sabato 5 ottobre 2024

NON ESISTE UN TEMPO GIUSTO PER RINASCERE, MA PER RIMETTERCI AL MONDO DOBBIAMO ESSERE DISPOSTI A CAMBIARE UNA PARTE DI NOI



   

   Emma Di Rao consegna al lettore, via via che scorrono le pagine, il personaggio Lea, una giovane donna che aveva sempre vissuto con la sensazione di un vuoto irrisolto, complici due forti carenze: affetto e amore. La madre Adele l’aveva abbandonata quando aveva appena tre anni trasferendosi, per un periodo a Genova, lasciandola con un padre dedito alla filatelia e agli studi di legge. Una forte ed intensa relazione amorosa con il musicista Edoardo, troncata bruscamente, lascia un altro segno e contribuirà ad accrescere il suo male di vivere.

   Poi la figura/presenza della madre, nella sua vita,  diventa distante, irritante, oscura, scostante, fino a proiettare nell’animo di Lea un’ombra che non l’abbandonerà quasi mai. A questa prima ombra, come accennato, si affiancherà quella amorosa-affettiva della figura di Edoardo. Entrambe, col tempo, assumeranno i contorni della perdita di una parte importante del proprio sé.  

   Nel romanzo “Sui passi di lei”, Ianieri Edizioni, sono presenti e ben tessuti altri temi importanti e potenti, come la musica, il profondo sentimento di un amore che trova modo di lasciare radici in profondità, la bellezza della natura che spesso si riflette negli stati d’animo dei personaggi, l’amicizia, il ruolo dei libri e di certe letture che lasciano il segno. Un passaggio intenso sui migranti ed il tema del dolore, coniugato in diverse sfaccettature. 

                                                       Foto di Pippo Ansaldi

   In particolare, in alcune descrizioni, Emma Di Rao ha la capacità di dipingere con la penna quadri di paesaggi bellissimi e caratteri di persone che non facciamo fatica a rappresentarcele in una immagine costruita dalla mente e con gli occhi. Magari quelle descrizioni ambientali esterne o di ambienti interni, le configuriamo in scatti, con un grande angolare, tali da poter formare una sequela di belle foto da trasferire in un album……“Sbirciò il cielo sopra di lei: terso e chiaro, era inondato da una luce azzurrina e percorso da soffi debolissimi che spingevano un girotondo di nuvole, simili a minuscole isole galleggianti in un mare sconfinato”.

                                                              Emma Di Rao

    Poi è presente nei personaggi un lavoro psicologico proprio della psicologia del profondo.

   Emma Di Rao attraverso la protagonista Lea ha voluto tessere una fitta trama in cui tutti i personaggi che incontriamo nel romanzo giuocano, a loro modo, a cominciare dalla madre, ruoli importanti nel percorso a ritroso che Lea ed altri personaggi compiono per ritrovare quella parte del loro sé smarrito.  

  Lea Calì cresce con gli studi e con poche amicizie, nella sua città, nella sua Sicilia. Aveva imparato a convivere con quella ferita nel cuore fino a diventare insegnante di lettere in un liceo. È anche una brava insegnante, ma il suo vissuto affettivo è diventano troppo ingombrante e il cumulo di domande senza risposta cresce. Ogni giorno si chiedeva come sua madre avesse potuto andarsene senza mai guardarsi indietro, senza mai tentare di spiegare, anche dopo il suo ritorno. I rapporti sono freddi e scostanti. Quando una casa editrice le offre il ruolo di editor nella città di Torino, lascia la scuola e riconcia una nuova vita. Ma i fantasmi degli affetti e di mancato amore la lacerano. Si conforta vivendo le storie delle vite narrate nei romanzi che legge e sistema per il lavoro di editor. Tanto le basta a compensarla per i vuoti che si porta dentro. Una relazione di convivenza, anche sincera, non riesce a decollare.


                                                    Foto di Deborah Lentini

   Ritorna a casa, nella propria città, nella fase finale della vita della mamma continuando a fare il suo lavoro di editor da remoto. Una serie di incombenze da unica erede, la costringono a prolungare la sua permanenza e a riallacciare una serie di relazioni interrotte con persone della sua cerchia di vita, a partire dall'amica del cuore Annabella e da una sorta di seconda madre e amica che è Grazia, la governante di casa, giovane come lei, con cui ha una rapporto di intesa speciale. A cambiare il corso delle cose si è aggiunta la casuale scoperta, dentro il libro “Antologia di Spoon River”, di una piccola chiave che porta fra le sue mani “…..una lettera scritta con un inchiostro blu oramai sbiadito. La carta era pallidissima e consunta”......

   Sua nonna Eleonora scrive alla figlia (sua madre) durante la sua permanenza a Genova.

