mercoledì 29 novembre 2017

SIRACUSA-CATANZARO 2 a 1 - PARISI BUM BUM FA FUORI I CALABRESI














    Proprio così, una doppietta di Tino Parisi ha steso il Catanzaro nella giornata di sabato 25 novembre u.s.. Ultima giornata del turno di sabato, da domenica prossima il Siracusa giocherà sempre di domenica, tranne nel turno infrasettimanale del 21 marzo a Pagani. Il giovane, siracusano doc, in forza al Catania fino alla scorsa stagione, aveva sofferto non poco, nelle ultime due gare casalinghe, per aver fallito due goal quasi fatti, sottoporta.
    Si è riscattato in questa partita dimostrando di potersi meritare maglia e stima non solo del suo allenatore ma anche dei tifosi siracusani, che avevano mugugnato non poco dopo gli errori accennati. “Ora, solo ora mi sento a casa”, queste le parole nel dopogara, dopo aver incassato la chiamata del suo nome, fortemente gridato da tutto lo stadio, specialmente dopo il secondo goal. Bello il primo, al 15° del p.t., su angolo di Mancino e lui che arriva come una saetta da dietro ed impatta lasciando imbambolata la difesa calabrese. Il secondo, al 5° del s.t.,  su pennellata di sinistro di Mancino (sempre lui!!!) devia di testa nell’angolo dove il portiere non può arrivare, ed è tripudio.
   Eccezionalmente gli rendiamo merito con queste due foto.



    Il riscatto identitario di questo giovane atleta vogliamo porlo come auspicio, ora che la società si è data una nuova struttura per tutto il settore giovanile societario. L’attenzione dovrà concentrarsi sui giovani talenti siracusani. Con questo intendiamo riferirci a tutto il bacino di giovani della provincia cui la società deve guardare per poter costruire progetti importanti per il prossimo futuro. La scelta propositiva, in questa direzione, la identifichiamo nel nome del prof. Paolo Lombardo, vero paladino e colonna portante del calcio a Siracusa e fautore, da sempre, dell’idea di dover porre al centro di qualunque iniziativa calcistica importante, che sappia guardare al domani, il mondo del calcio giovanile.
   La partita è stata ben giocata dalle due squadre. Paolo Bianco, privo di Turati e Magnani, dopo la partita di Coppa Italia a Trapani, opta per Mucciante al centro della difesa con Daffara e De Vito esterni di difesa. Mancino diventa, ormai stabilmente, diciamo noi, fonte ed ispiratore di quasi tutte le proiezioni pericolose del Siracusa. Mangiacasale copre tutta la fascia di competenza e si propone con azioni offensive ficcanti, Palermo, superati i problemi fisici, continuerà a mettere in seria crisi il mister, perché quando gli riescono bene i cross, la palla gli attaccanti la mettono solo dentro. Questo sabato Bernardo ha sfiorato il palo, dopo che l'esiguo popolo  della gradinata aveva gridato al goal. Catania è sempre il solito giocatore che ti aspetti, sempre nel cuore della manovra offensiva della squadra ed anche lui ha sprecato, in area, una magia di Mancino. Ma sabato era il giorno magico di Tino Parisi!!! Il povero Toscano quando il Siracusa non gioca la palla va in debito mentale e non riesce ad incidere. Mister Bianco dopo cinque minuti del secondo tempo gli preferisce Spinelli con il cambio di schema tattico.  Ma il Catanzaro non è stato a guardare, anzi, ha giocato la gara con verve e piglio di squadra cui il suo nuovo allenatore sta cercando di dare una impronta ben definita. Ha giocato la palla più e meglio del Siracusa a centrocampo, ma la sua pericolosità di è fermata, tranne che in un paio di occasioni, goal compreso (molto bella la trama di giuoco che va a pescare solo in area Falcone), ai limiti dell’area siracusana. L’ingresso in campo del principe del pressing, Scardina è servito ad attenuare la foga offensiva del Catanzaro, infatti ha servito un pallone d’oro a Giordano, che calcia fuori da ottima posizione ed un ulteriore tiro in porta che Nordi para accartocciandosi sulla base del suo palo.


   Bella anche la dedica della vittoria a Sasà Indomenico, non presente neanche in panca per via della morte del papà. Mancino mostra la maglia dedicata, segno questo che la squadra è attenta e dentro lo spogliatoio si respira una bella aria che dà e darà forza a questi ragazzi.



