Con la direzione orchestrale del maestro Michele Pupillo
e la regia di Paolo La Delfa è andata in scena a Noto, fra la cornice di
Palazzo Ducezio e la scalinata della Cattedrale, “Norma”, un'opera in due atti di Vincenzo Bellini su
libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia "Norma”, ou
L’Infanticide" di Louis-Alexandre Soumet. L’Opera sotto le stelle continua
ad avere una grande risposta di pubblico.
Una serie interminabile di applausi finali ha
decretato il pieno successo dell’opera con gli scalini della cattedrale pieni
di pubblico, come non li avevamo visti mai!!.
Michele Pupillo
ha diretto l’Orchestra, Coro e cantanti con la maestria di sempre. Tutti i
protagonisti hanno dato il loro meglio
in questo posto incantevole. Tony Fanciullo ha curato la scenografia.
Alla fine dello
spettacolo sono tutti felici. Questa espressione non è esagerata, forzata. Il suo
calore, la sua partecipazione, il pubblico li aveva espressi durante la messa
in scena. Noi abbiamo voluto dar voce a tutti i protagonisti perché questa
volta la scommessa era stata messa in moto, dopo i contatti con il sindaco
Bonfanti, direttamente dal maestro. Miche Pupillo aveva voluto alzare l’asticella nella
scelta dell’opera da rappresentare. "Norma " di Vincenzo Bellini. Voleva proprio
vedere se la sua creatura artistica, la "sua Orchestra e Coro" sarebbero stati in grado di seguirlo in
questa sfida, cioè rappresentare una delle opere più belle dell’ottocento
operistico italiano.
In questa sfida si è trovato accanto il presidente dell’Orchestra, Natale
Calafiore. Insieme sono partiti per questa avventura che adesso li rende orgogliosi
della scelta ed ancora oggi commossi dal riscontro, sia durante la
rappresentazione, sia subito dopo, sia nei giorni a seguire, perché, Norma, a
Noto, è diventato l’argomento del quale si parla ancora oggi mentre scriviamo.
Il capolavoro
belliniano quando lo si è portato in scena lo si è sacrificato nella sua parte
musicale, nel senso che le direzioni orchestrali cercavano di mettere in risalto
tutti quei bellissimi passaggi vocali a discapito della parte musicale che
veniva “sacrificata” per esaltare le voci. Michele Pupillo, due giorni prima
della messa in scena ci ha confermato la sua scelta: “ la musica è bellissima,
le voci pure, voglio mettere tutte e due questi elementi uno al servizio dell’altro”. Scommessa riuscita, vinta. Le ovazioni del pubblico durante, alla fine della
rappresentazione, dopo e dopo ancora sono una testimonianza vera di questo
successo.
La regia di
Paolo La Delfa, belliniano puro, ha sposato in pieno le scelte del maestro
Pupillo e nei lunghi mesi di prove quell'intreccio fra situazioni sceniche ed incroci
musicali hanno trovato il loro assestamento, la loro armonia intrinseca, così
come Vincenzo Bellini le aveva pensate nella sua stesura. Poi si sa che nell'esecuzione
sul palcoscenico qualche sfumatura non va nel posto giusto. Persone più
qualificate di noi possono, nel merito, avere pareri diversi, ma la sfida era
portarla in scena, proprio perché Norma è famosa anche perché non la si porta
in scena per le difficoltà vocali intrinseche nell'opera stessa.
Elisabetta Corrente presenta l'opera
Natale Calafiore
Nel back-stage
alla fine abbiamo sentito i protagonisti a cominciare dal presidente dell’Orchestra Mediterranea Siracusana e Coro, Natale Calafiore, nonché partecipante attivo sul palco nel ruolo (basso) di un soldato
druido: “sono molto emozionato, c’è stata una grande risposta di pubblico, che
ha premiato lo sforzo di una Orchestra che sta crescendo sempre più in qualità
e coinvolge grandi artisti. Sta trovando soluzioni tecniche che migliorano
la messa in scena e sta tenendo viva la tradizione dell’opera lirica in
provincia di Siracusa e qui in Sicilia. In questo momento sto pensando al
Teatro Garibaldi di Modica dove avremo, nel mese di ottobre già due serate sold
out per Bohème. Sono molto fiero di essere il presidente di una Orchestra che è
il baluardo di tutte quelle persone appassionate nel fare e nell'ascoltare
musica lirica”.
