Quando dietro ad una pubblicazione storico-letteraria c’è un gran lavoro, c’è sempre da essere soddisfatti. Se a questo si aggiungono un altro paio di elementi, come far venire alla luce, per i più, l’esistenza di un uomo importante, colto, senatore nella Roma imperiale, orgogliosamente siracusano, amante del sapere e poeta, i meriti della fatica per la ricerca e per la pubblicazione si accrescono.
Lo hanno fatto già in tanti, a noi piace aggiungerci alla fila degli
estimatori della pubblicazione “ Naucellio. Un siracusano, senatore di Roma e
poeta misconosciuto” di Franzo Migliore, per i tipi di Algra Editore.
L’autore si schernisce nel dire che la ricerca è nata durante la
pandemia, in quel lasso di tempo, senza tempo, che è stata la pandemia, nel
2020,…..durante la quale, sembravamo tutti “sospesi”.. La verità è che c’è stato impegno,
ricerca, voglia di portare in stampa questo bel lavoro.
Giusto pure il merito attribuito dall’autore, per gli stimoli ricevuti dal compianto Sebastiano (Nello) Amato, presidente della Società Siracusana di Storia Patria che insieme ad Enzo Papa lo hanno incoraggiato nell’avviare la faticosa ricerca documentale.
Il percorso del lavoro di ricerca del professore Franzo Migliore è una
lettura colta ed interessante sia per entrare in alcuni dettagli della storia
di Roma, ma anche per scoprire nell’ambito del mondo letterario quanto
interesse possano suscitare fra gli studiosi documenti inediti o poco
conosciuti.
La scoperta dell’esistenza e l’importanza di Junio Naucellio passa
attraverso la lettura di un articolo del prof. Angelo Luceri “Un poeta
siracusano misconosciuto: Naucellio a sessant’anni dalla scoperta degli
“Epigrammata Bobiensa”. Poi dopo l’articolo del prof. Luceri, docente di Lingua
e Letteratura Latina all’Università di Roma Tre, è stato, per il prof.
Migliore, come un piacevole immergersi, come si deduce da tanti riscontri nel
libro, in un fiume carsico di ricerche.
Poi, ripreso fiato, c’è stato l’incrocio con emeriti ed eminenti
studiosi che hanno risposto ai suoi input per continuare nella ricerca e negli
approfondimenti storico-culturali sulla vita, la congerie storica, la disputa
sul fatto che un gruppo di epigrammi, secondo gli studiosi, non fossero da attribuire
al poeta e senatore siracusano. In questo contesto è venuta fuori la giusta
personalità di Franzo Migliore, che con autorevolezza ed approfondimenti
appropriati esprime il suo punto di vista nel merito.
Junio Naucellio nasce a Siracusa intorno al 310, dopo Cristo, e muore,
verso i 95 anni, intorno al 405, a Spoleto, dove aveva ristrutturato un vecchio
rustico termale di proprietà della moglie. Proprio lì, in quella casa, lasciata
in eredità ad un figlio, aspira giungere alla fine della sua esistenza terrena.
Molte notizie della sua vita familiare, politica, ed anche di parte
della produzione poetica vengono fuori dal carteggio con Simmaco.
Il Colosseo, inframezzato dal colonnato del Tempio di Venere e del Tempio di Roma, visto da via S. Bonaventura
Quinto Aurelio Simmaco fu un importante senatore romano ed un
personaggio di rilievo nella Roma imperiale del IV secolo, sia per importanza
familiare che per ruoli politici di un certo rilievo. Sarà proprio Simmaco, in
alcune lettere a Naucellio, a farci
scoprire, oltre la sincera amicizia con lo stesso Simmaco, il ruolo di Naucellio
nell’ambito politico. Naucellio a questo proposito, anziché ambire a posizioni
o cariche di un certo prestigio politico dice all’amico Simmaco che, pur non
disdegnando le amicizie politiche e le conoscenze per un giusto ruolo che lui
avrebbe potuto avere in quegli ambiti, per sé avrebbe prediletto il solo titolo
di “poeta”.
Naucellio, nella disputa religiosa molto forte che vi fu in quel periodo
fra la forte espansione del cristianesimo e il cerchio, che si andava stringendo, sulla religione pagana, si comporta da vero intellettuale scegliendo quella etica valoriale che mette al centro i temi universali della valorizzazione della
Natura vivente, come fonte del divino, la lode delle piccole cose così come i
grandi poeti classici latini e greci gli avevano insegnato, poi tiene alta la sua
raffinatezza linguistica che trasferisce all’interno delle sue poesie.
Proprio su uno di questi temi vogliamo chiudere le nostre note. Il poeta
Naucellio aveva tratto ispirazione dalla bellezza che emanava e veniva ad assumere “l’opera d’arte vivente”. Ovvero
sulla perfezione inebriante che un’opera d’arte sussume in sé, cioè quando un
fruitore è talmente preso dalla vividezza dell’opera che sta osservando che è
portato a toccarla pensando che compiere quel gesto servisse a “svegliare” il
manufatto. In particolare ci hanno colpito due dei riferimenti artistici: l’opera
in bronzo “La giovenca al pascolo” dello scultore greco Mirone e la statua “La
Menade danzante” di Scopas.
Salvatore Spallina
Franzo Migliore ha insegnato Italiano e Latino nei Licei e ha
collaborato con le cattedre di Storia del Cristianesimo e di Storia della
Chiesa Antica della Facoltà di Lettere dell’Università di Catania. Ha insegnato
altresì presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Metodio” di
Siracusa e collaborato con la rivista di studi mariani “Theotokos”. È autore,
per l’editore Rubbettino, di una Introduzione al Nuovo Testamento (1992)
e, per la casa editrice romana “Città Nuova”, ha tradotto dal greco, nella
collana “Testi patristici”, alcune opere di Eusebio di Cesarea – Teologia
ecclesiastica (1998), Storia Ecclesiastica (2 voll.,
2001, in collaborazione), Dimostrazione evangelica (3 voll.,
2008) e Preparazione evangelica (3 voll., 2012) – e il Protrettico
ai Greci di Clemente Alessandrino (2004).
Pur avendo frequentato il liceo classico non avevo mai sentito parlare di questo Carneade. Ovviamente a scuola sì studiavano i classici di serie A , Tito Livio, Cicerone, Sallustio, Cesare, Virgílio. Catullo, Tibullo e compagnia cantante.Alla mia tenera età ho imparato una cosa nuova che mi ha fatto ricordare i tempi del liceo e il mio vecchio professore di latino e greco che il comune di Roma ha voluto ricordare dedicandogli una via in zona Eur.
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