   Il “Tocco di classe” di questa partita, neanche a dirlo, lo assegniamo a Tino Parisi.

Salvatore Spallina

mercoledì 15 novembre 2017

SIRACUSA-LECCE 1 a 3 - VELOCITÀ E MOVIMENTI DEFINITI DECIDONO LA GARA - QUALCHE RAMMARICO








   Partiamo dal pubblico presente allo stadio Nicola De Simone. Non abbiamo memoria di una partita di cartello come Siracusa-Lecce così snobbata dal pubblico siracusano. Mediamente sabato pomeriggio c’è stata metà della gente che questa partita, in un altro momento storico, non l’avrebbe persa per nessun motivo. La gara data in tv? Il cattivo tempo annunciato e non pervenuto? Quelli impegnati nel sabato lavorativo? In altre occasioni “simili” questa enorme defezione non l’abbiamo registrata. 
   Poi anche i tifosi organizzati ci mettono del loro!!! “Si cantano addosso”. Tanti ragazzi, e non solo ragazzi, non fanno mai mancare la presenza durante le trasferte non lasciando mai sola la squadra. Sappiamo tutti che questo è un merito non indifferente, ma nelle partite in casa non è un bello spettacolo sentire le sovrapposizioni degli stessi cori durante la gara, ed poi provare a gridare ancora più forte per cercare di coprire il coro che parte dalla curva o viceversa quello che parte dalla gradinata coperto in parte da quello che cerca di sovrapporsi dalla curva.  Nei cori, un bel gruppo di tifosi, per non subire l’umiliazione di sentirsi dire che stanno in gradinata ( e non in curva!),  la stessa gradinata la chiamano “Settore”. “Hanno le loro storie!!!” Non vogliamo entrare nel merito, ma questo modo di fare è meno coinvolgente per il resto degli spettatori della gradinata che spesso vorrebbe unirsi a qualche coro e non lo fa o lo fa male e siamo testimoni di questa sofferenza.
   Anche la squadra avrebbe tratto giovamento da una presenza numerosa ed attiva, specialmente nel primo tempo quando ha cercato, con la volontà, con i nervi, con determinazione di ribattere colpo su colpo alle azioni della squadra di Liverani. Certo parlare di questa partita, che è stata analizzata in lungo ed in largo, già durante il suo svolgimento ed anche dopo, non sarà facile. Noi proviamo a ragionare su alcuni momenti della gara sia con i nostri appunti sul tacciono, sia su qualche elemento tecnico della stessa.
   Partiamo dai dati positivi. Mister Bianco ha ragione a rammaricarsi del fatto che la sua squadra avrebbe potuto andare in goal sia dopo l’1 a 0 che sul 2 a 0 del Lecce. Questo avrebbe dato modo di riaprire, comunque, la partita. Infatti la sequenza delle occasioni è data da un susseguirsi di azioni condotte in maniera diversa dalle due squadre, si, ma comunque gli azzurri sono entrati dentro l’area del Lecce e potevano fargli male.
   In sequenza gli attaccanti leccesi per due volte sfiorano il goal, Tomei para un sinistro “destinato” di Di Piazza, ma nulla può dopo. Con una velocità insolita, per la difesa del Siracusa, v’è un susseguirsi di tiri e rimpalli che porta Armellino a segnare l’1 a 0. E’ il 15°.
  Il 17°, però, vede Scardina colpire di testa l’unico cross buono di Giordano dalla destra e sfiorare il palo a Perucchini battuto.
  Il 19°, a seguito di una punizione ben calciata da Nicola Mancino e conseguente rinvio errato della difesa leccese, trova Giordano solo davanti alla porta  per spedire in curva la palla del pari.
