Pubblico assente,
troppo esigente. E’ con questa rima che sentiamo di cominciare questo commento
sulla partita Siracusa-Juve Stabia. E lo diciamo con franchezza ed anche con
amarezza. Ci farebbe piacere vedere al De Simone il pubblico che meriterebbe
una squadra in una posizione di classifica invidiabile, come quella del
Siracusa, in questo scorcio di stagione. Le duecento presenze in più della
media, ahimè, stagionale (1.700/800) hanno dato un poco di lustro a questa
domenica che ricorda il mai dimenticato Nicola De Simone. Un ragazzo di
Castellammare di Stabia che ha militato nel Siracusa e che con quella maglia
addosso, sul campo, ha lasciato la sua giovane vita. Atleta e uomo autentico
nel cui ricordo non si festeggia solo un incontro di calcio, ma tanto, tanto di
più. Per molti di noi è qualcosa di più, molto di più di una semplice partita. Sono
passati trentotto anni ed il suo ricordo è ancora vivo e forte. Domenica è
stato un momento bello e sentito prima durante e dopo la partita,
indipendentemente dal risultato. Lo stesso Nicola avrebbe meritato ancora più
pubblico come in altre occasione è successo.
Torniamo al punto. Gli spettatori restano a
casa con la scusa che di partita in partita c’è qualcosa di meglio da vedere in
tv, perché a turno mancano i milanisti, gli interisti, gli juventini. Nelle partite
del Siracusa in casa manca quel quid, quella aspettativa per cui vale la pena
andare allo stadio, oltre il fatto di essere tifosi azzurri. Mancano i goal di
Pippo Scardina che oramai non accenna più, se non sporadicamente, a far
pressing anche da solo, perché guardandosi intorno vede che nessuno lo segue
nella sua iniziativa (perché il Siracusa di quest’anno non pratica il pressing!!).
A Pippo mancano quei cross tesi dalla linea laterale che tanti bei goal gli
hanno procurato nella passata stagione e che tanti tifosi hanno infervorato. Per uno di quei goal valeva la pena pagare un
biglietto e poi parlarne durante la settimana. Forse è proprio questo che manca
in quest’anno calcistico. Quasi sempre le partite, tranne qualche eccezione, si
concludono domenica sera o al massimo lunedì sera. Non c’è il trascinamento di belle immagini
che il tifoso si porta dentro, una bella azione tecnica, di qualità superiore
che ti fa andare a cercare l’amico anche al telefono, se non è venuto al campo,
per riprendere una discussione il giorno dopo e magari invitarlo/costringerlo
la successiva domenica, in casa, a venire a guardare i Leoni, anche se i Leoni
meritano sempre di essere guardati e seguiti.
Da questo punto di vista lo spettatore siracusano che ha giuocato
al calcio o che ama il calcio tecnico, di qualità prova/trova scarse occasione
per ammirare tutto ciò. Poi l’unico
calciatore che è in rosa e che ha dimostrato di averle le qualità per inventare
giuoco e creare le premesse per azioni pericolose, che è Nicola Mancino, non ha
ancora un ruolo definito. Questa domenica scorsa è stato schierato sulla fascia
esterna dove ha reso pochissimo e da dove ha poche possibilità, per le qualità che
possiede, di rendere al massimo. Infatti uscito lui nel secondo tempo il
livello tecnico della squadra è calato di molto rispetto al primo tempo. Se vogliamo
parlare di emozioni l’unica di tutta la gara è stata quella relativa al cross
di Mangiacasale ed il tocco sottoporta di Emanunele Catania che il pipelet Branduani
d’istinto manda in angolo. Per onor di cronaca, a parti invertite, nella parte
finale della gara, l’incrocio dei pali di Calò, con Tomei fuori causa, è l’altra
emozione di tutta la gara.
Però mister Paolo Bianco
mastica amaro, già prima della partita ed anche il giorno dopo, per la debole
affluenza e per i mormorii di parte del pubblico verso la squadra. Non si
capacita perché non viene tenuto nel giusto conto il fatto che questo bottino
di 30 punti (quarta in classifica) è un bottino meritato, per prestazioni e per
numeri di tutto rispetto. Noi siamo convinti sostenitori di mister Bianco e
siamo certi che, al rientro di Turati, con un Magnani nelle migliori condizioni,
e con l’affidare a Mancino un ruolo più centrale in mezzo al campo, con il
3-5-2, nella seconda parte del
campionato e nei play off saprà regalare a tutto il pubblico del De Simone
quelle emozioni e quelle aspettative che anche la presidenza Cutrufo merita.
Poi pensiamo che con qualche intervento nel
mercato di gennaio il sapiente Antonello Laneri saprà trovare quel tassello che
manca per rendere la rosa ancora più competitiva.
Sono in tanti quelli che seguono il Siracusa in trasferta, ovunque, e non fanno mai mancare il calore del tifo, fra questi, in particolare c’è un piccolo gruppo, gli amici del “Club Azzurro Nicola De Simone” guidati da sempre dall’imperterrito Angelo Vinci (presidente da sempre).
Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo alle due tifoserie gemellate nel nome e nella memoria di Nicola De Simone.
Salvatore Spallina
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