Eppur lei muore……per mano amica. 118
femminicidi ad oggi, mentre scriviamo. Quella stessa mano che ha accarezzato e
condiviso parti importanti di un altro/nostro
Essere al mondo, non esita ad assestare i colpi per finirlo. E si uccide ancora
e non c’è modo di frenare questo scempio umano. Donne e bambini vittime, uomini
carnefici.
Una sorta di coazione a ripetere contro la
quale la società tutta è chiamata a rispondere. A partire dalla responsabilità
di una legislazione manchevole e carente (quando c’è) che continua a tenere
l’Italia come fanalino di coda nel confronto con la legislazione europea in
materia. “La Convenzione europea del 24 novembre 1983 relativa al risarcimento
delle vittime dei reati di violenza, elaborata a cura del Consiglio dEuropa,
obbliga gli Stati membri a prevedere nella legislazione o nelle pratiche amministrative
un sistema di compensazione per risarcire, con fondi pubblici, le vittime……….Lo
Stato italiano è l’unico Stato europeo (insieme alla Grecia) a non aver dato
attuazione alla Convenzione che ha anticipato di molti anni la direttiva
2004/80/CE……”. Ma non è solo la mancanza di legislazione. Dobbiamo volere con
tutte le nostre forze che nel mondo della formazione culturale, nella scuola e in
tutte le agenzie educative, si affronti in modo attivo questo problema e si avviino
dibattiti attivi in ogni ordine di scuola. Nella strutturazione/costruzione del
proprio patrimonio comportamentale solo la cultura può aiutarci a fermare
quella mano omicida che tanto scempia.
Nel corso dell’evoluzione nei rapporti fra le
donne e gli uomini, relativamente ai ruoli della donna e all’idea di possesso,
con il relativo abuso del possessivo “mio”, a partire dai nuclei familiari,
solo la Cultura, in tutte le sue forme, è riuscita a modificare certi
atteggiamenti di origine ancestrale. La mente degli uomini sta facendo una
fatica enorme ad abbandonare gli aspetti ripetitivi nel comportamento che il
modello prevede. Per cercare di tamponare queste falle, ancora aperte, dentro
la mente del complesso universo maschile, bisogna saper guardare meglio dentro
il modello occidentale di società. Dobbiamo far accettare alla nostra mente, per poter e saper operare, la scissione fra “vissuto
concluso” ed accettazione di un nuovo percorso di vita. Perché quando una
storia è giunta al capolinea bisogna solo chiuderla nel miglior modo possibile, pur nutrendo ancora affetto ed amore verso quella parte con
cui ormai non si ha quasi nulla da condividere, se non i figli, quando ci sono. Emancipazione
e femminicidio. Si può cambiare senza violenza? La strada è lunga, ma dobbiamo
contribuire a diffondere e far affermare nuovi modelli culturali.
E’ in questa contesto, ahimè tragico, che si
inserisce il bel lavoro di Angela Davoli e di Carmela Cancellara “Stalking e
Stalker - Profili Normativi e Criminologici”, Rubbettino Editore, luglio 2016, dove “il termine femminicidio non
nasce per caso, né per impatto mediatico né per ansia di precisione o
predilezione statistica”. Un viaggio, il loro, che va “dallo stalking al
femminicidio nel profondo delle radici della violenza,….verso la cultura del
rispetto dell’uguaglianza e della parità di genere e della non violenza e
discriminazione”.
Identificazione e tipologia dello stalker ci è sembrato il punto nevralgico del libro. I profili tracciati, frutto di analisi, ricerca, comparazione dei tanti casi esaminati, danno la possibilità di poter inquadrare il comportamento di certi uomini dentro linee ben definite sperando che questo possa servire a quelle donne che vivono situazioni difficili con relazioni problematiche in corso d’opera, già al limite dello stalking, di poter assumere comportamenti ed azioni cautelative per loro e per i loro figli.
Identificazione e tipologia dello stalker ci è sembrato il punto nevralgico del libro. I profili tracciati, frutto di analisi, ricerca, comparazione dei tanti casi esaminati, danno la possibilità di poter inquadrare il comportamento di certi uomini dentro linee ben definite sperando che questo possa servire a quelle donne che vivono situazioni difficili con relazioni problematiche in corso d’opera, già al limite dello stalking, di poter assumere comportamenti ed azioni cautelative per loro e per i loro figli.
CANCELLARA
CARMELA si è laureata in Lettere nel 1982 , indirizzo sociologico ,
presso l’università degli studi di Bari,
ha poi conseguito , con il massimo dei voti, nel 1985, la specializzazione
triennale in Criminologia Clinica presso la stessa università .
Ha frequentato numerosi corsi
presso le Comunità Terapeutiche italiane conseguendo una preparazione relativa
alla cultura ed alla riabilitazione dei tossicodipendenti. Dal 1987 al 2003,
per conto del Ministero della Giustizia, ha svolto l’attività di Criminologa negli istituti penitenziari di Reggio
Calabria, Locri, Palmi, Vibo Valentia, Lamezia Terme e Catanzaro . Dal 2003 al
2014 ha ricoperto lo stesso incarico presso l’Ufficio di Esecuzione Penale
Esterna di Catanzaro. Ha ricoperto il ruolo di esperta nel Tribunale di
Sorveglianza e in quello dei Minori di Catanzaro. È stata relatrice a
convegni e corsi di aggiornamento. Ha
pubblicato articoli su riviste specializzate come Rassegna di Criminologia, Rassegna
di Psichiatria. È membro della Società Italiana di Criminologia ( SIC )
ANGELA DAVOLI è avvocata (
laurea in giurisprudenza nel 1984 Università La Sapienza di Roma). È iscritta
all’Albo degli Avvocati di Lamezia Terme ed all’ Albo Giurisdizioni Superiori
dal 1999. Dal 2009 al 2011 ha ricoperto la carica di Presidente della
Commissione Pari Opportunità del Comune di Soveria Mannelli. Attualmente è
Presidente del Comitato Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine degli
Avvocati di Lamezia Terme, Vice Presidente della Rete dei Comitati Pari
Opportunità degli Ordini Forensi della Calabria, membro della Camera Minorile
del Tribunale di Lamezia Terme. E’ esperta di Diritto Minorile e problematiche
dell’età evolutiva, di diritto di famiglia presso il Consiglio dell’Ordine
degli Avvocati di Catanzaro e abilitata alle difese d’ufficio minorili in sede
civile e penale. Ha coadiuvato e relazionato in convegni e incontri di studio. È
stata promotrice, con il Comitato P.O. che presiede, dell’apertura presso il
Tribunale di Lamezia Terme dello “Sportello di Informazione e di Orientamento
in materia di Pari Opportunità e Tutela Antidiscriminatoria e Antiviolenza”. Svolge
con continuità la professione di avvocato civilista e penalista con prevalenza
di indirizzo in diritto minorile e di famiglia.
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