Il regista Paolo La Delfa nei panni di Oroveso (baritono) e Norma
(soprano)
nella fase di trucco e parruco, con Alfredo Danese, Lorenzo e Graziella Crifò
Paolo La Delfa (Oroveso)
Il dott. Biagio Armaro, oggi presidente onorario, ma baluardo e sostegno dell'Orchestra fin dalla sua nascita, insieme a Paolo La Delfa
Il regista Paolo La Delfa, nonché Oroveso, capo
dei Druidi e padre di Norma. Il regista in scena ha dovuto sostituire Dante
Roberto Muro che, a causa di un incidente automobilistico, non è stato più in
grado di seguire le prove. Durante le fasi delle prove il regista ha voluto privilegiare, nell'ambito della realtà storica della vicenda, alcuni aspetti sia scenografici
che comportamentali dei vari protagonisti. Infatti la scena principale
privilegia la “genuinità” dei Galli nelle loro credenze religiose animiste, la stessa viene messa a confronto con la presunta superiorità romana, basata sulla
forza e sulla mancanza di rispetto nei riguardi dei popoli conquistati e vinti.
Pollione il proconsole romano infatti entra in scena lateralmente, cose se
salisse le scale, dal basso, dove, scenicamente, con delle statue e dei pezzi di
blocchi di pietra, era stato allestito l’accampamento dei Romani.
Paolo La Delfa: “un’emozione
indescrivibile. Un’edizione di Norma fatta col cuore, con il rispetto, con il
sudore e con una soddisfazione finale di aver saputo dare al pubblico quello
che il pubblico si aspettava e di aver reso omaggio a Vincenzo Bellini, alla
sua musica, alla sua poesia, come il mio
cuore voleva che avvenisse. Mi
complimento con tutti. Grande direzione di Orchestra del maestro Michele
Pupillo. Ottima orchestra, ottimo coro, un cast all'altezza, capace di saper
rendere al meglio questo capolavoro belliniano”.
Flavio (tenore) grande amico e confidente del proconsole Pollione
Filippo Micale: “Una bellissima esperienza, una grande emozione, anche
in virtù del fatto che sto vivendo in maniera riflessa il successo di questa
serata perché la protagonista, Norma, è mia moglie. Dunque emozione doppia”.
I quattro pannelli scenografici rappresentativi del
tempio druido di Irminsul, in due, in particolare evidenza, il pilastro ligneo
del tempio
Tony Fanciullo, lo scenografo, al centro fra Norma e
Flavio
Tony Fanciullo: "una bellissima rappresentazione, una
direzione molto professionale, un cast che è riuscito ad interpretare molto
bene questo capolavoro, che, come sappiamo, ha fatto da battistrada a tutti
gli altri capolavori dell’800. Se è stata l’unica opera a far commuovere
Wagner, dice tutto, ed anche io non ho nulla da aggiungere a questa parole".
Natale Calafiore (basso) e Salvo Imbesi (basso)
Salvo Imbesi: "io non vedevo un pubblico così da tanti anni, così
caloroso da far venire i brividi a noi, sia in scena che dietro le quinte. Gli
applausi finali, calorosi e forti, al maestro Pupillo ci hanno dato la
dimensione del successo di Norma, questa sera.
