Due sberle in due minuti. Al
quindicesimo minuto il Siracusa, al De Simone, domenica 13 novembre, è sotto di
due goal.
Ma partiamo da Reggio Calabria, dalla
domenica precedente. La vittoria e il giuoco espresso a Reggio contro la
Reggina non erano state delle folate di aria leggera in un campo solitamente
sferzato da forte vento e dalla fragilità di una squadra che sta perdendo
troppe partite, anche in casa, ma evidenziavano una condizione trovata,
finalmente, e confermata anche in questa gara interna. La presenza di tifosi più
numerosa del solito è stato un segno evidente delle aspettative riposte in
questa partita.
La maggior presenza di pubblico, si
capisce bene, che è stata figlia della visione di quella gara, dei commenti
positivi e propositivi anche di chi è andato a Reggio in macchina e durante la
partita, e nel post partita, sui social,
aveva commentato la gara per gli amici impossibilitati ad andare. Questo è
segno che il popolo aretuseo la squadra la segue ed ha a cuore la sorte del “Leone
Azzurro”. Ci ha creduto e sperato nel corso della settimana che questo
cambiamento fosse confermato al De Simone con l’Akragas, voleva vedere dal
vivo, con i propri occhi, ed alla fine non è rimasto deluso. Ci hanno creduto
ancor più le fasce dei tifosi attivi fra curva e gradinata continuando ad
incitare la squadra dopo quella scoppola iniziale.
Poi lo scampato pericolo del 3 a 0. Il
merito va attribuito all’80% dell’esperienza e della freschezza atletica di
Davide Baiocco che ha impedito a Chocis di
trovare la giusta concentrazione per calciare dentro la palla. Il cambio di
modulo da parte di Sottil ha fatto il
resto. Arretrato più stabilmente Dentice dentro la linea difensiva e coperta
quella falla sulla nostra linea sinistra, gli avversari trovano meno spazi nei
quali far partire i loro contropiedi e dopo sette minuti dal mancato/possibile
0 a 3 il Siracusa si porta sulla parità per merito di Turati che corregge in
porta un angolo ben calciato da Longoni e di Catania che su una punizione
calciata sempre da Longoni impatta involontariamente il pallone che inganna
Pane, il portiere avversario.
Ma ancor prima della nuova
disposizione tattica si capiva che la squadra non si era disunita,
scomposta e stava cercando, meglio che
nelle gare precedenti, di riprendere in mano una partita che le stava
sfuggendo. Palermo e Toscano supportavano molto bene Baiocco, lungo la linea di
centrocampo, Longoni (entrato decisamente in condizione!!) fra le linee della
difesa avversaria, teneva bene la posizione di raccordo con Talamo e Catania
fornendo assist e buone giocate. Non vedevamo un Longoni così concentrato neanche nella passata esperienza azzurra
(speriamo che non perda questa splendida condizione!!).
La partita è tutta qui, in questa
compattezza ritrovata, in questa maggior sicurezza nelle giocate, nel saper
bene cosa fare quando si sviluppa un’azione. Un esempio? Il goal del 3 a 2 di
Valente. Quattro scambi, quasi mai visti nelle gare precedenti, da Palermo a Longoni, da Longoni a Catania, da Catania a
Valente che solo davanti al portiere mette in rete.
Il “Tocco di classe” di questa
partita lo assegniamo a Mister Sottil. Finalmente i giocatori cominciano ad
essere bravi esecutori dei compiti assegnati in settimana durante la
preparazione delle partite. La grinta che da sempre lo caratterizza, un po’
alla volta, i suoi giocatori la stanno introitando tutta. Avanti così. Dalla
trasferta di Caserta, di questa domenica a venire, tutti attendono continuità per
questa ritrovata forza, compattezza, verve realizzativa.
Salvatore Spallina
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