L’Orchestra
Mediterranea Siracusana e Coro diretti dal maestro Michele Pupillo con la regia
di Paolo La Delfa porteranno in scena a Noto, Il 15 agosto alle ore 21,00, a
Palazzo Ducezio, di fronte alla scalinata
della Cattedrale, la Boheme, opera lirica in quattro quadri di
Giacomo Puccini.
Il maestro
Michele Pupillo con la “sua” Orchestra e Coro e con i protagonisti che
saliranno sul palco sta completando il lavoro preparatorio senza trascurare
nessun dettaglio. L’Opera sotto le stelle. Dopo i successi di Tosca e Traviata, il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, ha rinnovato la scommessa, anche
per quest’anno con la Boheme, contando su un riscontro che non potrà essere
inferiore alle due precedenti opere.
Noi abbiamo
incontrato il maestro Michele Pupillo per scambiare due battute sulla scelta di
Boheme e su quali temi principali verte quest’opera.
Maestro la scelta quest’anno è caduta
su Boheme ci dica perchè
“La Boheme è l’amore, tout
court. In particolare, le dico di più, è
l’amore in tutti i sensi. Sprigiona sentimento in ogni momento della sua messa
in scena. E’ l’amore in assoluto.
Ci dica qualcosa sulle musiche di
quest’opera
“Le melodie sono così belle che non
si può fare a meno di piangere. Puccini ha dato grande prova in queste melodie
d’amore ed è rimasto insuperato. Quando studiavo composizione, con la mia
insegnante, io già amavo moltissimo quest’opera, ero e sono sempre innamorato
di Puccini.
Ho scelto quest’opera perché la sento
dentro di me in maniera particolare, quest’opera commuove”.
I protagonisti sono giovani ed anche
il contenuto rispecchia temi molto vicini al mondo dei giovani
“ I giovani d’oggi possono vedere in
essa rispecchiati i loro sentimenti, quelli che loro vivono oggi, adesso.
Bhoeme è stata completata nel dicembre del 1895, nel febbraio del 1896 è andata
in scena, ma è stata ed è sempre rimasta
un’opera giovane. I protagonisti sono ragazzi che sperimentano la vita e
credono in essa, cercano il successo tentando di realizzare i loro sogni.
Vivono una dimensione della vita nella quale si progettano idee ed aspettative.
Loro vivono in una soffitta e dividono, condividono tutto. Amori, passioni,
delusioni e rinascite”.
A chi viene a vedere, a sentire per
la prima volta Boheme lei cosa dice
“Io pur
essendo già grande continuo ad amarla perché mi offre stimoli e mi fa ritrovare
sempre quella parte della mia spiritualità che mi ha consentito di vivere la
mia esperienza di musicista e di uomo senza rimpianti, con lo stesso amore per
la musica che avevo quando ero giovane. Giacomo Puccini è sempre molto moderno.
Sa alternare le fasi musicali che riescono a prenderti, a coinvolgerti durante
l’esecuzione”.
L’opera si sviluppa, si svolge in quattro quadri. Nella soffitta (il primo),
al caffè Momus (il secondo), alla
barriera d'Enfer, un passaggio doganale dove si viene controllati (il terzo),
di nuovo in soffitta (il quarto)
“E’ un’opera difficile da mettere in
scena perché ha dieci parti principali, è complessa nella sua composizione.
Oltre ai protagonisti principali ci sono una serie di altri personaggi,
compresa una banda, che hanno ruoli importanti. L’opera si colloca,
temporalmente intesa, come stagione, alla vigilia di Natale. Noi faremo di
tutto, sotto il profilo scenografico, degli effetti e quello musicale, per poter
trasferire mentalmente ( e sarà uno sforzo non indifferente!!) il pubblico
dentro quelle scene, dentro quei quadri. Splendidi le arie “Che gelida manina”, “Sì, mi chiamano Mimì” ed il duetto “O soave fanciulla”, giusto per fare qualche citazione”.
Salvatore
Spallina
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