domenica 4 novembre 2018

SIRACUSA-CAVESE 3 a 1, OSSIGENO PURO IN VISTA DEL DERBY CON IL CATANIA





    Bene ha fatto Ezio Raciti a condividere la conquista di questa vittoria meritata con Giuseppe Pagana. Da uomo grande, maturo e navigato del calcio non si è voluto prendere gran parte del merito. In fondo con Pagana aveva condiviso tutto fino, a qualche giorno fa,  rispettando i ruoli: il primo allenatore era Pagana e le scelte tecniche erano sue. Per tanti versi era giusto che pagasse, per la caparbietà con la quale ha creduto nel “suo gruppo” (e questa di certo caratterialmente non è una dote negativa), per le responsabilità che era giusto si assumesse. Con le sue scelte determinate aveva creato i presupposti per quella difficile situazione nella quale si trova, ancora adesso, la squadra e la stessa società. Perché le scelte decisive su tanti punti importanti di questa stagione le aveva compiute lui, quanto meno le aveva ispirate fortemente. Il progetto della nuova società, staff compreso, lo aveva visto protagonista ed il Presidente Giovanni  Alì aveva creduto in quest’uomo che con tante vittorie lo aveva portato ad un passo dalla Serie C.
  Gli errori ci sono stati sia nella valutazione del gruppo, sia nel linguaggio inadeguato con il quale giustificava le sconfitte della squadra e per, prima cosa, aver convinto la società che l’apporto di Antonello Laneri dovesse fermarsi ai limiti della gestione tecnica. Questi tre elementi alla fine sono deflagrati e lo stesso presidente Alì si è reso conto che tante delle valutazioni del suo pupillo non erano all’altezza che la situazione venutasi a creare esigessero. Il presidente Alì ha preso in mano la situazione scegliendo di ricollocare al centro delle decisioni la figura, il ruolo ed il prestigio di Antonello Laneri. A questo punto era inevitabile che a fare il passo indietro non poteva che essere Pagana. Nel nostro commento, dopo la sconfitta in casa con il Potenza, avevamo individuato che nelle pieghe del comunicato stampa emesso dalla società che confermava ancora Pagana, come guida tecnica per la partita di Rieti, c’era già la mano e la mente di Laneri. Infatti al rientro dalla trasferta vittoriosa di Rieti, per il giuoco espresso e la gestione della gara, con una delle squadre, a nostro parere, più inadeguate per la categoria, la sua esperienza a Siracusa si sarebbe chiusa. Così è stato. Laneri è tornato a ricoprire quel ruolo auspicato da tutti, noi compresi, ma il cammino per risalire la china non sarà facile. I primi segnali/rinforzi di Luca Bruno e Simone Russini stanno comunicando alla tifoseria il lavoro di Laneri. il suo esser stato presente ed accanto alla squadra in questa settimana, in cui Raciti ha preso le momentanee redini della squadra, ha dato i suoi frutti, in attesa di nuovi sviluppi. Altri rinforzi saranno necessari. Le esperienza delle stagioni precedenti giuocano tutte a suo favore.
   Però, per tornare alla gara con la Cavese, le differenza nella gestione della partita e degli uomini ci sono tutte. Raciti ha tenuto il 4-4-2 per tutta la gara, anche quando, dopo il pari della Cavese, il centrocampo azzurro ha molto sofferto per tutto il primo tempo e rischiato di prendere il 2 a 1. Al ritorno in campo, nel secondo tempo, quel modulo tattico non l’ha snaturato, anzi l’ha rinforzato cercando di frenare i campani proprio a centrocampo. Certo c’è da dire che Catania e Vasquez hanno tenuto il campo alla grande mettendo paura ed apprensione, per quasi tutta la gara, nella trequarti avversaria. I quattro del centrocampo hanno retto e per la prima volta il Siracusa non ha ceduto il dominio territoriale troppo a lungo agli avversari, come invece era successo in tante gare precedenti. Le due autoreti dei due momentanei vantaggi del Siracusa, procurate da due cross in area di Marco Palermo, prima del 3 a 1 di Di Sabatino, sono due piccoli colpi di fortuna che, secondo un vecchio modo di dire, hanno voluto aiutare le scelte tecniche di Ezio Raciti. Comunque vittoria meritata e già che stiamo citando meriti, noi non sentiamo di dover rimproverare a questi ragazzi, fino ad ora, impegno ed abnegazione, mostrati durante le gare.
   Secondo noi c’è un episodio importante che è avvenuto al 25° del primo tempo. Vasquez in una incursione solitaria sulla sinistra della area avversaria lascia partire un diagonale forte, preciso, inatteso, di poco fuori. Lo stesso Vono, l’esperto portiere avversario, rimane sorpreso. Quel tiro ha dato un brivido a tutto lo stadio. Forte, inatteso, potente. Cose come queste cambiano le sensazioni nel pubblico, nella squadra, nello stesso calciatore.

                                                             Federico Vasquez 


   Assegniamo il "Tocco di classe" di questa partita a Federico Vasquez non solo per quella bella sensazione sul diagonale testé detto, ma perché è stato un punto di riferimento fermo, inseme ad Emanuele Catania, per tutta la squadra, per tutta la partita. Nei momenti critici ha tenuto palla, ha fatto salire la squadra, non si è mai arreso, ha conquistato tanti calci di punizione che son serviti a creare pericoli e ad alleggerire la pressione avversaria.  

       Salvatore Spallina

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