   Fra i tanti spunti di riflessione contenuti nel libro, oltre quelli già esposti, ci piace far riferimento ad altri due brevi passaggi. Il primo è quello relativo alla musica ed alla capacità catartica e salvifica che essa giuoca nella vita delle persone e nel mondo sommerso delle loro relazioni, ben oltre il romanzo....."Lea si sorprese a riconoscere che anche il quotidiano possiede una musica tutta sua di cui vale la pena mettersi in ascolto". Come il ricordo della musica di Edoardo che si porta dentro. "......E il mattino seguente non accennò ad affievolirsi. Lea continuava a sentirla con ogni piccola parte del suo corpo e, come in passato, se ne faceva traghettare verso emozioni sotterranee grondanti infelicità". Il secondo è un passaggio sui migranti visti con gli occhi della sua cara amica Annabella, giornalista, che così li descrive: "Quello che ti tiene sveglia la notte dopo che ho consegnato un pezzo è l'immagine dei loro occhi".....Solo quando incroci i loro occhi hai la percezione del dramma che hanno vissuto. Sono gli occhi increduli, ancora sbarrati sulle acque gelide e buie, occhi sgomenti dinanzi a una morte che ha la sagoma di un'onda. E ci leggi lo stupore di essere sopravvissuti, di aver toccato quella terra che vista dal gommone sballottato dal mare era poco più che una line scura".  Per chiudere, il capitoletto 33 è una perla a parte.


                                                     Foto di Antonio Lo Tauro

    Le parole migrano, come i fantasmi,  "migrano oltre i propri contorni deviando verso rive sconosciute e inattese". Come le acque degli oceani, sconvolte dagli uragani, non stanno mai ferme e, in un modo o nell'altro, "....l'oceano, dice Annabella, mentre guardano il mare, se non lo vedi, non riesci a immaginarlo, credimi. E non è soltanto il suo colore. A darti la vertigine, e non sai se di felicità o di paura, è la sua grandezza smisurata. Devi vederlo, una volta o l'altra".

    Non esiste un tempo giusto per rinascere, ma per rimetterci al mondo dobbiamo essere disposti a cambiare una parte di noi. Dentro il mondo di Lea avvengono tanti piccoli eventi che contribuiscono ad aprirle il cuore e la mente. Avverte dentro di sé che è possibile tracciare un nuovo cammino, tutto da scoprire, cercando di intravedere nel vuoto, dove era sprofondata da una vita, un qualche baluginio che le desse la forza di continuare a guardare davanti ed anche dentro di sé. Una nuova lettura del mondo fino a far incrociare sentimenti reconditi ai quali adesso può attingere per rinascere a nuova vita.
   
   Certi romanzi si portano dentro nostri pezzi  di vita pulsante, la lettura di “Sui passi di lei”, è un riverbero d’incroci.


Salvatore Spallina

Note:

Nel romanzo Lea descrive il mare in maniera mirabile. Diventava, quasi, naturale il richiamo alla memoria della  canzone “Le città di mare” nella quale i fratelli Eugenio ed Edoardo Bennato cantano insieme.

“Le città di mare
Sono i punti del mondo dove vanno a finire
I rumori di fondo delle autostrade
Le città di mare
Che fanno pensare………” 
https://www.youtube.com/watch?v=PaoswWkZ058 - EUGENIO BENNATO & EDOARDO BENNATO - LE CITTA' DI MARE

Emma Di Rao è nata e vive a Siracusa. “Sui passi di lei” è il suo romanzo d’esordio.
Già docente di Italiano e Latino al Liceo Classico “Tommaso Gar­gallo”, di Siracusa, è relatrice nell’ambito di con­vegni, seminari e conferenze. Fra le sue pubblicazioni: “Santa Lucia e le simbologie luministiche nella Divina Commedia” nel volume Siracusa città di luce di S. Gatto e L. Trigilia, Lette­ra Ventidue 2022; “Note in margine a oggi di Elena Salibra” nella rivista di critica letteraria “Nuove soglie”; “Né Ulisse né Tiresia” nel volume Sulla punta là in alto dei Climiti, Quader­no della Fondazione Il Fiore 2016. È inoltre autrice di approfondimenti culturali e di recensioni sul quotidia­no “La Sicilia” e su Letteratitudine.





domenica 8 settembre 2024

THE WALL - I CHARISMA LO RIPORTANO IN SCENA DOPO DIECI ANNI ED È UN SUCCESSO







   

   Avola, 27 agosto 2024.  Al Cinema Arena Odeon è andato in scena, live, il film-concerto "The Wall" dei Pink Floyd. A presentarlo, in un sala gremita, l'Associazione Culturale "Charisma", che è anche un gruppo musicale molto conosciuto, una Tribute Band,  non solo nel siracusano, ma anche in altre parti della Sicilia. 


