giovedì 26 ottobre 2017

ANDREA MAGNO “DA QUI HO UN POSTO COMODO” - COS’È LA POESIA SE NON LIBERTÀ?



   Le stecche della vita si erano inserite, a pieno titolo, nella sua e gli hanno fatto cambiare spesso direzione ed aprire nuovi capitoli nel suo personale libro della vita. Il 2015, con la stampa di “Sotto falso nome”, Edizioni Rupe Mutevole - imprime un’altra direzione ancora, del tutto nuova e non immaginata da Andrea Magno. 
   E siamo arrivati ad oggi. “Da qui ho un posto comodo” per i tipi di Chiaredizioni, 2017, traccia  una nuova via, una sorta di Vita Nova direbbe il divino poeta. Il fiumiciattolo è divenuto un fiume in piena. Non ha trascurato la meticolosità, lo studio, gli approfondimenti, gli amori della sua professione non poetica, ma questi saperi, certamente, lo hanno ancor più arricchito nel suo poetare che ora è divenuto già uno stile, il suo.
   Magno in questa seconda raccolta di poesie ci regala ancora momenti alti. Torna su  temi scottanti e duri quali l’abbandono, la crudezza della vita, il sale amaro della lontananza, il sesso, l’amore, l’impossibilità per l’uomo di venire a capo di misteri. Quando Magno scrive, però, lascia solchi grandi dove poter seminare piccoli o grandi arbusti che hanno la possibilità di crescere e librarsi in un futuro non lontano di speranza, di attesa o di accettazione della realtà, talvolta anche cruda. Magno ci dice che dobbiamo ancora credere nell'uomo e nella sua voglia di riscatto e di costante rigenerazione (lui è un esempio). La poesia può generare, genera tutto questo.
   Magno provoca con i suoi versi, a volte inconsapevolmente, altre scientemente, come nella poesia “La mafia siamo noi”. A noi questo titolo non è proprio piaciuto, ma i contenuti ci sentiamo di condividerli tutti:

“......" 
"mi giro dall'altra parte,
nel silenzio
a guardare,
mentre terra brucia
intorno ai morituri,
esitante intuizione,
del provocare facendone arte,
ma senza prendere parte,……
bevendo lacrime,
placo sete
dell'anima sola che è deserto,
aspettando domani,
quando tutto finisce.”

   Il poeta Magno esprime un pensiero insinuante da adulto/ragazzo nello stesso tempo, però non ne vuol sentire di diventare qualcosa d’altro, cioè invecchiare o da ragazzo lasciare il suo status di privilegio e diventare adulto. Questo modo di essere di Andrea Magno è diventato strumento della sua poesia. Il suo interrogarsi non porta quasi mai a risposte definite, stereotipate, ma vola negli spazi aperti a cercar aneliti e slanci emotivi. Certe sue poesie sono come un ornamento che attrae, poi entrati dentro scopriamo emozioni, pensieri, sensazioni epidermiche mai sopite che aspettavano il momento di venir fuori.
   A più di una Musa sarà grato il poeta visto che lo ispiravano già ai tempi del Liceo Einaudi di Siracusa, ma allora la sua penna era senza inchiostro ed il suo spirito non era ancora pronto ad immergersi nel confronto con il suo Sé e con gli altri. Ora tutti gli inchiostri del mondo sono al suo servizio.


 (Andrea Magno in una foto di Diego Landi al Carta Carbone Festival - Ottobre 2017 - di Treviso)

Anche se “il cestino della vita” (da “Incontrovertibile”) è pieno delle nostre carte un’alba arriva sempre e chiunque di noi può ancora ricominciare a credere nella vita e nei valori che la poesia di Andrea Magno respira ed ispira. A noi piace pensare che le poesie di Magno (non tutte s’intende!) ci conducono in un percorso alla fine del quale troviamo di fronte a noi una porta: la sfida è aprirla tutta (leggerle tutte!!) ed iniziare un nuovo cammino.


