giovedì 26 gennaio 2017

SIRACUSA-TARANTO 0 A 0. RIPRENDE IL CAMPIONATO, SI CONFERMA UNA TRADIZIONE









   Sulla scia delle tradizioni, uno storico tifoso della gradinata ad inizio partita aveva pronosticato un pari, scaramanticamente, una non vittoria, com’è sempre stato, da quando Sottil allena il Siracusa. Non si è sbagliato. Tradizione confermata. La squadra durante la sosta ha perso la brillantezza che aveva caratterizzato le sue ultime prestazioni. Il vento c’era per entrambe le squadre (sic!) e il Siracusa contro il Taranto non ha brillato affatto.
   Taccuino vuoto per tutto il primo tempo, eccetto la punizione di Valente, sul portiere, ed un tiro di Brumat da fuori area cui il vento ha impresso un giro/effetto negli ultimi metri che ha tratto  in inganno Maurantonio che  a mani unite ha respinto in angolo. Poi il nulla se non tanta confusione in mezzo al campo, da ambo i lati ( sappiamo bene che questa densità a centro campo non poteva che favorire il Taranto). Ricalibrare i cross con il vento è stato difficile. Giocare palla a terra non è mai stato il “forte” di questa squadra, figurarsi con il vento che ha distratto e deviato alcune delle giocate dei calciatori azzurri.    
   I tifosi avevano sperato che il giovane Azzi, schierato subito dopo il suo arrivo,  avesse da mettere in mostra qualche numero, invece ha eseguito giocate scontate e il compito principale che gli aveva affidato Sottil, cioè quello di giocare esterno-largo sulla fascia di competenza non l’ha svolto bene continuando a cercare il centro del campo. Le giocate sulla fascia, a chi doveva dargli la palla, le ha suggerite quando già i giocatori del Taranto erano schierati annullando qualunque elemento di sorpresa dalle sue giocate.            Decisamente da verificare nelle prossime gare. Nell’amichevole con il Gela aveva dato una impressione diversa, vuol dire che Sottil ( come ha fatto con Cassini) dovrà lavorarci parecchio per tirare fuori quel che di buono c‘è in questo ragazzo.  Gli unici pericoli corsi dalla difesa tarantino son venuti da due cross del solito Valente, il primo al 21°,  Giordano ed Azzi sembravano in grado di impattare  la palla , ma Stendardo li ha preceduti rifugiandosi in angolo, e poi al 32°, la palla tesa, messa al centro, viene colpita bene da Scardina ma indirizzata alta sopra la traversa.


Nicola Valente

   Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo all’unico giocatore che per fortuna sa tenere bene il suo ruolo di esterno, a tutt’oggi. E’ Nicola Valente che con le sue finte, la sua velocità e i suoi doppi-passi crea scompiglio nelle difese avversarie, anche se in questa  gara i suoi cross, vuoi il vento, vuoi il cattivo posizionamento degli attaccanti, non hanno prodotto l’effetto sperato.
    La trasferta di sabato a Monopoli non sarà facile. Considerate le assenze importanti, su tutte quelle di Giordano e Catania, e il rendimento degli altri giocatori offensivi in rosa, un risultato positivo dalla Puglia sarebbe accolto con tanta gioia dalla tifoseria tutta. Gli arrivi dal mercato di queste ultime ore lasciano solo speranze legate al fatto che nella giornata di domani Sottil possa trovare qualcuno in condizione per poterlo schierare nella formazione iniziale o nelle sostituzioni in corso d’opera. Lo spirito della tifoseria è orientata al meglio, considerato il cammino percorso, ed il fatto che Antonello Laneri, fino ad ora, nelle scelte di mercato ha dimostrato, guardando “la cassa”, di saper bene operare.