                                              Charisma Tribute Band

  I Charisma sul palco per The Wall - 
Auditorium Istituto “Insolera” - per il Liceo Scientifico “L. Einaudi” di  Siracusa - Maggio 2015- Insieme con la terza A del servizio d'ordine

                  Questa la brochure dell'evento con i testi a fronte in inglese  e in italiano

      
     Le menti che hanno rielaborato "The Wall" sono ancora le stesse che, nel tempo, hanno continuato a coltivare questo progetto musicale. L’originale lo offrirono agli studenti dell'Einaudi, esattamente dieci anni fa, nell'ambito di un percorso culturale che mirava a trattare i temi presenti nell'album intrecciandoli con tematiche scolastiche inerenti le varie materie, a cominciare dalla lingua inglese. 

    Nel tempo l'hanno rielaborato, recependo immagini inedite dal web, ne hanno create delle nuove attraverso AI (intelligenza artificiale), e poi lo hanno impreziosito, rispetto a dieci anni fa, con i sottotitoli in italiano dei testi del Concept Album originale, per dare la possibilità al pubblico di partecipare ancor più direttamente.



    Come è oramai risaputo l'album "The Wall" uscì nel 1979, da una idea di Rogers Waters. Poi tutto il gruppo dei Pink Floyd l’ha fatta propria. Il personaggio di Pink è ispirato dalle esperienze personali di Waters e da  quelle dell'ex-membro, mente e fondatore dei Pink Floyd, Syd Barrett.

    I temi ispiratori dell'album sono ancora oggi sotto i nostri occhi. NeI racconto del giovane Pink, in tutti i 29 brani della scaletta, si intrecciano la guerra, l’eccesso di autoritarismo nei processi educativi, l’incomunicabilità, la tendenza all’isolamento dell’uomo, la morte, l’alienazione, la solitudine. 

      La morte del padre lo segnerà per sempre (Roger ha un anno). Il papà, era un giovane ufficiale, morirà nelle campagne di Aprilia, nel Lazio, dopo lo sbarco delle truppe inglesi ad Anzio, sulla costa laziale, nel 1944, nella guerra contro il nazi-fascismo. 

    Poi, rimasto solo con la madre in tutta la sua fase evolutiva, si è scontrato con un sistema scolastico oppressivo, tendente a plagiare le giovani menti più che a coltivarne una libera crescita. I fallimenti nelle relazioni personali e la crescente alienazione costringono Pink a rinchiudersi in se stesso cominciando a costruire un muro protettivo, fino all’isolamento, per difendersi da una realtà dura  e difficile da accettare. 

   
       Le voci di The Wall: da sx Giovanni Luca Pappalardo, Carlo Salemi, Natale Calafiore

     Nello scorrere del concerto, nel suo racconto, Pink frantuma la sua coscienza in rappresentazioni che sul palco assumono le voci, molto ben definite di Carlo Salemi (Roger Waters), Giovanni Luca Pappalardo (David Gilmour) e Natale Calafiore (Roger Waters).


Carlo Salemi, in mezzo al pubblico, in un momento centrale del live

   Carlo/Pink/Waters via via si trasforma in una sorta di coscienza psicotica quando nella sua trasfigurazione nazista fa sua l’ideologia delle SS e con il megafono tra il pubblico cerca i nemici del popolo tedesco.

   Giovanni Luca Pappalardo rappresenta, con la voce di David Gilmour, la buona coscienza di Pink.

   Natale Calafiore, con la voce ancora di Roger Waters, rappresenta una sorta di autocoscienza, una coscienza super-partes che aiuterà Pink ad uscire dall'isolamento e ad immaginare di poter rompere The Wall, il Muro.
                                                                                   

                                                               Carlo Salemi

   Il corpo vocale del concerto, rispetto alla precedente rappresentazione, si è pienamente rafforzato con i contributi canori di Giovanni Luca Pappalardo e Natale Calafiore. Questa densità canora è stata molto apprezzata dal pubblico. 


                                     Alto gradimento dello spettacolo dal pubblico


    da sx, Vincenzo Puglisi, Massimiliano Loreno, Giovanni Luca Pappalardo, Carlo Salemi, Pietro Sultana, Alberto Mirabella, Natale Calafiore, Raffaele Gallo

    Il progetto "The Wall" continua. Perchè “The Wall” è un capolavoro musicale fuori dal tempo ma che sa intrecciarsi sempre con il presente. Le generazioni a seguire si sono specchiate in esso.

    Intanto non si ferma la programmazione musicale dei Charisma Tribute Band. L'8 dicembre a Vittoria porteranno in scena: 
“Progressive Legends“: la musica dei Genesis, della PFM, del Banco del Mutuo Soccorso con la partecipazione straordinaria di Bernardo Lanzetti (ex cantante della PFM).




Salvatore Spallina



Note e link:
Un grazie speciale a Simona Loreno per i video live della serata.

