Παντα μέ κρυπτο – “Tuttu m’accappu”. Questa è una delle espressioni più strane, di greco maccheronico, inventato dagli studenti, da quelli della 3C. Un poco di conoscenza del greco classico e di dialetto della Sicilia orientale sono indispensabili, per coglierne appieno il significato!!. Di certo, ce ne sono altre di battute presenti nella memoria di quella classe.
Il mondo dei Gargallini a Siracusa e provincia è ben folto e con una forte identità. Buona parte di esso si è sempre identificata con l'Istituto collocato nel cuore dell'isola di Ortigia. Una forte polemica ruota, ancora oggi, intorno al suo mancato restauro ed al trasferimento dell'Istituto lontano da Ortigia. Ma queste note non vogliono entrare nel merito del dibattito della politica scolastica passata e presente, ma restare su quanto Antonio Poidimani ha trasferito nelle pagine questo libro.
Quanto al significato di Παντα μέ κρυπτο..... è polisenso. Può rappresentare un momento di sfiga, di euforia, di gioia e......di tante altre cose ancora.
La cosa curiosa di questo libro è che di tanti contenuti, riguardanti la classe il sottoscritto ne è venuto a conoscenza, per le vicende personali della vita, appena quattro anni dopo il conseguimento della maturità della stessa classe. A rafforzare la conoscenza di personaggi e di contenuti ci ha pensato il destino incrociando, una supplenza assegnata al sottoscritto in storia e filosofia, nei primi mesi del 1980, proprio al Gargallo dove, insieme al preside Renato Randazzo, c'era ancora la quasi totalità dei proff. della Terza C. e qualcuno anche del ginnasio.
Un forte rapporto con la struttura, con i suoi studenti e con quel che rappresenta è tornato ad esserci nel triennio 1989-1992, nel corso E, preside la prof.ssa Giglio Costa. Le scale, le classi, i corridoi , l’aula insegnanti,
gli uccelli imbalsamati dell’aula di scienze, i macchinari dell’aula di fisica sono nel
bagaglio dei ricordi di chi scrive, allora giovane insegnante.
La Terza C al momento della reunion ufficiale (dicembre 2016) dopo 45 anni - A. Poidimani, il primo in basso da sx
Il racconto di Antonio Poidimani passa attraverso la famosa nostalgia "canaglia", che fa bene al cuore, perchè si parla di quell'imprinting, cui non si sfugge, quello che ha colto il poeta di Recanati con i versi: "intra di quei ch'ebbe compagni dell'età più bella". Poi c'è ancora la piacevolezza di altri ricordi, con tanta freschezza descrittiva, quasi a riviverli mentre li descrivi, insieme ai ruoli dei compagni, oramai assurti a personaggi.
Alcuni passaggi sono flash incorniciati nella memoria, battute che strappano sempre un gran sorriso, come quella della collaboratrice scolastica Fiorentino: "siti 'mpugnu di curnuti", con il magister a didascalizzare sul significato, anche qui plurimo, di curnuti. O il mantra Mandarà-Mandarà-Mandarà-Mandarà-Mandarà-Mandarà, a scalare con la voce; o l'espressione famosissima, "figlio mio", che penso conoscano generazioni di studenti usciti dalla quella "forgia" che è stato il prof di latino e greco del Gargallo, Gioacchino Bruno, "inteso" da tutti Jachino.
Poi sono tanti gli spunti, scaturiti dalla chat whatsapp della classe, contenuti nel libro, anche di grande interesse. Intanto per la sua passione e la dotta conoscenza di latino e greco, la classe tutta l'ha eletto a magister, l'appellativo con cui, oramai, nelle comunicazioni fra compagni, anche quando non è presente, l'autore del libro è semplicemente il magister.
Certo la penna di Antonio Poidimani, chirurgo, così si firma, in settima, tratta ampiamente tanti argomenti, sotto la voce "Intervento n°..., una sorta di riproduzione del tema trattato nella chat (nel progetto grafico si sente la mancanza di un editor).
La qualità dei contenuti, frutto degli stimoli reciproci fra compagni, ha toccato argomenti di un certo rilievo. Qui non possiamo che toccarne qualcuno. Da promotore o compartecipe il magister è sempre presente, senza mai essere presuntuoso o saccente, offre il suo punto di vista con citazioni colte, spontanee e di grande effetto.
Tanti i temi presenti, dal razzismo all'immigrazione, dall'esistenza dell'anima al tempo, dalla religione alla giustizia, dalla scienza all'etica. Alcuni sono trattati in maniera appassionata e colta, per esempio il problema del Male, "Unde Malum", dove non mancano gli spunti sulla stretta attualità, dalla guerra in Ucraina, ad Hamas-Israele, per poi passare da un percorso filosofico che tratta con consapevolezza spunti che vanno da Platone a Socrate, da Sant'Agostino, a Leibniz, a Kant, con l'immancabile Seneca e le sue lettere a Lucilio. Poi un altro punto che fa capolino in più di un "Intervento" è la questione sul razzismo sulla quale il magister, in due passaggi esprime, inequivocabilmente, il suo di pensiero"....Solo un ignorante in biologia può credere nella "razza pura"" e poi ancora "prendetevela con l'ideologia, ma, per carità, non con la biologia".
Noi siamo del parere che non c’è un momento buono per incontrarsi con i compagni con cui hai vissuto anni spensierati e meravigliosi: è sempre il momento buono e giusto. Si sente il bisogno di un'autenticità ed una semplicità perdute. Questo scambio di pensieri fra compagni e questi rapporti, che con buona volontà si riescono a tenere
saldi, restituiscono frammenti di felicità. Anche se parliamo di momenti, hanno una loro magia, un'energia che rispetto ai beni materiali, che ci passano per le mani, non hanno nessuna equivalenza. In fondo in fondo queste persone non sono mai uscite dalla nostra mente, come a dire, dalla nostra vita.
Salvatore Spallina