Partiamo dal pubblico presente allo stadio Nicola De Simone.
Non abbiamo memoria di una partita di cartello come Siracusa-Lecce così snobbata
dal pubblico siracusano. Mediamente sabato pomeriggio c’è stata metà della
gente che questa partita, in un altro momento storico, non l’avrebbe persa per
nessun motivo. La gara data in tv? Il cattivo tempo annunciato e non
pervenuto? Quelli impegnati nel sabato lavorativo? In altre occasioni “simili” questa
enorme defezione non l’abbiamo registrata.
Poi anche i tifosi organizzati ci
mettono del loro!!! “Si cantano addosso”. Tanti ragazzi, e non solo ragazzi,
non fanno mai mancare la presenza durante le trasferte non lasciando mai sola
la squadra. Sappiamo tutti che questo è un merito non indifferente, ma nelle
partite in casa non è un bello spettacolo sentire le sovrapposizioni degli
stessi cori durante la gara, ed poi provare a gridare ancora più forte per
cercare di coprire il coro che parte dalla curva o viceversa quello che parte
dalla gradinata coperto in parte da quello che cerca di sovrapporsi dalla curva.
Nei cori, un bel gruppo di tifosi, per
non subire l’umiliazione di sentirsi dire che stanno in gradinata ( e non in
curva!), la stessa gradinata la chiamano “Settore”. “Hanno le loro storie!!!” Non vogliamo entrare nel merito,
ma questo modo di fare è meno coinvolgente per il resto degli spettatori della
gradinata che spesso vorrebbe unirsi a qualche coro e non lo fa o lo fa male e
siamo testimoni di questa sofferenza.
Anche la squadra avrebbe tratto giovamento da una presenza
numerosa ed attiva, specialmente nel primo tempo quando ha cercato, con la
volontà, con i nervi, con determinazione di ribattere colpo su colpo alle
azioni della squadra di Liverani. Certo parlare di questa partita, che è stata
analizzata in lungo ed in largo, già durante il suo svolgimento ed anche dopo,
non sarà facile. Noi proviamo a ragionare su alcuni momenti della gara sia con
i nostri appunti sul tacciono, sia su qualche elemento tecnico della stessa.
Partiamo dai dati positivi. Mister Bianco ha ragione a
rammaricarsi del fatto che la sua squadra avrebbe potuto andare in goal sia dopo l’1 a 0 che sul 2 a 0 del Lecce. Questo avrebbe dato modo di riaprire,
comunque, la partita. Infatti la sequenza delle occasioni è data da un
susseguirsi di azioni condotte in maniera diversa dalle due squadre, si, ma comunque
gli azzurri sono entrati dentro l’area del Lecce e potevano fargli male.
In sequenza gli
attaccanti leccesi per due volte sfiorano il goal, Tomei para un sinistro “destinato”
di Di Piazza, ma nulla può dopo. Con una velocità insolita, per la difesa del
Siracusa, v’è un susseguirsi di tiri e rimpalli che porta Armellino a segnare l’1
a 0. E’ il 15°.
Il 17°, però, vede
Scardina colpire di testa l’unico cross buono di Giordano dalla destra e sfiorare
il palo a Perucchini battuto.
Il 19°, a seguito di
una punizione ben calciata da Nicola Mancino e conseguente rinvio errato della
difesa leccese, trova Giordano solo davanti alla porta per spedire in curva la palla del pari.
Al 20° Di Piazza, dopo
uno scambio, con una serpentina impressionante, vede respingere da Tomei la
palla del 2 a 0.
Al 23° Magnani
appoggia male e di fa intercettare una palla nel centrocampo leccese, Di Piazza
riceve e scatta (forse in fuorigiouco) dribla Tomei ed insacca il 2 a 0.
Al 26° Daffara da
buona posizione non la mette dentro.
Al 33° Catania, dopo
una punizione magistrale di Mancino, è solo a destra del dischetto, ma non
riesce ad impattare.
Al 37 e al 41° il Lecce
anche nelle ripartenze si muove con schemi prestabiliti, gioca la palla in
velocità e fa male alla difesa azzurra che si salva con due difficili parate di
Tomei.
Il secondo tempo lo
chiudiamo in maniera breve. Il Siracusa c’è fino al nono minuto con un bel tiro
di Mancino che si destreggia bene e conclude con un bel sinistro che Perucchini
è costretto a deviare di pugno. Poi ci sono i cambi, un eurogoal del leccese
Tsonev e quello di Emanuele Catania, bello, che sorprende il portiere sul suo
palo da un angolo di Mancino.
Il 3-5-2 del Granillo sembra un segno. Non c’è il 4-2-3-1,
adottato in quasi tutte le gare precedenti. Con la Regina infatti il sabato
precedente, con uno schiacciante 0 a 2 ed un giuoco migliore attraverso il
controllo del centrocampo, Bianco lo ripresenta con il Lecce sperando di poter
pronunciare la famosa frase archimedea: “Eureka!” (“ho trovato” il modulo di
giuoco che cercavo!!). Con la Reggina aveva funzionato perché dopo lo sfogo
iniziale dei calabresi, durato una decina di minuti, il Siracusa ha preso campo
e possesso del centrocampo e la Reggina non è mai stata pericolosa dentro
l’area di rigore azzurra.
Si capisce bene, specialmente
dopo la gara con il Lecce, ma anche prima della gara che la Reggina non è il
Lecce!!! Mister Bianco ha pensato allo stesso modulo, ma non agli stessi uomini e non nelle stesse
posizioni in campo. Parisi, Daffara,
Liotti, sono chiamati ogni domenica a compiti che non sanno governare sempre bene,
chiamati come sono a compiere gesti tecnici, azioni, giocate che sono nel loro
bagaglio di giocatori, ma che non appartengono al ruolo principale con il quale
sono cresciuti fino ad oggi. Giordano chiamato a svolgere compiti diversi ha avuto
uno dei rendimenti più bassi della sua storia in azzurro. Mangiacasale
subentrato nel secondo tempo, se sta bene, sulla fascia è stato ed è determinante.
Il Lecce sull’1 a 3 continuava a giocare come se dovesse fare
risultato. L’espulsione di Bianco al 30° del secondo tempo è in linea con il
secondo tempo degli azzurri. Il Lecce sostituisce due uomini per infortunio nel
primo tempo ed giuoca la gara senza Marco Mancosu. Liverani in dieci gare ha
dato una identità tecnica alla sua squadra.
Modesto questo Girone C!!, ma quelli che amiamo questi colori
e questa città ci aggrappiamo a questi 23 punti. Questo è il tesoretto cumulato
finora, senza regalie di sorta e conquistato sul campo. Quarto posto non
condiviso. Dopo 14 giornate, ci sembra possa essere rimpinguato a dovere. Mister
Bianco può ripartire bene dalle cose buone della gara con la Reggina e dalla
voglia di far bene della squadra nel primo tempo e su queste costruire un
Siracusa ancora più sicuro e vincente. Questa riposo nel prossimo turno servirà
a rinforzare idee e schemi.
Il “Tocco di classe” di questa partita lo assegniamo a Nicola
Mancino. Dalla sua testa e dai suoi sono partite le giocate più pericolose del
Siracusa. Conosciamo le sue capacità tecniche e la sua voglia di fare bene in
questa squadra ed in questa città.
Salvatore Spallina
Sono tra quelli che hanno visto la partita in TV ricavandone l'impressione di una squadra (il Lecce ) di serie superiore, solida e cinica quanto basta per avere ragione di una compagine che non ha saputo trovare le contromisure necessarie per reggere il confronto.Ezio
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