domenica 4 dicembre 2016

IL CATANZARO FINISCE IN 9, MA PERDE 1 A 0. MARTEDÌ A PAGANI CON TANTA FIDUCIA IN PIÙ.



                                
             

Il Catanzaro finisce in 9, ma perde 1 a 0. Martedì a Pagani con tanta fiducia in più.

  Siracusa-Catanzaro ha tenuto sulle spine tutti i tifosi siracusani fino al 49° del secondo tempo, con il Catanzaro ridotto in nove uomini. Le azioni più pericolose dei calabresi quando sono rimasti in dieci, con Santurro che toglie al 40° con la punta delle dita un pallone indirizzato al sette e di non facile lettura perché aveva preso, in volo, uno strano effetto. Ma ricominciamo da principio. Mister Sottil che aveva studiato gli avversari ed aveva messo sull’avviso, nella conferenza di presentazione della gara, i suoi uomini, dopo aver studiato gli avversari. Non sarebbe stata una partita facile. In realtà il Catanzaro ha una classifica bugiarda, è relegato all’ultimo posto ingiustamente, secondo il nostro modesto parere. È stata la squadra, da quando il Siracusa ha trovato la quadratura per stare bene in campo, che lo ha fatto giocar male. I loro esterni alti non si scostavano dalla linea laterale, il loro numero 20, Matta, pronto a distribuire palloni con gli avanti che si proponevano arretrando. Era ormai evidente che lo sblocco della gara poteva avvenire solo con una palla inattiva. 36°, Valente pennella benissimo, alla destra di Leone, una punizione da fuori area procurata da Scardina. Il Catanzaro non fa giocare bene il Siracusa, dicevamo. Secondo noi c’è anche un motivo tattico: Cassini. Tiene male la fascia di competenza cercando sempre il centro dell’area e del campo. È sempre in ritardo sulle ripartenze avversarie e sull’uomo che dovrebbe tenere sotto controllo. Ha bisogno del costante richiamo dell’allenatore per tenere la posizione. Nel secondo tempo ancora peggio, almeno fino all’ingresso di Palermo che è entrato per sostituire Scardina che aveva dato tantissimo e con una ammonizione che pesava. Palermo esterno, ora Cassini al centro del campo si muove meglio, ma tende alle azioni individuali e al momento della sostituzione ha tirato fuori un carattere di piccolo provocatore niente male, beccandosi una ammonizione (come domenica scorsa).  Pensiamo che un turno di riposo se lo meriti tutto mettendo sulla bilancia svantaggi e vantaggi per la squadra. Fortuna che ad impensierire in maniera proficua e costante ci sono stati Valente e un signor Catania in splendida forma. Una sbavatura difensiva di Pirrello un minuto dopo il goal di Valente aveva messo in apprensione la squadra e il pubblico. Poi per fortuna è stato un crescendo da parte del ragazzo. Scardina ha avuto il merito di conquistare la punizione per il goal di Valente, il demerito di averne sbagliato uno solo davanti a Leone, dopo uno svarione difensivo dei calabresi, per il resto ha lottato su ogni pallone sino al cambio con Palermo. Come spesso succede nel calcio dopo l’occasione fallita da Scardina il Catanzaro fa lo sforzo di riprendere la partita e si butta in avanti. Per strano che possa sembrare, ma nel calcio non lo è, dal 34° del secondo tempo quando restano in dieci per il secondo giallo di Prestia, sempre su Scardina, come nel primo tempo, i ragazzi di Zavettieri ci credono di più e mettono un po’ in affanno il Siracusa con alcuni palloni in area e con un velenoso tiro di Cunzi che Santurro devia in angolo dall’incrocio dei pali con la punta delle dita. La seconda espulsione di Patti nei minuti finali non incide più di tanto. L’arbitro ha fatto un po’ di fatica a contenere un nervosismo che nel corso della partita aveva serpeggiato e nei minuti finali si è acuito ancor più.
                                       
  Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo a Nicola Valente per il bel goal-partita su calcio piazzato e per essere stato una spina nel fianco per la difesa catanzarese.
  La difficile trasferta di Pagani non mette paura a questo Siracusa ritrovato ed anche il Catanzaro con la cura Zavettieri crediamo che possa riprendersi dai bassifondi della classifica.

                                                                                                 Salvatore Spallina

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