WISH YOU WERE HERE
La musica dei
Pink Floyd da sempre si apre alle interpretazioni e sa camminare insieme ai
nostri pensieri, più di altre, meglio di altre musiche. Già alla fine degli
anni 60 quando tre studenti dell’accademia di belle arti, Roger Waters, Richard
Wright e Nick Mason, poi iscritti alla Facoltà di Architettura del Politecnico
di Londra, si incontrarono e cominciarono a pensare la musica ed a suonarla, si
aprì una fase nuova nella storia della musica e dei concept-album.
A
farci ripercorrere questo cammino ci ha pensato, splendidamente, don Nisi
Candido, nell’androne dell’Istituto San Metodio di Siracusa, in una sera
stellata, per una musica stellare. Con il contributo musicale di Mariangela
Maresca e quello audio-video di Fabio Fortuna, don Nisi ha ripercorso la storia
dei Pink Floyd e della loro musica attraversandola con le orecchie, con gli
occhi e con la mente di chi sa scoprire i tesori nascosti, che quella storia
musicale sa ancora oggi offrire, a noi increduli abitatori di questo tempo. I
passaggi musicali hanno camminato insieme ad un filtro che poneva al centro il
tema della gioia. Una riflessione che ha guardato diritta alle note che Papa
Francesco ha inserito nell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, ma
anche ad altre passaggi di natura spirituale.
Passaggi centrati che hanno
trovato la giusta collocazione dentro l’esplorazione della spiritualità, dei
pensieri, delle ispirazioni e della musica dei Pink Floyd. Cercare la gioia è
un esercizio di memoria, di realismo, di speranza, di coraggio, di meditazione,
di rischio che fa il paio con il riuscito tentativo di creare un certo tipo di
musica, voluto e cercato dalla band. La ricerca musicale fatta da don Nisi è
partita dal contributo di idee e suoni che Sid Barrett diede, quando si aggregò
al gruppo. La musica che venne fuori non fu più la stessa, come ebbe a dire
Roger Waters, in un’intervista ” senza Syd i Pink Floyd non sarebbero nati, ma
con lui non avrebbero potuto continuare” facendo chiaro riferimento alla
labilità mentale di Barrett per l’uso sconsiderato di LSD ed altre sostanze
stupefacenti cui era incapace di sottrarsi.
E così è
iniziato questo percorso parallelo fra domande di senso, “sono veramente
felice?” e la ricerca della combinazioni dei suoni che il gruppo cominciò a
sperimentare: dall’incontro con gli ottoni (i corni francesi) alle chitarre
elettriche, dai violoncelli e i cori alle sonorità rock del basso e delle
tastiere. Se la ricerca della gioia è evoluzione, progressione “senza perdere
l’equilibrio”, la loro strada è la stessa, anche se controcorrente, rispetto
alle tendenze del tempo.
Se la gioia è
armonia della complessità, un intenditore, e don Nisi lo è, della musica dei
Pink Floyd non poteva che scegliere l’album Middle, con la traccia, Echoes, che
più delle altre condensa quanto: “non c’è gioia senza l’armonia tra il senso
dell’infinito e l’obbedienza al particolare, senza il “rischio di essere se
stessi”, senza il coraggio di cambiare ritmo”. L’anfiteatro vuoto di Pompei fa
da sfondo al brano, accompagnato da passaggi filmati su scenari vulcanici, le
fumarole di anidride solforosa unite a getti di fango bollente della solfatara
di Pozzuoli, unitamente ai cimeli museali della civiltà latina, come a dire che
nel dissodare terreni nuovi senza cercare la fama e il successo si nasconde
quel rischio che non ti appanna la vista e che fa dire all’evangelista Luca (Lc
9,62) «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per
il regno di Dio».
Shine on you crazy diamond con la lunga introduzione e il
suo lungo esprimersi ci porta verso quel cammino che Paolo di Tarso esprime in
maniera esemplare nella Lettera agli Ebrei (Eb 11,1) “La fede è
fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede”. Entriamo
lentamente nelle note di Wish you were here dove pian piano il sax di
Dick Parry e la chitarra di David Gilmour raggiungono vette inarrivabili
ancora oggi.
Salvatore
Spallina
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