  Al 20° Di Piazza, dopo uno scambio, con una serpentina impressionante, vede respingere da Tomei la palla del 2 a 0.
  Al 23° Magnani appoggia male e di fa intercettare una palla nel centrocampo leccese, Di Piazza riceve e scatta (forse in fuorigiouco) dribla Tomei ed insacca il 2 a 0.
  Al 26° Daffara da buona posizione non la mette dentro.
 Al 33° Catania, dopo una punizione magistrale di Mancino, è solo a destra del dischetto, ma non riesce ad impattare.
  Al 37 e al 41° il Lecce anche nelle ripartenze si muove con schemi prestabiliti, gioca la palla in velocità e fa male alla difesa azzurra che si salva con due difficili parate di Tomei.
   Il secondo tempo lo chiudiamo in maniera breve. Il Siracusa c’è fino al nono minuto con un bel tiro di Mancino che si destreggia bene e conclude con un bel sinistro che Perucchini è costretto a deviare di pugno. Poi ci sono i cambi, un eurogoal del leccese Tsonev e quello di Emanuele Catania, bello, che sorprende il portiere sul suo palo da un angolo di Mancino.
   Il 3-5-2 del Granillo sembra un segno. Non c’è il 4-2-3-1, adottato in quasi tutte le gare precedenti. Con la Regina infatti il sabato precedente, con uno schiacciante 0 a 2 ed un giuoco migliore attraverso il controllo del centrocampo, Bianco lo ripresenta con il Lecce sperando di poter pronunciare la famosa frase archimedea: “Eureka!” (“ho trovato” il modulo di giuoco che cercavo!!). Con la Reggina aveva funzionato perché dopo lo sfogo iniziale dei calabresi, durato una decina di minuti, il Siracusa ha preso campo e possesso del centrocampo e la Reggina non è mai stata pericolosa dentro l’area di rigore azzurra.
   Si capisce bene, specialmente dopo la gara con il Lecce, ma anche prima della gara che la Reggina non è il Lecce!!! Mister Bianco ha pensato allo stesso modulo, ma     non agli stessi uomini e non nelle stesse posizioni in campo.  Parisi, Daffara, Liotti, sono chiamati ogni domenica a compiti che non sanno governare sempre bene, chiamati come sono a compiere gesti tecnici, azioni, giocate che sono nel loro bagaglio di giocatori, ma che non appartengono al ruolo principale con il quale sono cresciuti fino ad oggi. Giordano chiamato a svolgere compiti diversi ha avuto uno dei rendimenti più bassi della sua storia in azzurro. Mangiacasale subentrato nel secondo tempo, se sta bene, sulla fascia è stato ed è determinante.
   Il Lecce sull’1 a 3 continuava a giocare come se dovesse fare risultato. L’espulsione di Bianco al 30° del secondo tempo è in linea con il secondo tempo degli azzurri. Il Lecce sostituisce due uomini per infortunio nel primo tempo ed giuoca la gara senza Marco Mancosu. Liverani in dieci gare ha dato una identità tecnica alla sua squadra.
Modesto questo Girone C!!, ma quelli che amiamo questi colori e questa città ci aggrappiamo a questi 23 punti. Questo è il tesoretto cumulato finora, senza regalie di sorta e conquistato sul campo. Quarto posto non condiviso. Dopo 14 giornate, ci sembra possa essere rimpinguato a dovere. Mister Bianco può ripartire bene dalle cose buone della gara con la Reggina e dalla voglia di far bene della squadra nel primo tempo e su queste costruire un Siracusa ancora più sicuro e vincente. Questa riposo nel prossimo turno servirà a rinforzare idee e schemi.


   Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo a Nicola Mancino. Dalla sua testa e dai suoi sono partite le giocate più pericolose del Siracusa. Conosciamo le sue capacità tecniche e la sua voglia di fare bene in questa squadra ed in questa città.


   Salvatore Spallina       

domenica 5 novembre 2017

SIRACUSA-PAGANESE 2 a 3 - SQUADRA IN BAMBOLA, PRESTAZIONE DA DIMENTICARE, ARBITRO DI CATEGORIA INFERIORE







  
 Approccio alla gara sotto tono rispetto alle parole dell’allenatore della vigilia. Se queste erano le sue preoccupazioni non le ha ben trasmesse alla squadra ( come ha già riconosciuto nel dopo gara). Il Siracusa ha giocato nel suo modo solito , massimo tre scambi e poi lancio lungo a cercare Scardina, Catania, Mazzocchi. Forse i giocatori hanno preso sottogamba la gara. La Paganese ultima in classifica era reduce da due recenti sconfitte. “…Se non scendiamo in campo con il piglio giusto possiamo perdere con chiunque” queste le dichiarazioni di Bianco venerdì. Detto-fatto. Dopo pochi minuti il Siracusa è sotto di un goal. L’unico cross decente da parte di Liotti ( di destro, non con il suo piede preferito) , di tutta la gara, arriva al 15° del secondo tempo ed il Siracusa è sotto di tre goal. Finalmente (avrà detto in cuor suo) PippoScardina, impatto perfetto per l’1 a 3. Gli altri cross, compresi  i due calci piazzati curati dallo stesso Liotti…. non ricevuti. In verità al 16° del primo tempo Catania la palla-goal per il pari l’ha avuta (lancio di Giordano, testa di Mazzocchi, tiro sopra la traversa!!). La seconda azione degna di nota di tutto il primo tempo la confeziona il solito Catania che con un diagonale taglia i difensori campani e serve Mazzocchi, questi si gira bene e appoggia dietro una bella palla a Toscano  il cui tiro in porta viene impattato da un difensore. I tifosi avevano capito che una sterzata alla gara andava  data già nel primo tempo, pur sotto ancora solo di un goal. Ma ci può stare di andare nel pallone, specialmente quando non te lo aspetti. Squadra e allenatore. La lettura della partita Bianco stenta a compierla, Mancino secondo il nostro parere andava messo in campo dopo i primi venti minuti, sia per il tasso tecnico superiore a tanti giocatori presenti in campo sia perché è uno dei pochi capaci di dialogare nello stretto con Catania. Nel nostro personale taccuino nel corso del primo tempo abbiano annotato, più di una volta, una concentrazione, spontanea, verso il centro dell’attacco della Paganese di Scardina-Catania-Mazzocchi. Segno questo del fatto che i giocatori più offensivi psicologicamente avvertivano il disagio della squadra e del pubblico e tendevano a trasferirsi nella parte di campo da dove è più facile colpire per andare in goal. Solo lo sviluppo successivo dell’azione li riportava nella posizione assegnata in campo. Il fatto di non apportare correttivi tattici e di uomini è il segno lampante dell’assunzione delle responsabilità di Bianco. Al 4° del secondo tempo Talamo sbaglia un goal fatto, ma al 9° l’attacco paganese confeziona una splendida azione con scambi dentro l’area che si concludono con il secondo goal di ottima fattura di Scarpa, per culminare al 13° con il terzo goal con azione manovrata di Cesaretti.  All’11° Bianco aveva effettuato due cambi offensivi fuori Mazzocchi per Sandomenico e Bernardo per Toscano. Al 15° come descritto sopra il goal di PippoScardina. L’angolo ben battuto di Sandomenico offre a Magnani, al 37°, una palla di testa per il 2 a 3 finale.
   Arbitraggio da categoria inferiore, ha sbagliato tantissimi interventi, a cominciare dal calcio di rigore al 4° del primo tempo ( la palla prima sbatte sul corpo e poi sul braccio di Magnani, sta scivolando ed allarga le braccia per proteggersi nella scivolata) e da una sfilza infinita di ammonizioni (due a Daffara, con espulsione al  75°), ed altre quattro per il Siracusa, due per la Paganese. Le tante interruzioni di giuoco, con prolungata permanenza a terra dei giocatori paganesi, senza il minimo accenno ad eventuali sanzioni (un invito dunque) hanno coronato il resto della sua prestazione.
                                                           
   Il “Tocco di classe” della partita lo assegniamo anche questa volta ad Emanuele Catania. È la luce, il faro di questa squadra ed ha difficoltà a dialogare, a volte, con i compagni che non sempre capiscono le sue intuizioni e le sue giocate. Quando è stato spostato davanti alla difesa ha fatto la sua parte, come sempre, ma, ma a soffrirne è stato il reparto avanzato dove la sua incisività è stata ed è sempre determinante.

