martedì 2 febbraio 2016

GLI STUDENTI DELL’EINAUDI INCONTRANO ANDREA MAGNO


Gli studenti dell’Einaudi incontrano Andrea Magno


Aula maga Liceo Scientifico “L. Einaudi” di Siracusa.  La presentazione del  primo libro di poesie di  Andrea Magno “Sotto falso nome”, Rupe Mutevole Edizioni, € 10,00, già  da qualche mese in vendita anche nella nostra città,  nella storica Casa del libro di via Maestranza,  è stato un bel pomeriggio ricco di emozioni, fra poesia e musica .  Si sono esibiti alcuni studenti dell’Einaudi che avevano curato musiche originali tratte dai versi del poeta, in abbinamento alla lettura di alcune poesie.  La scelta delle poesie era avvenuta,  con una  convergenza emozionale particolare, attraverso uno scambio vicendevole di comunicazioni precedenti.  Nell’ordine, Chiara Salerno al piano, Francesco Cutrale alla chitarra classica, Andrea Touzerie al sax, Giulia Marino (voce recitante), Marta Città (voce recitante) hanno saputo trasmettere al meglio sentimenti, emozioni, palpiti, sensazioni sinestetiche , che il poeta aveva trasferito nei suoi versi. “Proteggere (il coprire che difende)” è la poesia letta e commentata nell’intervento dell’avv. Antonello Rubino ( esperto di suoni /musica e responsabile della Art Music Gallery di Floridia). “Oltre le parole, oltre i singoli componimenti, nel libro di Andrea Magno, c’è qualcosa di più che, dietro i versi e gli eventi, ivi descritti, ciascuno di noi può percepire in relazione al proprio vissuto ed alla propria esperienza”, dice Antonello Rubino, “qualcosa da proteggere e che non è strettamente connessa all’età fisica”…..
“ti prenderò per mano,
 e ti condurrò dentro l’arcobaleno,
 insieme conosceremo tutti i colori dell’anima”.
 “Un pretesto qualsiasi per (non) vivere”, invece esprime,  in versi, nel commento di Salvatore Spallina, l’attenzione di Andrea Magno verso i temi sociali di stretta attualità. Khaled  è una/un  giovane destinato ad esplodere o a farsi esplodere, con i suoi venti panetti nella cintura……. 
“perché qualcuno ha deciso che dovevi esserci
e te ne danno pure una ragione, forse,
o forse no,
ma spesso, troppo spesso,
 ti danno una ragione per morire”.

S.S

 (maggio 2015)

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