Charisma Tribute Band:

Carlo Salemi - Voce di Roger Waters e Cori

Giovanniluca Pappalardo - Voce di David Gilmour e Cori

Natale Calafiore - Voce di Roger Waters e Cori

Pietro Sultana - Chitarra elettrica e Chitarra acustica

Vincenzo Puglisi - Chitarra elettrica e acustica e Cori

Massimiliano Loreno - Piano, Sintetizzatori e Cori

Raffaele Gallo - Basso elettrico

Alberto Mirabella - Batteria e Percussioni

Valerio Esposito - Audio mixing & engineering

Rosario Leonardi - Band management & Coordinamento

Santi Loreno – Project & sound Effects ed Editing

https://youtu.be/CuSwCDgeUj4 - “Another Brick in the Wall (Part 1)” - (cover da The Wall) Charisma Tribute Band

https://youtu.be/WCQtjVh6qj0 - “Mother”-  (cover da The Wall) Charisma Tribute Band

https://youtu.be/kfalLnbJHEE-  - “Another Brick in the Wall (Part 2)” - (cover da The Wall) Charisma Tribute Band

https://youtu.be/LnXE1qegKps - Video/foto - The Wall - Charisma Tribute Band - Sottofondo: Pink Floyd - Comfortably numb








venerdì 7 giugno 2024

LA FORZA DEL DESIDERIO CERCA LA SUA FORMA FRA SUSSULTI DELL'ANIMA E BISOGNO DI LIBERTÀ




La forma del desiderio - Arkadia/poesia (2024)

   Da quando la poesia ha trovato la strada per uscire dal guscio nel quale era stata “forzatamente” rinchiusa nell’età adolescenziale, e lì rimasta per un trentennio, il desiderio, creatura fiera, potente, rivoluzionaria del nostro Io più profondo, è stato l’armeggio dominante che, vieppiù, affinatosi nel tempo, ha dato ad Andrea Magno la spinta a cercare, a creare immagini, rimandi, ricordi, figure dentro il suo universo…..che assomiglia tanto al nostro, diremmo meglio, alla nostra parte femminile quanto a quella maschile di ognuno di noi.

   E poi la bellezza della poesia vive nell’incontro, nell’evento che per magia si genera fra la mente del poeta, nel dare la forma a quelle pulsazioni tradotti in versi, e l'incrocio con la mente dei lettori in quell'impatto.

   Si perché questo evento si verifica quando “quel verso”, “quella espressione poetica”, proiettata in immagine, assomiglia moltissimo a quella stessa che al lettore è balenata in mente in qualche fugace occasione, che ha accarezzato o cullato in qualche momento creativo, ma che era rimasta lì, “appesa”, senza trovar quiete.

   Adesso ritrovare quei versi, in un contesto poetico, è come una magia che ruba l’anima e la mente. Tutto questo rende questo incontro/evento “speciale”.

   Grazie Andrea non bisogna aggiungere null’altro. Basta scorrere e ripercorre i suoi versi.


                                                              Andrea Magno



   Poi da sempre l’insularità che Andrea avverte, sente, in modo particolare, trova riscontro nel bisogno che alberga dentro di noi, ci rende unici, cioè quello, a modo nostro, di sentirci Isole.

   Un altro elemento che caratterizza in maniera particolare la poesia di Andrea è quello di non fare sconti a nessuno, a partire da se stesso. Punta dritto al verso sclerotizzato, puro, ma pregno, vero, efficace. Tale è e dev’essere il poeta: libero da ogni schema, senza condizionamenti, libero da preconcetti di qualunque natura.
   
   Fra gli altri, ci sono dei passaggi, dei rimandi forti (e sono tanti!!!), veri pugni allo stomaco che il poeta assesta prima a se stesso ed poi al lettore. Sono quelli quando Andrea tira in ballo Dio. In un primo momento sembra quasi come a volerne prendere le distanze, a guardar bene è come se volesse tirarci dentro il concetto, d’impatto, a forza.


"Solo silenzio"

Accade
di restare a guardare
dietro i vetri della finestra
il dolore in strada,
e dio
che sta sempre 
nella stanza accanto
resta a guardare anche lui.

“Noli mi tangere”
................................
Nessun dio
accarezza terra
spargendo miseria
..........................



   Per noi, questi momenti altro non sono che lo sforzo, “il conatus” che compie l’intelletto per risalire verso un desiderio di Bene, comunemente inteso, non soggettivo,  capace di compensare quell’anima che quello slancio ha compiuto o sta compiendo.

   Potremmo parlare di questo bisogno dell’anima, a cominciare da quella di Andrea, verso quella ricerca del Vero, del Bello, del Giusto, in sé, che in tanta pars riscontriamo dentro i suoi versi. Come se ci fossero delle soglie alle quali il pensiero di Magno ci trasporta per poi lasciarci la libertà di una scelta da compiere. I versi, le parole possono diventare suoni e si sa quanta potenza ci possa essere dentro certe vibrazioni e suoni fantastici. Perché, come si sa, la fantasia non si fa dominare dal libero arbitrio.



 Una gabbia di  Antonio Minerba.

