Il magnifico e maestoso ficus presso il Castello del Solacium,
storica dimora di Federico II di Svevia, a Siracusa, oggi parte integrante
della Azienda Pupillo, non poteva che far da padrino alla bella ed importante presentazione
dell’opera “completa” di Emmanuele de Benedictis.
Il 16 giugno u.s., La
Società Siracusana di Storia Patria, ha presentato, presso le cantine Pupillo, appunto,
in contrada Targia, a Siracusa, l’opera di Emmanuele de Benedictis, in tre
volumi, “Memorie storiche intorno alla città di Siracusa”, Editore Morrone.
Carmelina Pupillo ha fatto gli onori di casa
presentando e rappresentando la bontà della location unitamente all’onore di
poter partecipare alla consegna ai soci della Società Siracusana di Storia
Patria, alla città, agli studiosi, agli appassionati di storia tutta l’opera nella
sua completezza.
Ha, giustamente,
tenuto a far rilevare che l’azienda di famiglia “cade” dentro il perimetro
delle Mura dionigiane, dentro quei 27 km dove gli sforzi della sua famiglia per
salvaguardare la proprietà e il prestigio della stessa si incrociano con la trascuratezza delle istituzioni demandate ad averne responsabilità e cura.
Poi la parola è passata all’assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata, che, oltre ai saluti dell’amministrazione, ha voluto esprimere il
piacere e la sua personale soddisfazione per la pubblicazione completa dell’opera
grazie al contributo del Ministero della Cultura.
Non senza emozione, viene invitato a parlare Vincenzo Guggino, che del de Benedictis è un diretto discendente, per parte di mamma, per il suo diretto contributo alla realizzazione completa della pubblicazione. Lui, come suo fratello Marino, per la prima edizione hanno avuto fra le mani il manoscritto originale al quale hanno apportato delle sistemazioni nel testo e delle ragionevoli correzioni. Enzo, finalmente, con giusto orgoglio, è stato testimone e realizzatore del sogno del suo avo.
Non da meno, ma in
maniera diversa, è stato il piacere e l’apprezzamento, anche grazie alla Carlo
Morrone Editore, espressi, a nome di tutta La Società Siracusana di Storia
Patria, dal suo presidente, Salvatore Santuccio. Lo stesso, nel merito
dell’intera opera, ha voluto sottolineare la capacità che lo storico de
Benedictis ebbe nel restare fedele ad alcuni dettami importanti, quali
l’integrità intellettuale, l’idea che la grandezza storica di Siracusa, in una
dialettica concreta della storia, andasse trasmessa alle future generazioni, e
poi quell’etica liberale che cercò di non smarrire mai nella ricerca dei fatti
e nella loro trasposizione cartacea.
In particolare ci
piace citare, a chiusa del suo interessante intervento, un dettaglio non da
poco del de Benedictis. Come sappiamo la fine della sua ricerca storica coincide
con il 1860, l’anno dei plebisciti, dopo l’epopea garibaldina e la volontà di
Casa Savoia di far esprimere il Popolo, e non più attraverso l’elezione di un’assemblea
che ne discutesse i modi e i tempi, sulla annessione dei nuovi territori al
Regno di Sardegna.
La popolazione di
Siracusa si aggirava intorno ai 16.000 abitanti. I Siracusani che andarono ad
esprimere un voto nei seggi furono esattamente 3522+1, una percentuale enorme,
relativamente alle condizioni ed alla situazione sociale. La voglia di
cambiamento fece prevalere in tutti i
partecipanti un SI all'annessione. Solo 1 è stato il voto contrario. L’eccezionalità di quel
voto fu espresso proprio dal de Benedictis, a voler rimarcare in maniera netta la distanza politica al pasticcio dei
decreti (se ne susseguirono più d'uno!!) e alle decisioni prodittatoriali sui plebisciti perchè poco avevano a
che fare con il liberalismo.
Noi siamo stati e siamo grandi estimatori dell'autore di quest'opera. Nel lontano 1984 quando passarono fra le nostre mani i primi due volumi delle "Memorie storiche......" ce ne pascemmo in abbondanza proprio grazie alle sua capacità di essere storico vero e con quei crismi, espressi sopra, che ne caratterizzavano la ricerca. Ci riferiamo alla ricerca bibliografica finalizzata alla pubblicazione di un piccolo saggio relativo a "I moti popolari del 1837 a Siracusa" (vedi note).
La parola passa a Dario Scarfì, curatore dell'intera opera, vero appassionato ed amante della cultura ad ampio raggio. Inseguiva questo sogno da una ventina d’anni ed averlo visto realizzato gli ha procurato, sotto la maestà del ficus, sincere emozioni.
Noi ne conosciamo bene la meticolosità, la precisione, l’amore per la cultura e la storia, da illo tempore. Tutte queste qualità le ha messe in atto nella revisione del manoscritto originale, unitamente ad Enzo Guggino, ed insieme hanno intrapreso il lungo percorso che li ha portati al raggiungimento dello scopo.
Poi ha voluto soffermarsi su due particolari di grande importanza nell'opera di de Benedictis. La prima considerazione è che la storia civile e politica di Siracusa, che lo storico ha imparato ad amare nel corso della vita, fosse inserita in una visione di più grande respiro che potesse rendere merito al valore della città.
La seconda considerazione va ad integrare e completare la prima. Cioè ne fa quasi da sfondo. Emmanuele de Benedictis è convinto che alcuni degli eventi che la città ha cominciato a vivere in prima persona, a partire dai moti risorgimentali del 1820/21 e quelli a seguire quelli del 1837, del 1848 e quelli che porteranno all’Unità d'Italia, avrebbero fatto da culla per la nascita di una nuova classe dirigente siracusana, che, a buon diritto e con pieno titolo, avrebbe potuto partecipare alla prossima storia italiana ed europea che si stava inscrivendo nella realtà.
Poi Dario Scarfì ha voluto ribadire con quanta cura l'autore ha scelto i documenti oggetto della sua ricerca. In primis in quanto direttore dell'Archivio Nazionale, poi perchè trascrittore di determinati proclami o addirittura da diretto estensore degli stessi.