolo “nell’intreccio di emozioni liquefatte, perpetua affermazione dell’essere, testimonianza dell’esserci”, fino a prorompere con un impatto visivo, sonoro ineludibili. 

   La poesia di Andrea non fa sconti ai sentimenti, non si rassegna a farti stare in pace con te stesso, tende a ribaltare, piacevolmente, le apparenti linee tracciate della nostra vita per ritrovare, nei meandri della memoria o nel balenare di una proiezione nuova, quella parte di noi che parea sopita e pronta all’oblio. 

   Nel bisogno dell’incontro con noi stessi, con la nostra anima, Andrea Magno punta diritto alla purezza del sentimento con richiami alle emozioni suscitate sia dalle persone che dai luoghi. Riesce a creare quadri intensi anche quando i dettagli sembravano spariti, suscita rimandi capaci di richiamare fotogrammi quasi sbiaditi.  L’erudizione spirituale, diciamo meglio, l’auto erudizione spirituale passa attraverso un percorso tortuoso, ma limpido e sorprendente, solo, se incrocia, lungo il suo cammino, quel rivolo di creatività poetica che ci rende unici.

UN BACIO IN SOSPESO

Non esistono baci in sospeso,

ma ci sono purtroppo

quelli che non ho dato,

e quelli che non darò,

a chi nel cuore sta dall'inizio,

che ha un posto da sempre

nei miei pensieri la mattina,

che accompagna le mie giornate,

diafane immagini sempre diverse

collezionate nella memoria,

un perpetuo allontanarsi

senza mai discostarsi,

da sangue che chiama inascoltato,

da dolore che lacera carne,

dalla morte di una parte di noi,

nel tempo perduto che sempre scorre

nei meandri della mia anima nuda,

nessun bacio in sospeso,

solo quelli che non vi ho dato,

solo quelli che non vi darò.

 Salvatore Spallina

 

sabato 9 gennaio 2016

IL SIRACUSA (CON)CEDE LA TESTA DELLA CLASSIFICA



Il Siracusa (con)cede la testa della classifica

Bello questo campionato di Serie D Girone I/Moto GP (continuiamo con la metafora di mister Longo della Cavese). Altra curva altro sorpasso delle battistrada Cavese e Frattese. E il riposo forzato del Siracusa fa sfregare le mani ancor più a dirigenti e tifosi campani. Meno bello per i dirigenti e i tifosi siracusani che si son visti sfrattare dalla testa della classifica per lo sbandamento in curva della moto/squadra dopo una campagna acquisti a suon di belle presentazioni. Un vecchissimo tifoso della Anna, ieri sera tardi, incrociandomi si consolava col dire che ancora non tutto è perduto anche se regalare due punti adesso a quelle due prime, specialmente alla Cavese, possono pesare fino allo scontro diretto del 24 aprile.

In un certo senso incontrare la Frattese a breve, il 24 gennaio, allevia l’attesa dei tifosi per poter regolare i conti e riprendersi dallo sconforto di questi giorni. Non resta che aspettare inermi questo turno (per fortuna ravvicinato ma che sembrerà lunghissimo) e gufare i vincitori di questa tornata che sui “gradini” più alti della classifica sorridono e alzano il premio che questa Befana ha fatto trovare loro dentro la calza. Perché si sa che è stato un regalo.

Passiamo alla partita. Non ce ne voglia il giovane portiere Viola, noi che in mezzo ai giovani ci siamo stati una intera vita, ma questa lezione del campo, di questa Befana 2016, se la ricorderà per sempre senza che ci stia più nessuno a ricordagliela. Quando Giardina si prepara a calciare la punizione lui, Viola, prepara la barriera ed aspetta il tiro. Noi facciamo una scommessa con noi stessi: fra i pali questo ragazzo è forte e, come nelle precedenti punizioni, farà valere le sue qualità. Il tiro è velenoso e la scommessa è persa!!!. Lo standard delle qualità di Viola si abbassa. Il primo tempo si chiude sull’1 a 1. Nella ripresa mister Sottil, come sempre, cerca di modificare lo schema d’attacco. Esce Gallon (autore dell’1 a 0) entra Ricciardo (buono il tocco vincente per il goal del 2 a 1 di Dezai, il resto che ci ha fatto vedere è troppo poco per esprimere un giudizio di valore). Dopo nove minuti esce Longoni per Arena (buone e ficcanti le sue folate offensive), appena tre minuti dopo (27°), fuori Dentice (buono il suo esordio) dentro Dezai. Qualche minuto prima di uscire Longoni ha avuto sul destro la palla del vantaggio, invece di mirare bene, e lui lo sa fare, ha calciato forte, a porta vuota, sopra la traversa. Il Siracusa aumenta la pressione e il Marsala, ora un po’ stanco, si difende mettendo in atto l’antica pratica ostruzionistica del perdere tempo nelle rimesse e nei rinvii del portiere, allungare la permanenza a terra, qualunque giocatore venisse “toccato”. Questo atteggiamento si accentua ancor più dal momento che il direttore di gara, tale Riccardo Turchet di Pordenone, non richiama né punisce i calciatori del Marsala. Bisogna annotare a grande demerito di questo signore il fatto di aver negato, nel primo tempo, al Siracusa, un rigore grande quanto due case dal momento che un giocatore del Marsala, da terra, allunga la mano, in area di rigore, e devia in altra direzione il movimento del pallone. Al 40° il Siracusa passa meritatamente in vantaggio, Dezai concretizza quella superiorità territoriale e tecnica che stava esprimendo. È gioia effimera. A Palazzo bastano tre minuti, in una azione di rimessa, scorge fuori dai pali Viola ed il pari è servito. Crediamo, senza ulteriori indugi che sia giunta l’ora del giovane (al pari di Viola) D’Alessandro, il titolare, fin’ora, se ne farà una ragione ed imparerà a crescere e ad essere utile per il proseguo del campionato e della sua carriera. Naturalmente l’ultima parola spetterà a Sottil che vede, sente, ascolta, tiene il polso della squadra.

Abbiamo sentito il direttore Antonello Laneri nel merito del completamento della rosa juniores e ci ha confermato che la trattativa con il giovane, classe ’96, Porcaro, in forza al Benevento è tutt’ora aperta. Questa soluzione darebbe senso compiuto alla frase di mister Sottil di una settimana fa: “ho una rosa così completa di juniores che mi consente di fare i cambi più opportuni in ogni parte del campo”

Il tocco di classe per questa partita lo assegniamo ad Angel Tresor Dezai che nel momento topico della partita ha sfoderato un colpo di lucidità e freddezza piazzando la sponda in area di Ricciardo con quella giustezza necessaria che non ha dato scampo a Pizzolato per il, momentaneo, 2 a 1 del Siracusa.

 

 Salvatore Spallina