Il
fatto/la storia: Siracusa 02 gennaio 2013. Appena dopo pranzo, Roberto è disteso sul
letto, rilassato, fuori c'è freddo. Il fratello Concetto lo invita a fargli
compagnia sul furgone di lavoro, ha promesso di dare uno
strappo, un passaggio ad un amico in difficoltà. Invece della solita tuta,
Concetto veste quasi sempre in tuta, questa volta si vestì con pantaloni e
cintura. Lungo il percorso che stanno compiendo, da Milocca a Fontane Bianche,
Roberto (lato passeggero) vede un muretto a secco completamente abbattuto con i
segni che la cosa era avvenuta da lì a poco. Chiede a Concetto di fare
inversione per vedere se era successo qualcosa e qualcuno si fosse fatto male.
Le ruote di una macchina cappottata che ancora continuavano a girare erano il
segno evidente di quanto accaduto. Roberto si avvicina e vede l’uomo alla guida
dentro abitacolo, ancora vigile, ma avvinghiato alla cintura di sicurezza e
sotto shock.
Senza esitare cerca di estrarre fuori l’uomo e chiede al fratello di
prendere una bottiglietta d’acqua dal furgone nel quale viaggiavano. È
sul ciglio della strada accanto all'uomo tirato fuori dalla
macchina, cerca di scambiare qualche parola con lui. Concetto non è ancora
tornato dal furgone con l'acqua. Un’altra macchina nello stesso punto della
precedente esce di strada ed a tutta velocità investe Roberto e gli trancia la
gamba sinistra sotto il ginocchio.
Da questo momento cominciano una serie di atti, di momenti di
allucinazioni raccontati con lucidità, con calore vero, con passione atletica.
Passaggi di microstorie succedutesi dopo il trauma che solo una persona
autentica e piena di senso di humor, come Roberto, può raccontare. Il suo amico
Luca Cianci, è stato il primo a spingere Roberto a scrivere a quattro mani
questo libro, convinto com'è, che questa storia avrebbe dato impulso,
conoscenze, comportamenti e stimoli a tutti quei ragazzi, ai loro
familiari, ad altri amici che hanno vissuto e vivono momenti come questi. Uscire da
un data condizione, pur difficile, si può. Ricominciare a credere negli
altri, ma sopratutto in se stessi, si può, a patto che si cominci
scoprire e mettere in moto tutte quelle risorse nascoste dentro di noi.
La
prima presentazione dl libro è avvenuta a "La Cittadella dello
Sport", "Rosario Lo Bello", di Siracusa, una sorta di tempio
dove si esercitano una serie di discipline che anno fatto onore allo sport
siracusano, nazionale, mondiale. Il padrone di casa di domenica mattina
17 dicembre 2017 è stato Valerio Vancheri presidente del Circolo Canottieri Ortigia Siracusa. Ci sono
tanti ragazzi dentro "La Cittadella". L'Associazione ha in gestione
"La Cittadella dello Sport" e la domenica e nei festivi apre ai
minori, ai migranti e a tutti quelli che, nei giorni abitualmente aperta agli
allenamenti agonistici, avrebbero poco spazio per esercitare un poco di
attività fisica e di sport all'aria aperta. Il sodalizio sportivo ed amicale
fra Valerio e Roberto è consolidato e Valerio ci teneva particolarmente
ad aprire la presentazione di "Il ring e l'aquilone", € 12,00, per i
tipi di Sport&Passione (nelle principali librerie nazionali ed online).
La bella presentazione di Daniele Radaelli, Caporedattore della “Gazzetta dello Sport”, inquadra nella giusta misura il personaggio pubblico che è diventato Roberto Camelia, ma indirizza il lettore nella giusta dimensione dentro la quale Roberto si vede e si legge, senza esaltazioni, cioè quella di un “meraviglioso eroe quotidiano”.
È presente Alberto Francescut, giornalista e collaboratore della “La Gazzetta dello Sport”. In una rubrica tutta sua ha raccontato e racconta storie di atleti paralimpici, con Roberto è nata una sintonia ed un’amicizia dopo aver raccontato la sua storia sulla Gazzetta dello Sport.
La bella presentazione di Daniele Radaelli, Caporedattore della “Gazzetta dello Sport”, inquadra nella giusta misura il personaggio pubblico che è diventato Roberto Camelia, ma indirizza il lettore nella giusta dimensione dentro la quale Roberto si vede e si legge, senza esaltazioni, cioè quella di un “meraviglioso eroe quotidiano”.