Salvatore Spallina

martedì 17 ottobre 2017

SIRACUSA-CATANIA 0 a 1- IL SIRACUSA SPRECA, IL PARI SAREBBE STATO GIUSTO






Siracusa-Catania 0 a 1- Il Siracusa spreca, il pari sarebbe stato giusto

   Si sa che nell’occasione topica dell’anno il popolo azzurro non tradisce i suoi colori. Noi vorremmo che la presenza, magari non dei cinquemila e passa del De Simone di sabato sera, si rafforzasse per contribuire, in tutti i sensi, alla crescita di questa squadra e a far sentire più tranquilla la società.
   Vogliamo incominciare il nostro commento con un plauso al presidente Gaetano Cutrufo per aver ridato fiducia e rifidelizzato, in questa giornata azzurra, particolarmente sentita da tutta la tifoseria, tutti quegli over 65 e i ragazzi sotto i 12 anni (abbonati), che in sede di campagna abbonamenti erano stati un po’ maltrattati. Questi tifosi sono entrati allo stadio gratuitamente.
   La seconda nota su cui ci vogliamo soffermare, lo abbiamo fatto altre volte, è che certe teste calde, incapaci di controllare le loro azioni , non hanno mai operato a fin di bene né per il Siracusa né per Siracusa. Guarda caso l’incidente/messinscena, comunque esagerata, di Pisseri è avvenuta nel momento migliore della reazione azzurra. La squadra era tutta protesa a recuperare un risultato alla sua portata. Invece quei 9 minuti di interruzione, riempiti anche di polemiche e nervosismo, hanno, alla ripresa del giuoco, visto un Siracusa più nervoso e non più con la stessa tensione lucida ed emotiva prima dell’incidente. C’è anche un video prima dell’incidente che ritrae Pisseri atto a raccogliere oggetti in campo ed a richiamare l’attenzione dell’arbitro, quasi a prepararsi il terreno per la scena successiva.
   La terza nota, ahimè dolente, di questa gara è stata, questo aretino, signor D’Apice. Il balbettamento sul regolamento nell’episodio del rigore, con la consultazione dei due assistenti di linea, prima di rimangiarsi la decisione del goal, assegnato al Catania, dopo il colpo di testa di Lodi, dice tutto sulla sua preparazione (Lodi calcia il rigore sul palo e poi ribadisce in rete senza che nessun altro giocatore abbia toccato la palla, era da annullare).  Infatti il rigorista Emanuele Catania è stato il primo a corrergli incontro e a fargli notare la cantonata che aveva incocciato dando il goal. Anche questo ha contribuito ad alzare la tensione negli azzurri rendendo inutile il forcing azzurro nei minuti finali della partita.

   Dal comunicato del giudice sportivo della Lega di C si apprende che il Siracusa è stato solo multato di 2.500 €. Pensavamo peggio, molto peggio. Vuol dire che il sig. D’Apice  ha scritto il suo referto in maniera razionale e meditata dando alla sceneggiata di Pisseri il giusto valore, cioè una sceneggiata.  
    Ora torniamo alla partita giocata. Questo derby siciliano per le storie passate (e future) è da considerarsi come una sorta di stracittadina, come si dice in gergo, ed il nostro parere è che il pari, per quel che si è visto in campo, sarebbe stato il risultato più giusto. Le due rose di calciatori in verità sono differenti. Quella catanese ha un tasso tecnico più elevato ed ha dalla sua, non solo il fatto che alcuni giocatori hanno giocato insieme anche in serie A (vedi Lodi, Biagianti e Marchese) ma anche che altri componenti la rosa, in gran numero, hanno giocato in A e B, incluso il parco giovanile. Il Siracusa, non è da meno, ha una bella rosa con caratteristiche tecniche, come è normale, diverse da quella catanese e fin’ora ha fatto molto bene ed ha raccolto i frutti del lavoro di Bianco e dei suoi calciatori con un bottino di 14 punti che vede la squadra in una posizione di classifica importante. La differenza di quel livello tecnico, di cui parlavamo, durante la partita si è visto, anche se è non riuscito ad evitare che il Siracusa si rendesse pericoloso in più di una occasione. La più clamorosa quella di Parisi sul risultato dell’1 a 0.
   Abbiamo in mente tutta la partita del derby giocato al De Simone nello scorso campionato e lo vogliamo citare per un solo confronto (non avendo alcun senso tornarci per altri versi!!). Il Filippo/Pippo Scardina, che fece l’uno a zero in quella gara, che valse la vittoria, non ha avuto nessun cross simile per colpire di testa (il suo pezzo più forte!) in tutta la gara. E diciamo questo perché la forza e la costanza nelle prestazioni e nei goal che da quella gara in poi sprigionò Scardina, nelle partite disputate quest’anno, ancora non le abbiamo viste né in casa né fuori. Vero è che non ci sono i piedi (dx e sx) di Valente a confezionare quelle palle invitanti. Nessun rimpianto (sic!) per Valente, ma oggi il Siracusa ha una squadra con giocatori diversi, ma non possiamo chiedere a Scardina di ripetersi su quei colpi di testa che hanno fatto andare in visibilio la tifoseria. Un’altra nota che ci sembra importante è che mister Bianco ha studiato bene il Catania ed ha adattato la formazione per affrontare questo Catania. Quando ha provato a fare i cambi il dialogo fra i calciatori ha funzionato un po’ meno. Adattarsi ad affrontare le squadre è importante tanto quanto far si che le squadre si adattino ai nostri schemi di giuoco. Il nostro settore tecnico si sta dando da fare in questa direzione  sotto l’occhio vigile di Antonello Laneri che da un poco di tempo a questa parte ha dimostrato di essere un uomo di mercato che compie scelte sagge e ponderate.  La prestazione di sabato sera con il Catania e la posizione, ben solida, in classifica del Siracusa non mettono in ansia né all’ambiente né alla squadra per un proseguo di campionato tutto da vivere. A nostro parere Mancino insieme a Palermo i migliori in campo. 
   L’obiettivo primario di questo campionato, a nostro modesto avviso, non può essere diverso da quello di tenerci ben stretta questa categoria e regalare vittorie e soddisfazioni ai tifosi, a partire dalla sfida di sabato con la Casertana che con una partita senza colpi di genio, l’anno passato, mise fuori il Siracusa dai play off.


   Il “Tocco di classe” di questa partita lo vogliamo assegnare a tutti quei familiari ed amici di quei tifosi, alcuni venuti a mancare da tempo,  altri di recente, presenti al De Simone prima della gara. La tifoseria si sente molto legata a questi giovani e meno giovani tifosi che continuano a lasciare questo mondo. Tutti sappiamo che questi ragazzi continueranno a tifare i Leoni anche da lassù.


Salvatore Spallina