Francesco Fedele, dopo otto anni dal suo primo lavoro, è tornato a
pubblicare un nuovo libro di poesie, “Frontiere”, Ed. Oèdipus, agosto 2020.
Il
libro è diviso in quattro sezioni e percorre un cammino che parte dall’interiorità
e sfocia in una sorta di non frontiera nella quale il poeta proietta l’auspicio
della caduta delle frontiere con le quali e dentro le quali l’uomo continua il suo cammino della vita.
Anche noi ci riferiamo a quelle interne (le
più pericolose) e a quelle esterne, che non sono da meno.
Frontiera personale, Frontiera del tempo, Frontiere del mondo, La frontiera dell’umanità.
Il poeta dentro questi quattro percorsi spazia, vaga, fra mondi fatti di
immagini ed immaginazioni, percorsi onirici, anche ancestrali, alla ricerca del proprio sè e di quella vena
dal cui cuore possano scaturire versi sublimi. A tratti, da quella vena, son
venuti fuori versi belli, forti, incantevoli, che rinviano a mondi “altri”, da
venire, da condividere, da immaginare. Ed è in questo percorso che noi ci
siamo piacevolmente smarriti, seguendone per un tratto l’abbrivio, per incamminarci
su sentieri sconosciuti che di colpo approdano su radure silenti, piacevoli,
incantate.
A tratti, nelle varie sezioni, si sente quanto forte sia stata, tale da
lasciare il segno, sia nei versi che nella sensibilità timbrica, l’esperienza di vita vissuta in Spagna.
Discanto dei profughi
“…Solo il vento
Ci concede udienza
E ascolta il nostro lamento…”
"......non sarò mattone
In Modern times, Social word, guarda con diffidenza, troppa, ne
ha ben donde, ai social del nostro tempo…..”i cretini che navigano in un mare
virtuale”…., ma noi crediamo che un altro mondo social sia possibile ed
auspicabile.
Poi ci sono, dolci e delicati i versi dedicati
alle sue bambine. Come in una scala musicale Francesco usa timbri e suoni
sonori che spesso si associano anche ad immagini con le quali ci porta per mano
in un universo migliore, in una umanità migliore, fortemente voluta ed
auspicata dalla sua anima sensibile e protesa al bello.
New frontiere
Dobbiamo uscire da queste carceri culturali. Come ci
suggerisce il poeta nella sezione “Le frontiere dell’umanità”. Questa sezione, a dire il vero, ci è piaciuta, per intero, più
delle altre. In essa si respira un’aria nuova, ci fa aprire, ci ispira nuovi
orizzonti, proprio perché vuole oltrepassarli per cercare nuove dimensioni
della vita, dello stare insieme, nel voler cercare uno sguardo nuovo da
offrire all’uomo di oggi, pauroso e molto insensibile verso tutto quello che
avviene dentro “le frontiere terrestri”.
Qui, dentro queste (diciamo anche noi), ci prepariamo
a nuovi scontri, dalla frontiera dell’Europa dell’Est, Polonia, Ucraina, la non
risolta questione della Crimea, a quella Orientale-asiatica fra le due
superpotenze, USA e Cina che si stanno predisponendo per uno scontro dal quale
non possiamo che aspettarci ripercussione negative.
Il poeta auspica una sorta di nuovo “unico passaporto intergalattico” per andare alla ricerca delle radici della vera umanità in un intreccio unico con la natura. Si evince dal testo di questa ultima bella poesia dove si sofferma:
“….le foglie e i semi
Che un giorno saranno radici di
Qualcosa più profondo
Più compiuto
Più bello….”
Francesco Fedele è nato a Reggio
Calabria, è un insegnante di lettere, vive e lavora a Siracusa . “Vicolo Cielo”, per i tipi di
Leonida, 2012, è stata la sua prima pubblicazione in italiano e spagnolo.
Salvatore Spallina
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