È presente Alberto Francescut, giornalista e collaboratore della “La Gazzetta dello Sport”. In una rubrica tutta sua ha raccontato e racconta storie di atleti paralimpici, con Roberto è nata una sintonia ed un’amicizia dopo aver raccontato la sua storia sulla Gazzetta dello Sport.
Il
racconto di tutta la vicenda, di cui Roberto è involontario , ma ora
consapevole protagonista, è vibrante, emozionante con momenti che non ti
aspetti e con risvolti cui non hai mai minimamente pensato potessero succedere
nella vita delle persone. Una sorta di autoanalisi, autoriprogrammazione della
vita, di riscoperta del prioprio Sè nascosto, che nel Silenzio di una pacata
accettazione della realtà dà l'avvio ad un percorso nuovo di vita con nuovi
punti di riferimento e con alcune certezze, a cominciare dalla famiglia, su cui
poter sempre contare. Corpo-Mente (Cervello) programmati, secondo le leggi
della fisica dei corpi, lo avrebbero aiutato a sopravvivere, ma è il pensiero che ha vinto questa
battaglia della vita di Roberto.
Perché fermarsi a soccorrere quell'uomo!!! È una
domanda che gli hanno fatto in tanti e che si è fatta, subito dopo l’incidente,
anche Roberto. Nel procedere della sua degenza non è emersa più perché “sarebbe stato per me molto più
difficile convivere con il senso di colpa piuttosto che senza una gamba: vivere
deludendo se stessi rappresenta la pena più severa che si possa affrontare. È
persino peggio che deludere gli altri, perché non c’è arbitro più severo del
nostro io”.
Nella rinascita di Roberto hanno avuto un ruolo fondamentale i
medici ed i reparti coinvolti dell'Ospedale Umberto I di Siracusa e poi il
C.R.C. (Centro di Riabilitazione al Cammino) Casalino di Loiano (BO). Un
passaggio sentimentale, nato dentro il centro di Loiano, ha esercitato, come una
magia, un effetto taumaturgico unitamente alla volontà di voler riprendersi la
vita a partire dalla propria per tornare ad essere competitivo e realizzare un
record fin'ora ineguagliato: risalire su un ring e dirigere un match di boxe
come uno dei tanti arbitri cui viene assegnato un incontro da arbitrare.
Roberto, come testimonia questa foto, è in splendida
compagnia con campioni che nella vita e nello sport dei normodotati e dei
paralimpici fanno invidia a tutto il mondo (da sinistra Alex Zanardi, Bebe Vio,
Martina Caironi, Roberto Camelia, Luigi Valietti, Roberto Bruzzone).
(Roberto mentre firma le dediche)
E non finisce qui!!
I tanti che hanno comprato e compreranno il libro daranno una mano
a Roberto per far crescere ed espandere gli
interventi che la sua ONLUS Sport&Mente
porta avanti dal 2016. Infatti il ricavato della vendita sarà interamente
devoluto a Sport&Mente che continua ad occuparsi dell’inclusione di tanti
ragazzi che hanno problemi di varia natura fisica e che trovano difficoltà a
poter fruire in maniera agevole di strutture ed attenzioni. Per la prima volta
Roberto è riuscito a far svolgere un incontro di Sitting volley (la
pallavolo paralimpica) alla Cittadella dello Sport di Siracusa.
Chi è Roberto Camelia: era, è uno sportivo
agonista. Ama il tennis, ma il suo amore per il pugilato supera tutti gli
altri sport. Dal 2010 arbitro giudice della FIP (Federazione Pugilistica
Italiana). Oggi, nel mondo dei normodotati, è l’unico arbitro al mondo ad arbitrare
con una protesi alla gamba sinistra. È anche atleta paralimpico in varie
discipline e Cavaliere dell’Ordine “Al Merito delle Repubblica Italiana”.
Chi è Luca Cianci: un psicologo
specializzato in Human Resources Managemente
(Organizzazione e gestione delle risorse Umane,
Preparatore mentale di primo livello della FIT (federazione Italiana Tennis) e
responsabile del portale web www.socialjobs.it.
Chi è Concetto Camelia: è l'alter-ego, l'ombra ("bella") di Roberto, una pagina del libro esprime i suoi pensieri nel merito.
Salvatore Spallina