Un altro
nostro giovane amico non è più con noi. Vive, come qualche altro che lo ha
preceduto, sempre dentro di noi. Sono cose troppo dure da accettare con il
cuore. La mattinata trascorsa in classe insieme ai miei colleghi e ai ragazzi
della 4A ci ha dato la dimensione del vuoto che Stefano lascia (il suo compagno
di sempre, Mattia, ha voluto trascorre insieme a lui queste ultime ore, anche
dopo che se n’era andato, Emanuele lo aveva fatto ieri, ma oggi è rimasto, solo,
dentro il suo dolore. Il rito collettivo del lutto non ha lenito il nostro, di
dolore, ma ci ha aiutato a parlare di Stefano e di scuola come se in alcuni
istanti fosse ancora con noi. Almeno così è stato per me che non sono più
“ufficialmente” il suo prof. Stefano con il suo silenzio operoso, come quando
era in classe, oggi, mi ha accompagnato
in questo incontro. Perché lui era così educato!!!, non molto loquace, ma
presente, interessato, non molto coinvolto, ma attivo, capace di cogliere
quelle cose che potevano cominciare a coinvolgerlo. Da ora, come appunto, un
angelo, starà sempre con noi, non ci lascerà più e questo pensiero non è da
poco. Ora sarà lui a pregare per noi, così hanno scritto i suoi compagni di
classe nel messaggio che hanno letto con l’interfono a tutto l’Einaudi, muto e
meditante. Così immaginiamo che una grande parte della città di Siracusa
accoglierà la notizia della sua morte. Da tutti i tifosi di ogni settore del De
Simone ai tanti altri gruppi che operano nel sociale e in rete.
Ora non
possiamo non rivolgere i nostri pensieri a questo incrocio maledetto, sulla via
Paolo Orsi, che continua, nostro malgrado, a farci scrivere necrologi,
commemorazioni, corsi e ricorsi spiacevoli, atti che non vorremmo più compiere.
Qualcuno, a cominciare dal Sindaco e dai suoi assessori e da chi in ogni modo ha
responsabilità con la viabilità cittadina, cominci a mettere la testa e le mani
su questo incrocio maledetto, a cominciare dall’eliminazione dell’ingresso
sulla via principale di quella attività commerciale di materiali per l’edilizia
che rappresenta un pericolo costante nell’arco della giornata. E’ possibile, e
se non lo è lo si faccia diventare possibile, creare un’altra via di accesso a quella attività. Si
apra dalle parti della stazione/cintura ferroviaria. Per quell’incrocio
maledetto di via Paolo Orsi con via Luigi Agnello si venga a trovare una
sistemazione stradale definitiva, una rotatoria, che limiti, intanto, la velocità e ci faccia uscire dall’incubo di
una prossima possibile vittima.
Ancora un
pensiero per Stefano. Noi ricorderemo tante facce e sfumature del modo di
essere di Stefano, ma quelle che esprimono queste foto ce le porteremo,
più di tutte, nel nostro cuore e nella mostra memoria.
Salvatore
Spallina
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