mercoledì 6 aprile 2016

LA RICERCA DELLA - VERITÀ PER GIULIO REGENI - È ANCHE IL SIMBOLO DELLA LOTTA CONTRO OGNI FORMA DI TORTURA E DI DITTATURA





   La lettura di questo articolo http://www.repubblica.it/esteri/2016/04/06/news/_ecco_chi_ha_ucciso_giulio_l_accusa_anonima_ai_vertici_che_svela_tre_dettagli_segreti-136996781/?ref=HREC1-2, mi ha richiamato alla memoria “La notte delle matite spezzate”,  un film di Hector Olivera. 

   II film racconta l’atto di nascita del golpe in Argentina del generale Jorge Rafael Videla e che diede inizio a quella storia tristemente famosa dei Desaparecidos (più di 30mila vittime). Ma questo richiamo voglio farlo perché quel film, che insieme a tanti tanti miei studenti ho avuto sempre lo stimolo di vedere,  commentare, discutere, approfondire, ci costringe a  vedere vari tipi di torture che quei giovani studenti subirono per opera di  pezzi di strutture militari e paramilitari al servizio di quella orrenda dittatura. 

Estela Carlotto con il nipote Guido/Ignacio ritrovato nel 2014 dopo 36 anni



   Ebbene, provare/vedere per credere (il film è di facile reperibilità sul web), e poi provate a comparare le torture e le sevizie subite da Giulio Regeni, che vengono descritte in questo articolo o lo straziante commento della mamma di Giulio, che durante la conferenza stampa in tv, di una settimana fa, ha detto che il riconoscimento di suo figlio l’ha potuto effettuare attraverso la punta del suo naso, perché il viso era stato talmente massacrato/sconquassato dai suoi torturatori. Molti dei miei studenti, qualcuno oggi ha più di 46 anni, non riuscivano a reggere alla vista delle torture inflitte ai giovani studenti argentini, visibili in quel film. 



   Voglio raccontare un piccolo episodio legato a quel film. La FIDAPA di Siracusa, sempre sensibile su temi dei diritti umani, aveva invitato una nonna di Plaza de Majo, che stava continuando un ciclo di incontri (era l’aprile del 1992), in tutto il mondo, per far conoscere alla città di Siracusa gli orrori perpetrati dalla dittatura argentina.  Quando le dissi che io facevo vedere il film a scuola, ai miei studenti scoppiò in lacrime. Quelle donne (mamme e nonne) le famose "madres di plaza de mayo", che da sole, avevano avuto il coraggio di ribellarsi alla dittatura e con la forza della non-violenza e della loro tenacia, cominciarono in quattordici, ma ogni giorno crescevano sempre di più, hanno cominciato a denunciare al mondo la dittatura argentina. I militari con l’intimidazione e la forza cercarono di fermarle, intimorirle, dicevano loro che non potevamo stare ferme in piazza perché con lo stato d'assedio, che era stato decretato, le riunioni in piazza erano state vietate,  più di tre persone insieme era già un reato di cospirazione

                  Mamme e nonne argentine cominciano la loro potente forma di protesta


   A quel punto cominciano a camminare girando intorno all’obelisco della piazza, come se stessero passeggiando. Il loro simbolo diventò un fazzoletto bianco triangolare in mano o in testa. Questo simbolo voleva rappresentare e ricordare la tela tagliata per preparare i pannolini per i neonati, per i loro ragazzi e i loro nipoti spariti per mano della dittatura. Sting dedicherà loro ed alle mamme cilene, che tre anni prima avevano visto uccidere i loro figli dalla dittatura cilena di Pinochet la canzone “The dance alone” https://www.youtube.com/watch?v=1oaDCbNRkAs, In questo link una delle tante versioni di questa bella canzone dedicata a queste straordinarie donne.

   La mamma di Giulio con il suo viso e la sua forza espressiva ha intenerito ed allo stesso tempo indignato milioni di persone, non solo in Italia, chiedendoci di stare al suo fianco in questa disperata ricerca della verità.



Salvatore Spallina

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