La lirica, Una gabbia, appunto, ha ispirato questo quadro dell’artista Antonio Minerba.


   Come a dire che la musicalità della espressione dei versi di Andrea può aprire squarci di luce nell’animo delle lettrici e dei lettori e portali ad immagini ad esse collegate. Poi, sganciate dalla nostra volontà percorrono vie di libertà cui il poeta non pensava di doverci o poterci condurre. La loro scaturigine ha una medesima fonte: la ricerca della libertà, del piacere e del sogno (vedi link a seguire), universalmente inteso.

"Amar senza misura"

...............................

ma di te vento, adoriamo

il tuo portarci leggere

fin dove eravamo mai state,

resteremo un attimo in silenzio

- forse ci aiuterà a capire

il tuo sussurro -

ascoltando quel che c'è sfuggito

nel cercare la felicità.

   Mutuando un pensiero già espresso potremmo dire: "Cercare la felicità è difficile quanto cercare la bellezza".


Salvatore Spallina


Link:

-      ………. E per sognare poi qualcosa arriverà

https://www.youtube.com/watch?v=KCVAF36PDZc - Pino Daniele - Qualcosa arriverà (Le Vie del Signore sono finite-Scena Finale)














 

lunedì 22 aprile 2024

ERLEND ØYE & LA COMITIVA, SEMPLICITÀ E QUALITÀ MUSICALE PER COGLIERE E TRASMETTERE GIOIA E BELLEZZA

 

                             Poster delle due copertine dell'album in White o Black Vinil


   Al Locomotiv di Bologna la sera del 19 aprile il gruppo “La Comitiva”, come il 16, a Milano, esordio del Tour di questa primavera, ha registrato sold out.

                  da sx Luigi Orofino, Romain Bly, Erlend Øye, Marco Castello, Stefano Ortisi


   L’incipit del nostro incontro musicale con Erlend Øye è stato casuale. Scorrendo il canale you tube ho trovato le immagini ed il link di una canzone a me molto nota: “Una Ragazza in Due”, de “I Giganti”. Particolare non secondario, Erland ed Eirik Glambek Bøe, principali componenti del duo Kings Of Convenience, avevano girato la cover, live, a notte fonda, in una delle piazze più belle del mondo: piazza Duomo di Siracusa( il link di questa performance e di altri video si troveranno in fondo all'articolo).

               da sx Luigi Orofino, Romain Bly, Erlend Øye, Marco Castello, Stefano Ortisi

 Da lì nasce la curiosità nel voler approfondire l’ascolto e la conoscenza del gruppo. Poi, la permanenza fissa a Siracusa, dal 2012, l’intensa relazione con la città, con Ortigia in particolare, i contatti musicali con tanti musicisti siracusani fanno “sbocciare” “La Comitiva”. A partire dal 2016 la sintonia dentro il gruppo cresce e si rafforza. La formazione-base del gruppo è composta, principalmente da Erlend Øye, all’ukulele tenor (come ha chiarito a Radio Dee Jay - Summer Camp), indiscusso leader della Band, Stefano Ortisi, alla chitarra, la suona come un basso, ma tira fuori da essa altri fantastici suoni, sassofonista di formazione, di fatto polistrumentista e genio musicale (come l’ha definito il suo amico di musica e di band, Marco Castello, in un recente concerto live in duo, a Siracusa), Marco Castello, appunto, cresciuto e diplomato, come trombettista jazz, polistrumentista, ma di fatto chitarrista, e da Luigi Orofino al cavachigno (strumento a corde brasiliano).

   La  qualità del suono di Luigi miscelata con l’ukulele tenor di Erland, rendono il sound del gruppo intenso, accattivante, elegante, colto. Al gruppo in varie occasioni si aggregano altri musicisti di valore, come è successo a Bologna, con Romain Bly, compositore anch’egli, oltre che esperto di fiati e polistrumentista. 

  Dal 2018 Erlend & La Comitiva iniziano una lunga tournée internazionale dal Nord al Sud del mondo con collaborazioni continue di altri musicisti.

   Il concerto al Locomotiv di Bologna viene miscelato con dei brani di album precedenti di Erland, come Fence me in, Peng pong, Spider, Price, Reinman (nel bis). Poi Erlend rende onore agli altri due musicisti compositori del gruppo. Vengono eseguite le canzoni Beddu (dall'album "I pezzi della sera"), di Marco Castello e Amsterdam (singolo), di Luigi Orofino. Poi i brani: Paradiso, Bologna (vedi video nei link),For the time being, lockdown blues, You and only you, La prima estate, nel bis, Mornings & Afternoons.

 

             I brani dell'album La Comitiva. In digitale dal 17 maggio 2024. In vinile vedi link

   Contaminano, allegramente e con qualità, samba, jazz, rock, pop, reggae, indie, blues, con una disinvoltura e una naturalezza che prende ed affascina chi ascolta. Captano in maniera calda e ritmica la sensibilità musicale del pubblico che viene trascinato, quasi regolarmente, nel ritmo, in ogni brano eseguito. La loro semplicità, musicalmente colta, è il veicolo che trasporta il sentimento. La novità è proprio questa.  


