domenica 6 luglio 2025

MEMORIE STORICHE INTORNO ALLA CITTÀ DI SIRACUSA di EMMANUELE de BENEDICTIS



   Il magnifico e maestoso ficus presso il Castello del Solacium, storica dimora di Federico II di Svevia, a Siracusa, oggi parte integrante della Azienda Pupillo, non poteva che far da padrino alla bella ed importante presentazione dell’opera “completa” di Emmanuele de Benedictis.

  Il 16 giugno u.s., La Società Siracusana di Storia Patria, ha presentato, presso le cantine Pupillo, appunto, in contrada Targia, a Siracusa, l’opera di Emmanuele de Benedictis, in tre volumi, “Memorie storiche intorno alla città di Siracusa”, Editore Morrone. 



            da sx, D. Scarfì, assessore F. Granata, C. Pupillo, S. Santuccio, V. Guggino

   


   I primi due volumi erano stati già pubblicati nei primi anni 70 del novecento per opera di Marino Moretti (della famiglia de Benedictis), Amalia Daniele, Michelangelo Castello e Paolo Morando. L’editore IMAG, infatti, pubblicati i primi due volumi e aver stampato/pubblicato poche copie del terzo, fallì e l’opera nella sua interezza non aveva avuto che pochi possessori.

    Carmelina Pupillo ha fatto gli onori di casa presentando e rappresentando la bontà della location unitamente all’onore di poter partecipare alla consegna ai soci della Società Siracusana di Storia Patria, alla città, agli studiosi, agli appassionati di storia tutta l’opera nella sua completezza.

   Ha, giustamente, tenuto a far rilevare che l’azienda di famiglia “cade” dentro il perimetro delle Mura dionigiane, dentro quei 27 km dove gli sforzi della sua famiglia per salvaguardare la proprietà e il prestigio della stessa si incrociano con la trascuratezza delle istituzioni demandate ad averne responsabilità e cura. 

   Poi la parola è passata all’assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata, che, oltre ai saluti dell’amministrazione, ha voluto esprimere il piacere e la sua personale soddisfazione per la pubblicazione completa dell’opera grazie al contributo del Ministero della Cultura.

   

   

                            Enzo Guggino, discendente di E. de Benedictis

   Non senza emozione, viene invitato a parlare Vincenzo Guggino, che del de Benedictis è un diretto discendente, per parte di mamma, per il suo diretto contributo alla realizzazione completa della pubblicazione. Lui, come suo fratello Marino, per la prima edizione hanno avuto fra le mani il manoscritto originale al quale hanno apportato delle sistemazioni nel testo e delle ragionevoli correzioni. Enzo, finalmente, con giusto orgoglio, è stato testimone e realizzatore del sogno del suo avo.


                                                   Salvatore Santuccio

   Non da meno, ma in maniera diversa, è stato il piacere e l’apprezzamento, anche grazie alla Carlo Morrone Editore, espressi, a nome di tutta La Società Siracusana di Storia Patria, dal suo presidente, Salvatore Santuccio. Lo stesso, nel merito dell’intera opera, ha voluto sottolineare la capacità che lo storico de Benedictis ebbe nel restare fedele ad alcuni dettami importanti, quali l’integrità intellettuale, l’idea che la grandezza storica di Siracusa, in una dialettica concreta della storia, andasse trasmessa alle future generazioni, e poi quell’etica liberale che cercò di non smarrire mai nella ricerca dei fatti e nella loro trasposizione cartacea.

   In particolare ci piace citare, a chiusa del suo interessante intervento, un dettaglio non da poco del de Benedictis. Come sappiamo la fine della sua ricerca storica coincide con il 1860, l’anno dei plebisciti, dopo l’epopea garibaldina e la volontà di Casa Savoia di far esprimere il Popolo, e non più attraverso l’elezione di un’assemblea che ne discutesse i modi e i tempi, sulla annessione dei nuovi territori al Regno di Sardegna.

   La popolazione di Siracusa si aggirava intorno ai 16.000 abitanti. I Siracusani che andarono ad esprimere un voto nei seggi furono esattamente 3522+1, una percentuale enorme, relativamente alle condizioni ed alla situazione sociale. La voglia di cambiamento  fece prevalere in tutti i partecipanti un SI all'annessione. Solo 1 è stato il voto contrario. L’eccezionalità di quel voto fu espresso proprio dal de Benedictis, a voler rimarcare in maniera netta la distanza politica al pasticcio dei decreti (se ne susseguirono più d'uno!!) e alle decisioni prodittatoriali sui plebisciti perchè poco avevano a che fare con il liberalismo. 

   Noi siamo stati e siamo grandi estimatori dell'autore di quest'opera. Nel lontano 1984 quando passarono fra le nostre mani i primi due volumi delle "Memorie storiche......" ce ne pascemmo in abbondanza proprio grazie alle sua capacità di essere storico vero e con quei crismi, espressi sopra, che ne caratterizzavano la ricerca. Ci riferiamo alla ricerca bibliografica finalizzata alla pubblicazione di un piccolo saggio relativo a "I moti popolari del 1837 a Siracusa" (vedi note).

 
                                                                    Dario Scarfì

   La parola passa a Dario Scarfì, curatore dell'intera opera, vero appassionato ed amante della cultura ad ampio raggio. Inseguiva questo sogno da una ventina d’anni ed averlo visto realizzato gli ha procurato, sotto la maestà del ficus, sincere emozioni. 

   Noi ne conosciamo bene la meticolosità, la precisione, l’amore per la cultura e la storia, da illo tempore. Tutte queste qualità le ha messe in atto nella revisione del manoscritto originale, unitamente ad Enzo Guggino, ed insieme hanno intrapreso il lungo percorso che li ha portati al raggiungimento dello scopo. 

   Poi ha voluto soffermarsi su due particolari di grande importanza nell'opera di de Benedictis. La prima considerazione è che la storia civile e politica di Siracusa, che lo storico ha imparato ad amare nel corso della vita, fosse inserita in una visione di più grande respiro che potesse rendere merito al valore della città. 

   La seconda considerazione va ad integrare e completare la prima. Cioè ne fa quasi da sfondo. Emmanuele de Benedictis è convinto che alcuni degli eventi che la città ha cominciato a vivere in prima persona, a partire dai moti risorgimentali del 1820/21 e quelli a seguire quelli del 1837, del 1848 e quelli che porteranno all’Unità d'Italia, avrebbero fatto da culla per la nascita di una nuova classe dirigente siracusana, che, a buon diritto e con pieno titolo, avrebbe potuto partecipare alla prossima storia italiana ed europea che si stava inscrivendo nella realtà. 

   Poi Dario Scarfì ha voluto ribadire con quanta cura l'autore ha scelto i documenti oggetto della sua ricerca. In primis in quanto direttore dell'Archivio Nazionale, poi perchè trascrittore di determinati proclami o addirittura da diretto estensore degli stessi.


                            Un grazie speciale per le foto del pubblico a Vincenzo Di Falco

   Il folto pubblico intervenuto ha dimostrato grande apprezzamento per il dibattito e i tanti soci della Società di Storia Patria hanno potuto, con soddisfazione, avere tra le mani i tre importanti volumi da andare a riporre nella biblioteca di famiglia.


 Salvatore Spallina

Note:
relativamente ad alcuni avvenimenti di storia siracusana, segui questo  link: "I moti popolari del 1837 a Siracusa" di Salvatore Spallina