Salvatore Spallina


mercoledì 1 novembre 2017

SIRACUSA-VIRTUS FRANCAVILLA 1 a 0 – È SEMPRE UN PIACERE GUADARE DALL'ALTO LA CLASSIFICA







  Sabato alle 14,30 allo stadio Nicola De Simone sarà il giorno di Siracusa-Paganese, quasi un testa coda della classifica. Naturalmente, senza  se e senza ma, i tre punti indispensabili vanno incamerati per rafforzare una classifica che oggi sta dando grandi soddisfazioni alla tifoseria.
 Nella partita di sabato scorso con la Virtus Francavilla il Siracusa ha centrato l’obiettivo anche se ha sofferto molto nel secondo tempo e soprattutto nei minuti finali. Oggi si sa che le partite aperte, cioè con lo scarto di un solo goal non danno sicurezza della vittoria se non con il fischio finale dell’arbitro, in qualunque categoria, dalla Prima alla Seria A. Un Siracusa pimpante ed aggressivo che ha sfiorato il goal in tante occasioni ha fatta sua la gara, anche se la manovra azzurra ancora non è fluida e definita nei dettagli. I pugliesi hanno subito questa aggressività ed hanno abbozzato delle controffensive basate soprattutto sui lanci lunghi, nella prima mezz’ora di giuoco. Appena il Siracusa rifiata il Francavilla prende campo. Ma dura solo il tempo di un paio d’azioni. Al 32° proprio in un’azione d’attacco pugliese Tomei è lesto a scavalcare il centrocampo avversario con un rilancio colto al volo da Toscano per Scardina che si invola sulla fascia sinistra ed approfitta di uno scontro fra compagni della squadra avversaria e serve Emanuele Catania che trasforma per l’1 a 0. Questo risultato viene, diciamo così consolidato, al 40° da un bel tiro di Scardina deviato in angolo dal portiere Albertazzi.  Nel secondo tempo cambia l’atteggiamento tattico delle due squadre. L’allenatore del Siracusa Paolo Bianco comincia a veder concretizzarsi i timori della vigilia, quando sosteneva che il Francavilla anche se non è più la squadra rivelazione dello scorso campionato sarebbe stata in grado di fare la partita e mettere in difficoltà il Siracusa. Al 6° il Siracusa concede a Saraniti, un vecchio marpione per questa categoria,  dentro l’aria di rigore l’occasione del pari, ma la fallisce.  Il Francavilla prosegue con le sue iniziative di schemi consolidati, con un controllo palla efficace. A questo punto Paolo Bianco decide di dare una scossa all’andamento del giuoco della sua squadra con il doppio cambio (è 11°) Sandomenico per Mancino e Parisi per Mazzocchi, cioè una maggiore e decisa propensione offensiva, però la squadra non s’è disposta per assecondare questi cambi. Mancino ha giocato un paio di palloni e due punizioni, Mazzocchi non ha inciso. Questo calciatore il mister continua a “vederlo” ed utilizzarlo come esterno d’attacco, noi pensiamo che qualche chance importante per giocare al centro, come nelle prime partite di campionato questo ragazzo se la merita. Intanto la Virtus continua a giocare palla a terra a partire dalla sua area di rigore e lo fa con discreta abilità con una serie di passaggi fra difensori e  centrocampisti, il Siracusa lascia campo e tempi di giuoco, poi quando al 27° Bianco decide di far uscire, il principe del pressing azzurro, Pippo Scardina per Bernardo, le possibilità di aggredire alto il Francavilla vanno in fumo. Al 38° il Francavilla concretizza la sua pressione nella metà campo azzurra con una giocata ed un tiro in porta che vede  Tomei, fuori causa, ma con il magico piedino di Emanuele Catania, sulla linea, salva il risultato.
  Ci fa specie il fatto che tutti gli abbonati ed i tifosi che affollano la gradinata, nell’era del digitale, abbiano dovuto migrare in un altro settore. Non sono giunte le info su quanti biglietti erano stati venduti in tempo utile per sapere che non sarebbe venuto nessun tifoso ospite? Ci sarà ancora quest’altro sabato contro la Paganese? Bisogna aggiustare il tiro e speriamo che anche altri problemi di burocrazia (Soprintendenza), di reperti e di messa in opera della cisterna di raccolta dell’acqua di drenaggio del campo trovino soluzione definitiva.


 Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo ad Emanuele Catania perché gonfia la rete (bella la foto di Martina Visicale) e tanto basta per i tre punti. L’orgoglio aretuseo  guardando la classifica si gonfia e ben a ragione perché la squadra, e soprattutto lui, Emanuele continua a dare garanzie sia per la tenuta atletica, per la sua capacità di leggere le situazioni di gioco (nega davanti alla linea di porta, a Tomei battuto, il pari al Francavilla) e per essersi trovato per ben altre due volte nelle condizioni, nel momento di maggior pressione degli ospiti, con due palloni buoni per chiudere la partita.


Salvatore Spallina