                                        Le date del tour fino al 15 maggio

    La chiusa del concerto è fantastica. Scendono dal palco in mezzo al pubblico e cominciano ad eseguire in acustica Valdivia, si muovono lentamente fra il pubblico e poi fanno chiudere il pubblico a cantare il brano (vedi video nei link)

   Durante il concerto Erland ha comunicato che il gruppo ritornerà ad esibirsi a Bologna il prossimo 1 maggio, in Piazza Maggiore.


Salvatore Spallina

I link:
https://www.youtube.com/watch?v=5NHSg5LBLNM - Kings of Convenience - Una Ragazza in Due (I Giganti, cover), live, Piazza Duomo (Siracusa)

https://youtu.be/mrNbmv4ofCk - La Comitiva –  Locomotiv (BO) - Titolo del brano: Bologna

https://youtu.be/mZfPTI7Z0QA La Comitiva - Locomotiv (BO) - Chiusa concerto in acustica con il brano: Valdivia

Il video che a noi piace molto e che rende l'idea della lunga tournée del 2018 è  https://www.youtube.com/watch?v=jYqDs0j_Bk4&list=RDEM1OM96W4CIqAy2efyrwDXsw&start_radio=1&rv=OQGuKXo6jRk -
 Mina do Condominio - La Comitiva – Cover del brano di Seu Jorge







lunedì 5 febbraio 2024

LA VITA È ANCHE FORMA, IMMAGINE. IL PENSIERO INTRECCIA VESTIGE FRA STORIA UMANA, FORME ISTITUZIONALI, NUOVE ISTITUZIONI A VENIRE




   Interrogarsi sul “destino della società”, tutta, è un compito che spetta ad ognuno di noi.

   Il saggio di Roberto Fai, “La vita e le forme. Sulla crisi della potenza istituente” (Apalos Ed. 2023), mette al centro del suo percorso espositivo un interrogativo: l’uomo del terzo millennio sta perdendo o ha smarrito e già perduto la sua capacità di essere soggetto istituente?

   La lettura, con i pensieri ad essa connessi, tiene acceso, con costanza, l’interrogativo posto  e diventa uno stimolo che ci accompagna attraverso le pagine. A questo interrogativo si associa, approfondendolo, il percorso storico-politico dell’Occidente, così come noi Occidentali lo conosciamo e lo consideriamo “nostro”, dalla Atene periclea ai nostri giorni.

   Oramai è assodato che l’Occidente, con la sua storia politico-istituzionale, è un modello cui guardano tanti paesi del mondo. Anche se i fatti, che ci accadono intorno, ci dicono che fuori da questo modello di riferimento si affermano forme di Stato fintamente democratiche, dove il rito della democrazia, del recarsi a depositare, in un’urna, una volontà libera, che possa esprimere la libera scelta per un progetto di governo di quella società, è lontana dalla verità effettuale, machiavellicamente intesa.

   È vero pure che il saggio ci interroga su un altro aspetto non secondario della nostra esistenza in quanto essere viventi, essenti, cioè se siamo ancora portatori di quell’istanza primaria fondativa del ruolo che la Storia ci ha assegnato come componenti una comunità umana.

   Noi siamo una società di animali, aristotelicamente intesi, come altre società di animali esistenti. Una stratificazione storica-documentale ci continua a proiettare su una dimensione dalla quale il pensiero pensante non riesce a distogliersi obbligandoci a cercare soluzioni socio-politiche degne del nostro ruolo.

    Le riflessioni e gli studi di grandi pensatori antichi, ma modernissimi, man mano che scorriamo le pagine, si intrecciano con quelli di tanti, moderni e contemporanei, che hanno contribuito alla formazione ed ai mutamenti delle forme istituzionali fino a farci porre domande ancora aperte,  che un poco ci inquietano. E inquietarci è una buona ragion d'essere per dare al pensiero quella forza per continuare ad interrogarci ed a cercare risposte. 

   I temi, sotto la forma delle domande, che si pongono Italo Calvino, “il mio disagio è per la perdita della forma che constato nella vita”, e Georg Simmel, “le forme altro non sono che gli ineludibili luoghi di oggettivazione dell’esistenza…..l’esistenza stessa che si esperisce oggettivandosi in forme”,  andranno via via, nel percorso storico contemporaneo, ad intrecciarsi alle aspettative che la fine della guerra fredda e "la caduta del muro" del 1989 avevano creato nel mondo. Quelle energie , non sono riuscite a trasformarsi in nuove forme istituzionali capaci di proiettarsi in una visione "altra". 

