Guardare dall'alto senza brividi. È quello che sta succedendo a questo
Siracusa “supertargato Sottil”. La scalata dal basso della classifica, con una
collocazione di privilegio (considerando da dove si è partiti), non fa venire i
brividi a questi ragazzi perché la sesta posizione (ad oggi!!) è stata una
scalata lenta, meritata, conquistata, voluta. Con la consapevolezza sin qui
maturata, ora si guarda ad Andria ed alla fine di questo torneo con uno spirito
di conquista che sta facendo crescere la partecipazione anche di quei tifosi in
sonno che in qualche modo aumentano la loro presenza al De Simone (questa domenica una bella presenza in più rispetto a domenica scorsa in gradinata).
Questa vittoria sul Fondi è stata, per noi, una delle più belle del
Siracusa, dopo quella con il Catania, perché crediamo sia frutto oramai di
certezze acquisite e di quella maturità tattica che contribuisce a farti
vincere le partite difficili e da portare a casa. L’hanno detto e scritto un
po’ tutti che gli Universitari del Fondi avevano schemi collaudati anche fuori
casa. Tutto il primo tempo li avevano messi in pratica ed il Siracusa dopo il
primo impatto con la gara non era riuscito a superarli ed ad avvicinarsi più a
Paolo Baiocco. Loro avevano alzato il ritmo e l’attenzione nel controllo sia della prima
che delle seconde palle ed avevano raccolto buoni frutti. Anzi nella parte finale del primo tempo il Siracusa aveva offerto il
fianco allargando le maglie fra il reparto di centrocampo e quello d’attacco.
Il catechismo di Sottil negli spogliatoi aveva prodotto un primo impatto
spettacolare: la prima, prima azione del secondo tempo è stata giocata palla a
terra da Santurro fino alla’area di Baiocco con sette passaggi, massimo due
tocchi. Con questo incipit il prosieguo di
gara non poteva che essere consequenziale. Il Siracusa con le giuste distanze
fra i reparti, gli Universitari con le loro geometrie, come nel primo tempo. Ma
si sa che un equilibrio può durare fino a che non si spezza ed il Siracusa ha
avuto dalla sua due eventi a favore, il primo è stato che la tenuta atletica
del Fondi, con il passare dei minuti, si è abbassata, il secondo è stato la
scelta tecnica di mister Sottil di far entrare Longoni al posto di Catania.
Questa sostituzione, in altre occasioni di gare interne, aveva prodotto quel
cambio di ritmo a favore dal momento che le caratteristiche tecniche
dell’argentino vanno al top quando deve agire fra le linee avversarie. A
completare l’opera di questa difficile, ma importantissima, vittoria il secondo
cambio, Brumat/Diakitè. Dai loro piedi parte
e si concretizza il goal della vittoria. Longoni con una fucilata costringe
Baiocco a deviare a mani aperte, Brumat rimette al centro il pallone che
Scardina incorna bene (con quel tanto di deviazione del difensore) per render vano il tentativo di parata di Paolo Baiocco. È un tripudio di
salti di gioia ed è l’85°. I 5 minuti di recupero non sortiscono effetti per
gli Universitari laziali, se non l’espulsione di Sottil all’87°(per fortuna il giudice sportivo lo ha solo ammonito).
Si sa che le vittorie sofferte con gli avversari tosti alzano l’autostima e
i punti in classifica!! Gran merito a mister Pochesci per
aver studiato gli schemi di Sottil ed aver trovato rimedio alle giocate di
questo Siracusa, per quasi tutta la gara; gran merito a mister Sottil per aver
letto bene il comportamento della sua squadra nel primo tempo ed aver
indovinato i cambi nella seconda parte della gara.
Il “Tocco di
classe” della gara lo assegniamo a Filippo Scardina per il suo pesante goal che
vale il sesto posto, in solitaria, in classifica e per il suo rendimento in campo.
Infatti sta diventando un esempio anche per i compagni d’attacco, per tutta la
squadra, quel suo non mollare su nessun pallone, sia nel pressing nella
trequarti avversaria sia nell'inseguire il portatore di palla e non
consentirgli uno scarico facile della stessa.
Questa selfigoduria, in partite sofferte come questa, già bella di per sé, vale doppiamente perché può abbassare anche di molto quell'incredulità che ancora, ahimè, serpeggia in tanti tifosi azzurri.
Salvatore
Spallina
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