"Il mio disco più pop, con Bologna nel cuore"……e
sold out è stato, finora, nel tour.
Il Samuele magico del
3 dicembre 2020, all’Alcatraz di Milano, in live streaming, si è ripetuto a
Bologna, al Teatro EuropAuditorium e ci ha regalato, in presenza, la prima
gioia di Cinema Samuele.
A quella fermata
(dallo streaming dell'Alcatraz) non siamo scesi, lo abbiamo continuato a seguire, lo abbiamo cercato
fra concerti sospesi, lockdown, interviste e presenze in tv e radio. Proseguendo
quel percorso che ci ha portati qui a provare queste nuove emozioni.
Si può correre il
rischio, noi lo corriamo volentieri, di sembrare un poco sopra le righe nel parlare
della bellezza di questo concerto, ma gli elementi ci sono stati tutti. L’amata
Bologna, una band allargata con “i suoni pieni e giusti”, un pubblico senza
età, una scaletta musicale selezionata per la serata, la novità dei video alle
spalle a completare l’opera.
Cinema Samuele,
dopo la prima di Fermo, poteva avere inizio. E questi film dell’album li
abbiamo visti, dopo averne assaggiati tanti spezzoni. La lunga scaletta, bis
compresi, ha lasciato una carica di gioia energetica e vitale che farà bene a
tutti i presenti, così come crediamo produrrà gli stessi effetti nei concerti a
seguire. Perché Samuele nel corso dei trent’anni ha raccolto il “suo” pubblico
che via via cresce, sia in qualità che in quantità. Si impara a gustarne i
contenuti, vecchi e nuovi perché c’è una sorta di continuità, ancorché evoluta
nella scrittura musicale e poetica, ma anche nei temi trattati nei quali, chi
lo segue, trova conferma nella scelta di continuare, insieme a lui, un percorso
comune.
il palco e il pubblico
La conferma arriva
con le tante canzoni, scriviamo senza ordine di scaletta, che hanno reso la
serata unica…..fino al prossimo incontro. Coccodrilli, Le mie parole, L’Intervista, Chicco
e Spillo, Il pescatore di asterischi, Lo scrutatore non votante, Freak, En e
Xanax, Spaccacuore.
Poi ci sono perle
brillanti, a dir poco meravigliose, anche in quei brevi passaggi gli amanti
della musica veramente raffinata hanno apprezzato con lunghissimi applausi.
Parliamo in particolare delle note finali di “Cattiva” e “Ferragosto”, canzoni poco conosciute e che hanno anche poco
spazio nelle programmazioni radio-televisive.
In scaletta,
naturalmente, c’è anche “Il mostro”, ma, questo pezzo noi lo vogliamo legare,
anche se sono stati cantati in momenti diversi nel concerto, a “Harakiri”.
Però partiamo da “Il
mostro”. Per chi l’avesse persa o la voglia risentire, aggiungiamo qui il link
(https://www.facebook.com/watch/?v=10154612811603439)
in cui Lucio Dalla, evocato più volte
durante il concerto, parla per la prima volta de “Il mostro”, “senza questa
canzone non sarei qui…… è il motore di tutto”, ha detto tante volte Samuele.
Anche se lo si ascolta
tante volte, fa sempre piacere ascoltare Lucio che parla del primo Samuele e di
quando vide, in quel ragazzo che lo accompagnava nei tour vendendo gadget e
magliette, quello che aveva dentro, quello che aveva espresso con questa
canzone. Aveva intravisto tutte quelle potenzialità che avrebbe dispiegato in
seguito e che in parte lui stesso ha contribuito a rafforzare.
Noi pensiamo, con una interpretazione molto
personale, che “Harakiri” sia l’altra faccia del mostro proiettata dopo trent’anni
dentro la società attuale e Lucio avrebbe amato profondamente questa canzone.
il fondo del palco con i video
Intanto i contenuti
proiettati sullo sfondo durante la performance di “Harakiri” hanno liberato
dalla camicia di forza, in cui il video ufficiale su yuotube-vevo, stringevano/costringevano
fin troppo i versi della canzone. Infatti le immagini associate durante il concerto
hanno sciolto i lacci della camicia di forza e quelle braccia libere ne sono
espressione e bellezza. Poi pensiamo che i versi “come se si spalancasse un
sipario”, racchiudano e rinviino ad un campo di significati sconfinati e liberatori cui poter attingere.
È stata pure intensa l’interpretazione
delle due canzoni, ma quella performance
a raiduesocialclub, del 17 marzo scorso, è stata molto bella. Samuele ha
trovato l’intesa con i musicisti durante l’esecuzione, c’erano pure Tony Pujia
alla chitarra e Stefano Cenci al piano elettrico e Stefano recita il brano mentre
suona. Poi nello stacco musicale prima della chiusa del brano quei tre tocchi
al piano elettrico hanno richiami evocativi sublimi, forti che hanno toccato
anche Samuele durante quella interpretazione.
Il ritornello di Replay con i cellulari in mano
Poi, tornando al
concerto, Samuele ha mostrato tutta la sua semplicità, che ha in sé tanta
profondità, in alcuni passaggi parlati, esplicativi nella ispirazione originaria
di “Replay”, ”Le Abbagnale” e “Dispotici (Ti sto vicino)”, suonati di seguito e
molto apprezzati da tutto il pubblico.
Poi quella sorta di
colonna sonora che è diventata “Giudizi universali” ha chiuso il concerto con
tutto il pubblico a cantare “potrei ma non voglio fidarmi di te…..” con applausi che non finiscono più.
La standing ovation finale
Andiamo a chiuderlo
questo pezzo con il meritato ruolo dei musicisti e dei tecnici a cominciare da Tony
Pujia (chitarre), Stefano Cenci (tastiere), Silvio Masanotti (chitarre), Marco
Rovinelli (batteria), Michele Ranieri (cori, chitarra, percussioni, “un po’ a
tutto”), Davide Beatino (basso), Alessandro Gwis (pianoforte e tastiere). Un
richiamo particolare per Bruno D'Elia, curatore dei video, con immagini sapientemente
associate a situazioni evocate da Samuele durante alcune interviste fatte, nel
tempo, in tv ed nelle radio, in questi due anni. In particolare, durante “Il
tiranno”, sono forti i richiami, all’attualità. Molti, fra tutti i presenti, non
avranno potuto fare a meno di pensare al crudele, violento e sconcertante infermo/macello
ucraino. Le immagini associate a "Distopici (Ti sto vicino)" rinviano
alla foresta amazzonica in fiamme cui pensava Samuele quando il brano era “in
costruzione”.
Salvatore Spallina
Pochi secondi di un video con i telefonini nel ritornello di
Replay
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