    Inoltre "la perdita della forma" e l'oggettivarsi della vita in altre forme che si portano dentro, secondo noi, altro non sono che le domande inevase, ma chiare, quali l'interrogarsi sull’Interesse ed il Bene per l'Umanità, per il proprio Paese, per la propria città. Erano i temi che ruotavano intorno alla figura di Socrate. Atene e i suoi giudici, condannandolo a morte,  non vollero che Socrate continuasse a porle alla città e ai suoi concittadini. 

  Noi qui prendiamo lo spunto che ci offre Hanna Arendt in un profondissimo “Socrate”, R. Cortina Ed. (2021), che non confuse mai la bellezza dell’interrogarsi disgiunta dal perseguimento del Bene. Un Bene anche politicamente inteso, frutto di un percorso razionale e rigoroso sia individuale che collettivo, da condividere. 

   "Socrate aveva colto l’ironia del motto delfico, che lo definiva il più sapiente di tutti i mortali: quelle parole significavano, per lui, che il più sapiente di tutti è chi sa che gli uomini non possono essere sapienti. Ma la polis non gli credette…..”(pag. 31).  A cominciare dalle ridicole motivazioni con le quali i suoi accusatori lo avevano portato a processo.  Pubblicamente, tutto doveva diventare doxa, opinione, opinione comune, di facile comprensione ed accessibilità, in una sorta di processo, ante litteram, alla ragione, al logos,  paragonabile ai processi che oggi si fanno sui social. 


   Dopo la condanna di Socrate, il Bene, come sappiamo, sarà il punto centrale della riflessione che porterà Platone ad elaborare la teoria delle idee-forme.

   Nello scorrere delle pagine, il saggio di Fai, non trascura il contributo di pensatori come Salvatore Natoli e Karl Polanyi che hanno trattato il materialismo, inteso anche con le forme istituzionali dell’economia fino all’Antropocene, che si trasforma e si intreccia con la vita e i suoi “bisogni” senza che si riesca a decifrare, tracciandolo, un percorso che abbia una netta  visibilità, fra visioni/divisioni politiche e religiose attuali.

   Poi, da Sigmund Freud, a Karl Marx e Friedrich Nietzsche, da Michel Foucault a Biagio De Giovanni, il saggio si inoltra dentro quel percorso dove, fra vita e forma,  si incunea, in forme visibili e a volte spettrali, quel “Negativo” che con la sua potenza rimescola e abbatte Istituzioni costruite  con ratio ed aspettative  lasciandosi dietro scie di odi, violenze, sangue. 

   Le due parti del saggio che ci hanno intrigato e spinto ad indagare ed a svolgere riflessioni di grande respiro; la prima è quella che, con il contributo dei libri di Roberto Esposito, Roberto Fai ritraccia e mostra come:  " l'artificialità giuridica". Infatti le norme, il diritto sono artifici, invenzioni umane, però questa  idea di base nella  formulazione del diritto, nella Roma precristiana, aveva preso il sopravvento e tendeva a far prevalere, con essa, una "normazione della natura stessa". Poi, partendo dall'esperienza dell'ingresso del Cristianesimo nella Storia delle Istituzioni di Roma e di tutto l'Occidente, l'affermarsi della religione cristiana, come religione dell'Impero, ridarà forza a quella intangibilità connaturata con la natura/vita che identifica Dio come "unico padrone della giustizia", come sottolinea R. Esposito, sottraendo al diritto ed alla storia degli uomini l'atto dell'istituzione della vita. 

    La seconda parte è quella relativa all'aspetto proiettivo del ruolo che il paradigma istituente ed il paradigma biopolitico possono giuocare "nel presente-futuro del corpo mondo" per cercare di superare "le forme opache e ingiuste del potere globale – potere politico, economico-finanziario, tecnico-scientifico" (pag.63) Un momento importante, "perturbante", lo definisce Fai, è stato quello relativo allo sconvolgimento globale che le istituzioni sociali e  politiche hanno dovuto affrontare con il Covid 19. 

   L'altra faccia di un serio problema, il Continente europeo e tutto l'Occidente ce l'hanno in carico, è quello relativo a saper cercare o "inventare" delle nuove istituzioni che sappiano "proteggere il diritto, le persone, le libertà democratiche......e abolire tutto ciò che nella vita contemporanea schiaccia le anime sotto l'ingiustizia, la menzogna e la bruttezza (pag.69), dice Fai, citando Simone Weil. 
   Compito arduo, ma importante quello di capire quali forme assumeranno le istituzioni comunitarie a venire. Proprio l'uomo, questo essere ontologicamente essente disvela il manifestarsi  della sua bellezza in sé. Come fosse una continua rinascita. Solo chi crede di vederla cristallizzata, pensando di averla colta e bloccata in qualunque rappresentazione materiale, non sa che si sta confrontando con qualcosa che non è più.  