                                                                                             Salvatore Spallina

venerdì 6 gennaio 2017

”MARTINI E NOI”, I RITRATTI INEDITI DI UN GRANDE PROTAGONISTA DEL NOVECENTO - A CURA DI MARCO VERGOTTINI

                  
                                                           
”Martini e noi”,  I ritratti inediti di un grande protagonista del Novecento, Piemme, Milano 2015, pp. 365. 
   In questo volume centoundici personalità del mondo della cultura, della politica, della società e della Chiesa raccontano il cardinale Carlo Maria Martini. Bianchi–Cacciari–Cazzullo–Colombo–De Bortoli– Giorello–Lerner–Mancuso–Marino–Monti–Prodi–Ravasi–Candido–Mogavero–Garzonio, per citarne alcuni. Marco Vergottini (teologo laico) stretto collaboratore di Martini negli anni ambrosiani del Cardinale (gennaio 1980 aprile 2002) ha sentito il bisogno di raccogliere  e curare, in questo libro, le loro riflessioni, le loro impressioni.     A tratti viene fuori, aldilà della descrizione del puro racconto, uno spaccato più intimistico dei sentimenti che C. M. Martini ha lasciato in eredità nella vita e nel cuore di tutti coloro che hanno avuto modo di relazionarsi con lui a vario titolo, sia nell'ambito dei rapporti dentro l’istituzione arcivescovile, sia direttamente con lui durante incontri di lavoro o per il bisogno di comunicare direttamente con lui.
   Questi momenti/incontri/racconti sono sempre segnati, caratterizzati da questo evento, l'incontro, dal quale, nel quale viene a generarsi il sogno, un sogno di bellezza che ha lasciato traccia e che nel tempo non solo non ha mai perso consistenza, anzi ha messo in moto e prodotto un processo generativo nuovo che ha spinto e spinge persone e gruppi a voler riannodare quel filo con un percorso di pensiero che porta fino a lui e da lui prende forza per rigenerarsi ancora oggi in progetti, incontri, letture, dove la Parola  diventa "il centro del discorso".
   Da "quell'incontro" si resta segnati ed avviene una cosa straordinaria, non puoi non sentirti parte di una sorta di “Costellazione Martini”, la chiameremo così questa cerchia di privilegiati, nella quale una volta entrati l'effetto gravitazionale non li farà più uscire da quell’orbita.  
A leggere questo libro che ne descrive i momenti c’è un elemento che caratterizza le singole testimonianze, è la scelta del passo, della citazione di uno dei frammenti del pensiero di Martini che precede il racconto dell'incontro vero e proprio. Alcune testimonianze lasciano il segno nell'interlocutore e nel lettore stesso. Le pagine scorrono in maniera piacevole, ma lasciano traccia.
 Siamo passati alla testimonianza successiva ma sentiamo il bisogno di tornare alla precedente o a quella di alcune pagine precedenti. Allora le mani spinte dal bisogno di quel pensiero che si era focalizzato su un particolare passaggio tornano a ritroso a sfogliare le pagine testé lette per andare a soffermarsi su quel passaggio che aveva calamitato la nostra mente e con esso aveva provato gioia e voglia di soffermarsi su quelle note.

   Un altro dato molto interessante, diremmo centrale, emerge come da un resoconto matematico: il reiterarsi, quasi all’interno di ogni testimonianza, della parola profeta. Quasi a voler far da cornice al proprio racconto o da posizionare al centro del vissuto lasciato in eredità in chi sta raccontando. Particolare profondità e acutezza, nel voler comprendere ed approfondire la multiforme personalità del cardinale Martini, hanno espresso con  la loro testimonianza don Luigi Zappa e Marco Garzonio. Il primo, portavoce e curatore dei rapporti del cardinale con il mondo della comunicazione e della stampa, così si esprime: “ i suoi interventi non davano soddisfazione immediata perché non erano ad effetto, non emozionavano, ma segnavano la traccia di un cammino, aprivano un orizzonte”. Quella di Marco Garzonio, giornalista, scrittore e tanto altro, amico personale del cardinale, lascia veramente il segno quando ci dice “ una città intera dal giorno del funerale ha incominciato a far la coda per sostare almeno un momento con te e…..” e poi ancora “è una tomba, questa, luogo non certo di morte però, bensì di ritrovo dell’anima e occasione di gioia per me e per molti”.

