
Proprio così, una
doppietta di Tino Parisi ha steso il Catanzaro nella giornata di sabato 25
novembre u.s.. Ultima giornata del turno di sabato, da domenica prossima il
Siracusa giocherà sempre di domenica, tranne nel turno infrasettimanale del 21
marzo a Pagani. Il giovane, siracusano doc, in forza al Catania fino alla
scorsa stagione, aveva sofferto non poco, nelle ultime due gare casalinghe, per
aver fallito due goal quasi fatti, sottoporta.
Si è riscattato in
questa partita dimostrando di potersi meritare maglia e stima non solo del suo
allenatore ma anche dei tifosi siracusani, che avevano mugugnato non poco dopo
gli errori accennati. “Ora, solo ora mi sento a casa”, queste le parole nel dopogara,
dopo aver incassato la chiamata del suo nome, fortemente gridato da tutto lo
stadio, specialmente dopo il secondo goal. Bello il primo, al 15° del p.t., su angolo di Mancino
e lui che arriva come una saetta da dietro ed impatta lasciando imbambolata la
difesa calabrese. Il secondo, al 5° del s.t., su pennellata di sinistro di Mancino (sempre
lui!!!) devia di testa nell’angolo dove il portiere non può arrivare, ed è
tripudio.
Eccezionalmente gli rendiamo merito con queste due foto.
Il riscatto identitario di questo giovane atleta vogliamo
porlo come auspicio, ora che la società si è data una nuova struttura per tutto il settore giovanile societario. L’attenzione dovrà concentrarsi sui
giovani talenti siracusani. Con questo intendiamo riferirci a tutto il bacino
di giovani della provincia cui la società deve guardare per poter costruire
progetti importanti per il prossimo futuro. La scelta propositiva, in questa
direzione, la identifichiamo nel nome del prof. Paolo Lombardo, vero paladino e
colonna portante del calcio a Siracusa e fautore, da sempre, dell’idea di dover
porre al centro di qualunque iniziativa calcistica importante, che sappia guardare
al domani, il mondo del calcio giovanile.
La partita è stata ben giocata dalle due squadre. Paolo
Bianco, privo di Turati e Magnani, dopo la partita di Coppa Italia a Trapani,
opta per Mucciante al centro della difesa con Daffara e De Vito esterni di
difesa. Mancino diventa, ormai stabilmente, diciamo noi, fonte ed ispiratore di
quasi tutte le proiezioni pericolose del Siracusa. Mangiacasale copre tutta la
fascia di competenza e si propone con azioni offensive ficcanti, Palermo,
superati i problemi fisici, continuerà a mettere in seria crisi il mister, perché
quando gli riescono bene i cross, la palla gli attaccanti la mettono solo
dentro. Questo sabato Bernardo ha sfiorato il palo, dopo che l'esiguo popolo della gradinata aveva gridato al goal. Catania è sempre il solito giocatore che
ti aspetti, sempre nel cuore della manovra offensiva della squadra ed anche lui
ha sprecato, in area, una magia di Mancino. Ma sabato era il giorno magico di Tino Parisi!!! Il povero Toscano quando il Siracusa non gioca la palla va in debito
mentale e non riesce ad incidere. Mister Bianco dopo cinque minuti del secondo
tempo gli preferisce Spinelli con il cambio di schema tattico. Ma il Catanzaro non è stato a guardare, anzi, ha
giocato la gara con verve e piglio di squadra cui il suo nuovo allenatore sta
cercando di dare una impronta ben definita. Ha giocato la palla più e meglio
del Siracusa a centrocampo, ma la sua pericolosità di è fermata, tranne che in
un paio di occasioni, goal compreso (molto bella la trama di giuoco che va a
pescare solo in area Falcone), ai limiti dell’area siracusana. L’ingresso in
campo del principe del pressing, Scardina è servito ad attenuare la foga
offensiva del Catanzaro, infatti ha servito un pallone d’oro a Giordano, che calcia fuori
da ottima posizione ed un ulteriore tiro in porta che Nordi para accartocciandosi sulla
base del suo palo.
Bella anche la dedica della vittoria a Sasà Indomenico, non
presente neanche in panca per via della morte del papà. Mancino mostra la
maglia dedicata, segno questo che la squadra è attenta e dentro lo spogliatoio
si respira una bella aria che dà e darà forza a questi ragazzi.
Il “Tocco di classe” di questa partita, neanche a dirlo, lo
assegniamo a Tino Parisi.
Salvatore Spallina