   Il pensiero pensante saprà trovare dentro la sua dialettica, hegelianamente intesa, quella forma istituzionale che sappia nel miglior modo dare forme democratiche di rappresentanza politica capaci di contenere quelle spinte religiose ed economiche pronte a minarne la forza ideale quand’anche, con tanti sforzi, se ne raggiunge la concretezza sotto la forma e l’egida del diritto. Una sorta di modello Occidentale come il migliore dei mondi possibili, leibnizianamente inteso, che sappia aprirsi all'idea della compossibilità. 




   La forma/vita, di per sé, è sempre instabile, ma, come i fotoni, ce l’ha insegnato la fisica quantistica, è essente, sempre viva, anche se inosservabile fino in fondo (leggasi le bellissime pagine di “Metafisica concreta” di Massimo Cacciari, Adelphi (2023), dove approfondisce il tema “L’Impossibile. Memorare Novissima”. Però i nuovi paradigmi istituzionali, magari con l'aiuto di forme di AI, Intelligenza Artificiale, hanno bisogno di intelligenze acute nel contribuire a normarli per evitare che possano "formare" e restituirci tante menti come quella di Adolf Eichmann (1) incapaci di "resistenza alcuna al contesto normativo in cui si trova immersa..........[sembra] non trasgredisce alcuna legge morale [ascoltando] una coscienza che parla però la lingua della collettività, a sua volta espressione del contenuto e della vigenza del nuovo ordine normativo" (H. Arendt, Socrate, pag. 104). Una sorta di polo estremo rispetto a Socrate (2 - vedi nota).                                                                                                                                        


    Vero è che, come ci ha insegnato Hegel, la nottola di Minerva si alza sul fare del crepuscolo, cioè quando la realtà si è compiuta, per quel giorno, però nel giorno a venire che ci ritroverà essenti e pensanti, quando ripenseremo ai giorni a seguire, prima che andranno a chiudersi anch’essi, a noi spetterà sempre, seppur piccola, una parte da svolgere.

Ci perdonerà, il nostro lettore, per questa chiusa, ma ci sentiamo di consigliare una lettura propedeutica, per il nostro tempo e per i tempi a venire. Se possibile, da regalare ad altri amici. Si tratta del libro, “Per la pace perpetua” di Immanuel Kant. In qualunque edizione lo si trovi, anche in una bancarella a poco prezzo. Noi, nel lontano 1998, insieme ad una classe di maturità dell'Einaudi di quell'anno, incrociammo, su una bancarella, a mille lire, “Le opere e i      giorni” di Esiodo, siamo ancora qui a ringraziare quel fortunato incrocio. 

   Al di là della facile battuta o del sorrisino cui andreste incontro, con il primo amico cui parlereste dell’acquisto, non tanto sulla parola Pace, quanto all'abbinamento a  “perpetua”, possiamo garantire che non c’è pascolo migliore per la mente. Infatti, lontano da qualunque forma di utopia, per gli stimoli intellettuali e culturali da cui si trae sicuro giovamento, varrà sempre la pena tornare a sfogliarlo e amarlo in profondità.


Salvatore Spallina


Roberto Fai, fondatore insieme ad Elio Cappuccio del Collegio Siciliano di Filosofia, ha ideato e promosso il Premio di Filosofia “Viaggio a Siracusa”; è stato impegnato come Dottore di ricerca in “Profili della cittadinanza nella costruzione dell’Europa” e in Teoria e prassi della Regolazione sociale nell’UE. Ha curato con Elio Cappuccio il volume “Figure della soggettività” (Siracusa, 1995); insieme a Pietro Barcellona e Fabio Ciaramelli il volume “Apocalisse e post-umano. Il crepuscolo della modernità” (Dedalo, 2007). Ha  pubblicato per Mimesis Ed.: “Genealogie della globalizzazione. L’Europa a venire” (2009); “Frammento e sistema. Nove istantanee sulla contemporaneità” (2013); “Jacques Derrida. Tentazione di Siracusa” (2018), a cura di Caterina Resta, postfazioni di Elio Cappuccio e Roberto Fai; “Pastorale arcadica. Per un Regno giusto” (2020); “Essere contemporanei della fine del mondo. Saggi su Manlio Sgalambro” (2022) in collaborazione con Luca Farruggio, Rita Fulco, Caterina Resta.



1 Adolf Eichmann è stato un criminale nazista, ufficiale delle SS, uno dei principali fautori ed esecutori dello sterminio degli ebrei. Catturato in Argentina fu processato a Gerusalemme e condannato a morte (1962) per crimini di guerra contro l’Umanità. Hannah Arendt seguì quel processo come giornalista. Nel suo libro “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme” ne racconta la figura e il personaggio.

2 - https://www.youtube.com/watch?v=_jaGPxHMX1I&t=613s -  Yanni - "Prelude - Love Is All - tratta dall'album The Tallest Man On Earth

Vi invito di ascoltare questa canzone a partire dalla presentazione nella quale viene citato Socrate e la sua figura, come sintesi universale del pensiero umano. Per questo link ringrazio il mio amico Giuseppe Di Giorgio.