                                                                                                Salvatore Spallina





   “Martini e noi”, un successo editoriale. Intervista a Marco Vergottini
Marco Vergottini è un teologo laico. Insegna presso la Facoltà di Teologia di Lugano. E’ stato vice-Presidente dell’Associazione Teologica italiana (2003-2011) ed ha pubblicato studi su teologia contemporanea, Paolo VI e Vaticano II. Ha fondato www.vivailconcilio.it  e  oggi coordina www.eancheilpaparema.it. Ha girato il docufilmConcilio Vaticano II (2012), andato in onda su Raiuno. È curatore del libro “ Martini e noi”, Edizioni PIEMME, Milano 2015.
   Per quanti anni è stato stretto collaboratore del cardinale Martini?
“Dal 1984 al 2002, durante l'episcopato del cardinale C.M. Martini a Milano (1980-2002) ho ricoperto la carica di  Segretario del Consiglio Pastorale Diocesano e sono stato socio fondatore di "Aquila e Priscilla", cooperativa dei responsabili laici di oratorio, tutt’ora attiva sul territorio della Diocesi di Milano.
   Come è nata l’idea del libro ?
“ A tre anni dalla morte di Martini c’era la voglia di capire come e quanto la lezione del Cardinale fosse ancora viva e capace di scaldare i cuori di tante persone. Cuori pensanti. Naturalmente il libro è uscito in coincidenza con il III anniversario della morte del Cardinale”.
   Quali erano i temi che C.M. Martini prediligeva?
“La passione per l’evangelo, la parresia, l’invito a uno stile di Chiesa sinodale, la lotta per la giustizia e il perdono, l’attenzione ai poveri”.
   Il libro ha una sua struttura ben definita, cosa ha chiesto ai vari autori dei contributi?
“Intanto ci tengo a mettere in chiaro, puntualizza il prof. Vergottini, che il libro non  è un’agiografia del Cardinale. Vuole, invece, continuare, empaticamente, a tener vivo il colloquio con lui ed insieme onorare la sua eredità di pensieri e parole.
Il libro si presenta con una trama e un ordito. La trama è costituita da sei “stanze” che ospitano e raggruppano i diversi contributi: 1) L’intellettuale e la polis; 2) Il credente e la vita spirituale; 3) Il biblista e Gerusalemme; 4) Il vescovo e la sua Chiesa; 5) L’uomo del dialogo ecumenico e interreligioso; 6) Il pastore e le forme della comunicazione. L’ordito prevede una scansione in tre momenti: a) un titolo incisivo ed evocativo per ogni pezzo; b) una citazione martiniana a modo di incipit; c) il racconto del “mio Martini” da parte dei diversi autori”.
   Quale peculiarità ha caratterizzato il Cardinale
“La straordinarietà. La straordinarietà  di questo uomo di Chiesa, di questo uomo di confine, confine per tutti, che ha riscosso interesse ed attenzione nel mondo laico come nessun’altra personalità del mondo cattolico”.
   Bianchi–Cacciari–Cazzullo–Colombo–De Bortoli– Giorello–Lerner–Mancuso–Marino–Monti–Prodi–Ravasi–Candido–Mogavero–Garzonio, per citare alcuni di questi testimoni
“Le iniziali ottanta testimonianze di volta in volta (di mese in mese) crescevano. Amiche e amici del Cardinale mi comunicavano che stavano per consegnarmi altre testimonianze. Il libro è stato spostato da gennaio a maggio del 2015 e i contributi raccolti sono centoundici”.
   Il libro è un piacere leggerlo
“ Si perché questo libro si legge come un romanzo, con la raccomandazione di assaporare a piccoli sorsi i centoundici titoli, gli incipit martiniani e gli altrettanti ritratti personali. E chissà che ciascun lettore non finirà per coltivare il desiderio di scrivere in cuor suo il “mio Martini” ”.
A noi in particolare, ci ha colpito, lasciando il segno, fra le tantissime interessanti, quella di Marco Garzonio, giornalista, scrittore e tanto altro, amico personale del Cardinale, quando dice “ una città intera dal giorno del funerale ha incominciato a far la coda per sostare almeno un momento con te e…..” e poi ancora “è una tomba, questa, luogo non certo di morte però, bensì di ritrovo dell’anima e occasione di gioia per me e per molti”.

                                                                                                                                                                                                                                                  Salvatore Spallina