Adalgisa, sacerdotessa del tempio di Irmisul, nuova fiamma di Pollione
Pollione vuole convincere Adalgisa a seguirlo a Roma
Adalgisa confessa a Norma che è innamorata, ma tace sul nome
Sul pannello al centro scorrono i testi in italiano e inglese
Adalgisa, Norma, Pollione
La soluzione tecnica di far scorrere il testo in italiano
ed inglese durante la rappresentazione è stato un elemento importante nel
decretare il successo dello spettacolo. Questo effetto lo si è visto quando
entra in scena, accanto a Norma ed Adalgisa, Pollione. Adalgisa in quel
momento, ignara della passata storia di amore fra Norma e Pollione (dalla
relazione segreta erano nati due bambini) svela il nome dell’innamorato. In
quel momento inizia l’aria del terzetto finale dell’atto I. “Oh non tremare, o
perfido”, è l’aria che Norma, Adalgisa e Pollione cantano a tre voci. Ed è lì che è venuta fuori una magia. Il pubblico è stato attratto,
calamitato, "attaccato"(anche in siciliano!) al contenuto, alla scena. Ora non volevano perdere nessun fotogramma di quella miscela piacevole, fra voci e note, venutasi a creare. Il cantato di ogni singola voce era chiaro, lo spettatore entra dentro la scena, è partecipe di quei sentimenti
drammatici e rivelatori di un intreccio che avrebbe cambiato, tragicamente, le vite degli stessi. Un applauso lunghissimo e
potente accompagna i protagonisti fino alla loro uscita di scena.
Salvina Maesano: "Adalgisa", "un ruolo importante ed impegnativo. Mi sono
innamorata di questo ruolo giorno dopo giorno. Nella mia parte c’è tanto da
recitare, spero di esserci riuscita, bisogna recitare cantando. Per me è un grande
onore averlo debuttato qui a Noto, con questa cornice scenografica naturale e
con questo pubblico caloroso che ci ha ricompensato di tutti gli sforzi e le
fatiche di questi mesi. L'ultima settimana di prove con un caldo terribile, ma
ne è valsa la pena".
Norma e Pollione
Pollione
Antonino Interisano: “Pollione”, “ho recitato cinque
volte Norma e mi rendo sempre più conto di quanto, nell'era delle immagini, “le
voci” tornino ad essere centrali nell'opera. Credo che recitare in posti
suggestivi dia qualcosa di più e di diverso a chi sta sul palco. Bellini, oltre
la grandezza dell’opera, ha regalato alla storia una Norma intima, grande,
bellissima.
Norma sta meditando la sua vendetta
Norma vuole colpire Pollione negli affetti più intimi, i suoi figli
La tempesta interiore è passata, Norma ora guarda con altri occhi i suoi figli
Il confronto/accostamento con la Medea classica che uccide i figli è
solo un pensiero scenico, in realtà né Vincenzo Bellini né Felice Romani
vollero arrivare a tanta inumana crudeltà. Anche i bambini, Elena e Michele Francesco Battaglia, figli della cantante del Coro Sofia Suma hanno recitato bene la loro parte.
Gonca Dancan: "Norma","viva la musica,viva Bellini. Per me è stato
un sogno venire qui, cantare e realizzare questo personaggio di Norma. Sono,
come si vede, molto emozionata e felice, felicissima, cosi tanto felice che non
trovo le parole per esprimere fino in fondo la mia felicità".
Francesco Pupillo, figlio d'arte, 15 anni, al suo debutto, al violoncello
Francesco Pupillo, sorridente, la tensione è finita
Il maestro Michele Pupillo ed il primo violino dell'Orchestra, Giovanni Cucuccio
Giovanni Cucuccio invita i maestri dell'Orchestra ad accordare gli strumenti
Giovanni Cucuccio
Giovanni Cucuccio, primo violino, da sempre,
dell’Orchestra del maestro Michele Pupillo:
“ho suonato tante volte diversi
estratti, diverse sinfonie innumerevoli volte, ma suonare l’opera per intero mi
ha dato l’idea della grandezza di Bellini. L’Orchestra del maestro Pupillo
cresce sempre più per ogni nuova produzione e per me è sempre un piacere
suonare con tutti. Il risultato di questa serata è stato notevole, per me
indimenticabile”.
Il maestro Michele Pupillo
la sua ombra
Nel back-stage la maglietta è asciutta, ma la tensione è ancora alta
Maestro: "eccezionale. Tutti siamo stati all'altezza della situazione,
non ho nulla da aggiungere, per noi parlano gli applausi, quelli alla fine del
primo atto e quelli finali. Bravi tutti".
Meriti non secondari vanno tributati al maestro del Coro: Maria Grazia Di Giorgio, al direttore di scena, Francesco Drago, alla Sartoria Pipi di Palermo.
Un grazie davvero speciale a Diego Barucco per il suo servizio fotografico.
Salvatore Spallina
Bellissima iniziativa! Viva la cultura!
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