lunedì 4 novembre 2019

LE SCELTE MIRATE DEL CARDINAL RUINI NELLA GUERRA APERTA CONTRO PAPA FRANCESCO





   Il cardinale Camillo Ruini quando  i conservatori lo chiamano risponde, risponde sempre, presente!!. Che sia la politica politicante o sia la politica clericaleggiante lui risponde sempre, presente!!. E sa farlo da par suo, con finezze argomentative non occasionali, con ragionati messaggi che sanno di andare a cercare, dentro la pancia dei molti, quei temi che sono diventati veri e propri cavalli di battaglia contro papa Francesco, ed in modo specifico su problemi ben definiti, a cominciare dal più preoccupante, il populismo porta al totalitarismo.  

   Tante delle scelte di Papa Francesco disturbano assai!!!

   Ieri sul Corriere della Sera con un’intervista (una sorta di fuoco di fila ben congegnato, che fa il paio con le dichiarazioni dell’ex nunzio Carlo Maria Viganò sul caso Emanuela Orlandi, ) spende la sua potenza di fuoco conservatrice a favore del capo della lega, per giustificare determinati atti, quando giura sul Vangelo a piazza Duomo a Milano  e per quelle decine di volte che il Rosario o il Crocifisso è stati branditi a difesa di valori o di precisi punti di riferimento, quando invece, in realtà, intenzionalmente andavano nella direzione opposta. 
La campagna d’inverno proiettata nelle prossime tornate elettorali è stata aperta in maniera netta. Ma Francesco non si lascia intimidire e continua a perseguire le sue scelte.
Le parole di Ruini attizzano il clima che apre alla logica del tanto peggio tanto meglio, pur se camuffate da ipocrisie e falsi perbenismi.

   Il Cardinale non è nuovo a questi interventi. Alla fine degli anni ’80 veniva invocata, da più parti, all’interno del mondo cattolico e della stessa Chiesa, una pastorale antimafia.  La presa di posizione del cardinale Camillo Ruini, all’epoca segretario della Conferenza Episcopale, non si fece attendere. Con il suo solito stile si mise in mezzo dicendo che nel diritto canonico venivano contemplati gli atteggiamenti  e i comportamenti che gli uomini di Chiesa dovevano tenere nei confronti della mafia e  dei mafiosi.

   Per fortuna Giovanni Paolo II con l’intervento, nella Valle dei Templi, del 09 maggio del 1993 aprì un percorso nuovo che però ha sempre bisogno di essere rinvigorito e rafforzato.

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